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Shel Shapiro: "A 17 anni ho capito di poter vivere di musica". L'intervista
Shel Shapiro (foto di Fulvio Cappanera)

Shel Shapiro, storico frontman dei ‘’The Rokes’’, racconta anche della sua amicizia con Mara Venier. L'intervista

Il tuo ultimo lavoro discografico ‘’QUASI UNA LEGGENDA’’ è uscito prima come libro e cd e, da un mese, anche su tutte le piattaforme digitali. Perché questa scelta anacronistica?
Per certi versi è una scelta anacronistica, ma anche una rivoluzionaria. La musica deve essere anche patrimoniale. Quando hai in mano un libro o un disco, ti rendi conto di aver speso dei soldi ma di aver comprato qualcosa, un oggetto fisico. Una volta, ad esempio, i dischi si compravano anche per la copertina. L’idea iniziale è stata quella di rendere più prezioso il disco, anche con il libro fotografico con le foto realizzate da Guido Harari. Da un mese l’album è anche sugli store digitali e, ad inizio dicembre, ci sarà anche il doppio vinile di ‘’Quasi una leggenda’’. In questo album c’è davvero tanta musica, anche per questo il vinile sarà duplice.

In tutta questa musica, c’è un brano che mi ha colpito: ‘’Troppa realtà’’. Credi davvero, come tu canti, che siamo ‘’ubriachi di troppa realtà’’?
In alcuni momenti lo siamo davvero, non riuscendo più a distinguere la realtà dal virtuale. Sembra tutto così sovrapponibile, questo mi sembra anche un po’ pericoloso.

Hai scritto ed interpretato davvero molte canzoni: quale è il brano al quale sei più legato?
Non ci ho mai pensato, ma sicuramente ce ne sono diversi. Un brano come ‘’É la pioggia che va’’ mi ha dato grandi soddisfazioni. Oggi, dopo moltissimi anni, la gente ancora la suona e la canta. Ma non solo: anche ‘’Per amore della musica’’, un brano di un album del 1987, credo sia molto bella. E poi ho amato tanto ‘’Rumore’’ con Raffella Carrà dove ero co-autore, arrangiatore e produttore. Ho fatto anche album con Aldo Donati al quale sono legato.

Ti ricordi il momento esatto in cui hai capito che la tua vita potesse essere legata indissolubilmente alla musica? E che di musica potevi vivere?
Si, ero ancora in Inghilterra. Avrò avuto 17 o 18 anni. Dopo la prima volta che ero stato in Germania, per un mese e mezzo, con il mio primo gruppo che non erano ancora i ‘’The Rokes’’, ho iniziato a capire di poter vivere di musica, di emozioni e di palco. Anche se era una battaglia sempre sul filo del rasoio e il rischio di non vivere di sola musica era molto concreto.

Shel Shapiro foto di Fulvio Cappanera 2Shel Shapiro (foto di Fulvio Cappanera)
 

Ma delle amicizie di quegli anni, di quelle inglesi della tua infanzia, ne hai mantenuto qualcuna?
Quando lasci un Paese in giovane età e ti stabilisci in un altro Paese, come ho fatto io che sono venuto a vivere in Italia, credo sia molto difficile mantenere alcuni tipi di rapporti. Non fai solo un viaggio e poi ritorni a vivere dove sei nato, ma cambi vita e cambia anche lingua. In generale ci sono poche persone nella nostra vita, al massimo tre o quattro, che possiamo davvero ritenere vicine ed amiche. Sono anche convinto che il successo non contribuisca ad avere tante amicizie, anche se sembrerebbe il contrario.

A proposito di amicizie, hai raccontato di non aver sentito Mara Venier da 20 anni ma, appena le hai scritto lei ha subito ha accettato di essere la protagonista del videoclip de ‘’La leggenda dell’amore eterno’’.
Avevo lavorato con Mara circa 20 anni fa a ‘’Domenica in’’ e  l’avevo rivista un paio di anni fa al compleanno di Jerry Cala’ all’Arena di Verona. Quando dovevo fare il video de ‘’La leggenda dell’amore eterno’’ stavo cercando un’attrice che avesse un ruolo specifico. Improvvisamente mi è venuta in mente l’idea di Mara e le ho scritto un messaggio. Non sapevo nemmeno se il numero fosse ancora quello, sinceramente. Lei mi ha risposto dopo qualche ora, ci siamo sentiti al telefono ed ha accettato subito in dieci secondi. E’ stata una cosa molto bella, quasi non me l’aspettavo. Con me Mara è stata super. Ho capito che faceva sul serio quando mi ha chiamato il suo costumista per chiedermi qualche dettaglio in più sull’idea che avevo in mente per il video. Li ho capito che davvero lo faceva. Io, ancora un po’ insicuro, il giorno dopo l’ho richiamata chiedendole se avesse cambiato idea. Lei ha mantenuto la parola data: questo per me ha significato molto ed è anche il segno di quanto Mara sia davvero una donna libera.

Nel corso della tua carriera hai fatto anche l’attore in diversi film. Oggi, se dovesse arrivarti una proposta, lo rifaresti ancora?
Si, il cinema è davvero molto divertente e il mio ruolo potrebbe essere quello di un signore age’. L’ultimo film che ho fatto è  ‘’Ti presento Sofia’’ con Fabio De Luigi e Micaela Ramazzotti, per la regia di Guido Chiesa. Amo il cinema perchè permette di fuggire da te stesso.

A proposito di fuga, ti piace viaggiare?
Molto. Chi fa il mio mestiere non può non viaggiare. Sono un viaggiatore di cuore e di animo, anche perché il viaggio è la colonna sonora del mondo della musica rock.

E tra i tanti viaggi fatti e i posti che hai visto, ve ne è uno dove andresti a vivere?
Ho vissuto, negli anni 80’, soprattutto a Miami. Passavo più tempo li che in Italia. Così come sono stato benissimo a Città del Messico, dove c’è un casino assurdo ma la gente è fantastica. Ma anche Madrid, e la Spagna in generale, mi sono piaciute molto. Io sono convinto di una cosa: una volta che hai il tuo lavoro e il tuo amore con te, non hai problemi di Paese.

Stai lavorando ad un nuovo singolo?
In realtà sto facendo un progetto nuovo, anzi due. Il primo è uno spettacolo - concerto teatrale, l’altro è un concerto acustico in trio che si chiamerà ‘’L’astronave’’: comincerà a Dicembre e anch’esso sarà nei teatri.

Questa rubrica si chiama ‘’dislike’’, perché oggi viviamo l’epoca dei like, dove abbiamo l’ambizione di piacere sempre in ogni istante. Credi che anche il mondo della musica segue questa regola? Magari a discapito della qualità?
Non c’è dubbio alcuno. Chi gestisce la musica, anche a livello comunicativo, segue le tendenze. Spesso non si segue sempre chi è bravo. Dipende molto dai like e dalle visualizzazioni, soprattutto in streaming: questo toglie il valore culturale della creatività, che non può essere solo comunicare bene con i tuoi follower. La creatività vuol dire anche fare bene ciò che sai davvero fare.

E a proposito di like… se dovessi dare un ‘’dislike’’ ad un momento della tua vita?
Ci sono stati diversi momenti da ‘’dislike’’. La vita non è solo una passeggiata su un prato fiorito mano nella mano con una donna e dei bambini che corrono e giocano. É anche questo, ma anche l’esatto opposto. Ci sono dei momenti difficili, che capitano a tutti, come ad esempio le tragedie familiari. Che tutti noi viviamo, nessuno escluso.

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Il 2024! (ride)

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