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Lo sguardo libero
L’Italia che vuole Draghi, non chiede l’umiliazione dei 5 Stelle
Mario Draghi

Il premier segua l’esempio del capo dello Stato Sergio Mattarella

Nella fattispecie si tratta di Mario Draghi – che si spera si prenderà le sue responsabilità mercoledì e rimarrà a Palazzo Chigi, al pari di quanto fece il capo dello Stato, Sergio Mattarella quando ha accettato di fermarsi per altri sette anni al Quirinale – ma ciò in cui tanti confidano  è che, al di là della persona, prevalgano il giusto, il merito, la competenza  (detestati dalla parte d’Italia del torbido, della mediocrità e dell’ invidia… del resto il successo  lo meritano, più che chi lo consegue, gli invidiosi…) e la politica (“La più alta forma dell’esistenza”) disinteressata, che non guarda a due punti percentuali in più alle prossime elezioni, ma al bene e al futuro dell’Italia, dei giovani e delle generazioni venture.

Tanti italiani sono consapevoli che con Draghi possono dormire sonni tranquilli e potrebbero trascorrere le ferie estive con il Paese - pur con difficoltà gigantesche - in buone mani. Lo dimostra come Draghi e il suo Esecutivo hanno gestito e stanno affrontando i fatti: dall’uscita dalla pandemia a Next Generation EU, dal governo della guerra alle porte dell’Europa e alle problematiche connesse (caro energia, inflazione, recessione, crisi sociale) alla leadership mondiale (quando l’Italia avrà un altro presidente del Consiglio che suggerisce ed è veramente ascoltato dagli omologhi di Usa, Germania, Francia?). Lo chiedono in tanti al premier di non lasciare: cittadini, insegnanti, economisti, politici, la finanza e i leader internazionali, giornalisti, organizzazioni dei lavoratori e degli imprenditori e intellettuali (con alcuni che pure sbagliano gli appellativi con cui gli si rivolgono…)

Non si umilino però e non si incattiviscano ulteriormente i 5 Stelle. Non si infierisca su chi è prigioniero (in latino captivus) delle proprie decisioni e delle riunioni fiume dove invano si cerca una soluzione. La riunione fiume è esattamente l’opposto di quanto bisogna fare e si pratica nelle aziende di tutto il mondo: i meeting si organizzano con pragmatismo, puntando a obiettivi misurabili e raggiungibili e misurando e centellinando anche i minuti.

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