Migranti, la volontà pura di Papa Francesco e Macron non piace agli italiani
L’approccio teorico al problema della povertà e dell’immigrazione di Papa Francesco e Macron è insufficiente
Francesco riceve in Vaticano con tutti gli onori il presidente francese Emmanuel Macron, in un momento di tensione tra Francia e Italia per via del cambio di politica sulle politiche dell’immigrazione da parte del Governo di Roma.
I due confermano di assomigliarsi: entrambi hanno carisma, sono grandi esperti di comunicazione e così si può interpretare l’imprevista carezza del titolare dell’Eliseo al volto del Papa (prontamente segnalata come clamorosa dai media. Spontanea o anche istintivamente concordata? Il corrispettivo della pacca sulla spalla? Ma da chi dei due nei confronti dell’altro?).
Ambedue son caratterizzati da una volontà pura: gesuitica (e del resto Francesco è il primo Papa dell’ordine fondato da Ignazio di Loyola nella storia della Chiesa cattolica). Di fronte all’Italia che negli ultimi anni ha salvato 600mila vite di migranti nel Mediterraneo, mentre i cani della gendarmeria francese li fermano alla frontiera di Ventimiglia; rispetto alla novità del Governo Conte, costituito da 5 Stelle e Lega, che sembra dire agli italiani: “Non è detto che l’Italia debba in eterno ospitare centinaia di miglia di migranti per farli bivaccare nelle sue piazze perché lo vogliono altri”, il presidente francese si appella al diritto e sostiene che un grande Paese per essere tale deve essere solidale. Dall’altra parte Francesco afferma che un Governo deve aiutare i poveri. Si ricordi il gesto del Pontefice che regalò sacchi a pelo bianchi ai senzatetto di San Pietro. Con grande probabilità divenuti sporchi nel giro di qualche ora e spazzatura il mattino dopo (e si tralasci il costo della loro raccolta a carico del Comune di Roma, già di per sé in difficolta sull’argomento).
Appunto: la volontà pura di aiutare i poveri facendoli dormire qualche ora in coperte immacolate. Tuttavia gli italiani si sono stancati del solo approccio teorico al problema della povertà e dell’immigrazione (certo ci sono le leggi, nazionali e internazionali, ma si possono cambiare). E anche così forse si spiega il risultato del voto delle ultime elezioni amministrative, con sette capoluoghi conquistati dalla Lega e l’impossibile fino a qualche anno fa: la città di Pisa amministrata da un sindaco leghista (Michele Conti).
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