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Rocca sbrocca
Coronavirus, #ripartiamo in sicurezza con una Task Force del Buonsenso

Coronavirus, #ripartiamo in sicurezza con una Task Force del Buonsenso: dalle micro imprese del territorio allo stop alla burocrazia

La riapertura della Fase 2, al netto di tutte le valutazioni in corso delle varie Task Force messe in campo, sembra, ad oggi, ancora confusa.

Forse sarebbe opportuno allineare le forze dei tecnici esperti con una Task Force del Buonsenso territoriale. Mi spiego. In questi momento l’efficienza del territorio è fondamentale. Bisogna ascoltare le persone sui territori, che hanno bene a mente i problemi veri di chi scende in campo. Questa potrebbe essere la chiave di svolta per il rilancio del Paese sin dalle primissime fasi post emergenza sanitaria. Quindi, penso ad un team composto da: artigiani, commercianti, imprenditori, le categorie dei ristoratori, dei bar, del cinema, dei teatri, di chi lavora di chi ogni giorno è in prima linea nel cercare di difendere quello che sarà il lavoro futuro che non si sa, se ci sarà.

Per esempio, mi risulta che siano già aperti ristorante della Camera dei Deputati e all’interno di altri uffici governativi. Mi sembra, quindi, non equo non aprire, sempre nel rispetto della sicurezza, i ristoranti intorno almeno per rifornire gli uffici. 

Il futuro è incerto per molte realtà lavorative, il governo non è stato in grado di dare una linea guida mentre le regioni forse riescono a capire meglio quali sono le esigenze dei propri cittadini, perciò sarebbe meglio dare una linea basica molto blanda e poi delegare alle regioni e ai comuni le misure concrete da attuare. 

Ci sono zone dove c’è stato minor contagio, si potrebbe dare loro la possibilità di riaprire prima, con le dovute distanze e le dovute sicurezze, ma almeno ripartire. Le aziende non sanno quante sanificazioni devono fare al mese o a settimana, non si ha un prezzo stabilito per le mascherine, adesso anche le farmacie minacciano di non volerle vendere. Si vuole un prezzo calmierato per tutti i dispositivi necessari per lavorare, perché gli stessi imprenditori dovendo aprire le aziende devono fare un certo tipo di investimento per i loro dipendenti.

 Ci vogliono delle azioni forti, la gente sta facendo degli sforzi enormi, e non può non notare, le spese che sta facendo il governo per pagare questi specialisti che stanno intervenendo e una classe politica a mezzo servizio ma con lo stipendio garantito in pieno. Al tal proposito, la percezione degli italiani riguardo la credibilità della nostra classe politica acquisirebbe fiducia agli occhi dei cittadini stanchi e preoccupati, se venisse accolta la proposta partita da Vito Crimi su Facebook di dimezzare lo stipendio di tutti i parlamentari di Camera e Senato per tutta la durata della legislatura. Tale operazione, oltre ad essere un gesto di grande responsabilità, porterebbe a risparmiare 60 milioni di euro che potrebbero essere usati per venire incontro alle esigenze dei cittadini, come, per esempio, finanziando buoni spesa per le persone indigenti che non riescono ad arrivare a fine mese.

 La classe politica deve dare una prova di cose certe, deve fare un gesto a favore dei cittadini che stanno facendo i sacrifici. Basta annunci roboanti che non si tramutano nella realtà dei fatti. Molte aziende che non si possono indebitare, forse visto che nessuno sta facendo fatturato, potrebbero evitare di pagare le tasse per quest’anno e una moratoria per il 2020 sarebbe un’azione di sostegno non indifferente.  Anche se il 4 maggio molte aziende riapriranno, sarà comunque un’apertura lenta, non sarà facile ricominciare, riavviare a seconda di ciascun lavoro sarà complicato. 

Bisogna considerare che l’anno andrà perso, a livello economico l’anno 2020 è irrecuperabile, quindi, bisogna solo pensare di salvare il salvabile. 

Si è parlato tanto delle esigenze di ripartenza del Calcio un comparto che fa girare tanti soldi, ma parliamo anche del Cinema, come verranno realizzati i film? Tante produzioni sono bloccate, come si potrà girare su un set in sicurezza? Ci sono tanti comparti soprattutto quello della Cultura che vanno preservati e messi in sicurezza. Il Calcio è un utile e divertente svago per gli appassionati sportivi ma l’Arte e la Cultura, con tutte le declinazioni delle varie discipline, aprono le menti e riempiono gli animi. Il mondo della Cultura vuole sapere cosa accadrà, ci sono, inoltre, tante maestranze nel cinema, come nei concerti di musica, fino alle serie tv. Tanti lavoratori dietro le quinte che devono capire come si può ricominciare.

Mi sciocca scoprire che il governo sapeva della pandemia già il 20 gennaio e che ha secretato il tutto perché troppo duro per il popolo, bisognava prepararsi e chiamare a raccolta tutti gli assessori del welfare italiani far preparare i territori, gli ospedali, ordinare le mascherine,  i guanti i kit, utilizzare quel mese per una preparazione sul territorio senza dare annunci allarmistici ma mettendo in guardia le persone, avvertendole che potrebbe arrivare questa cosa, dare delle indicazioni migliori, agli stessi medici di base che potevano in quel mese già lavorare con i guanti le mascherine.

 Avere le informazioni oggi è la cosa più importante, chi ha le informazioni ha un potere, quindi sapere che la pandemia il 20 gennaio sarebbe arrivata, e non avvisare i territori e gli ospedali per prepararli alla bufera, è stato un grave danno, è stato un mese perso che si sarebbe potuto usare per salvare vite, per preparare gli ospedali, per reagire meglio. Non me lo posso togliere dalla testa è una specie di tormento sapere che il governo sia stato così superficiale da secretare il tutto quando si aveva il tempo per reagire non è ammissibile. 

Bisognava fare un comitato di sicurezza su tutto il territorio italiano. Non regalare il 15 febbraio le mascherine ad un altro paese perché tanto nel nostro il virus non sarebbe mai arrivato. 

Siamo arrivati al punto in cui è necessario un cambiamento epocale, tornare ad un’economia di mercato più umana, dobbiamo ricominciare a rioccuparci dei territori, con iniziative di solidarietà, occuparci delle problematiche, non delegare tutto a persone che non fanno i nostri interessi. Informarsi e diventare cittadini consapevoli per reagire senza subire, ognuno di noi deve riacquistare un senso civico importante che lo faccia reagire davanti alle ingiustizie, con coraggio e determinazione per le cose giuste. 

Trovo assurdo, a tal proposito, che vogliano in qualche modo ghettizzare in orari le persone che abbiano dai 60 anni in su, mi sembra discriminatorio, ci sono sessantenni giovani che sono in super forma che non hanno patologie, che hanno degli orari super attivi, si svegliano presto, dormono di meno, quindi limitare le uscite mi sembra una cosa impossibile e ingiusta e spero che il governo la rinunci a fare. 

Con il tracciamento bisogna essere molto trasparenti, c’è sicuramente una volontà mondiale di tracciarci tutti, di sapere cosa facciamo, di controllarci, quindi la pandemia casca proprio in un tempismo perfetto. 

Il modello Veneto del Governatore Luca Zaia (che si è proiettato addirittura verso una Fase 3) mi sembra da premiare perché è un modello pratico operativo. Hanno controllato tutti, hanno isolato i malati, vanno a caccia del virus, copiamo dalle regioni che hanno usato strategie vincenti, stanno riaprendo le aziende, stanno riaprendo gli asili dove le persone che vanno a lavorare posso lasciare i loro bambini, stanno facendo una politica completamente diversa dal resto del territorio. 

Spero che anche a Roma ci facciano a tutti il tampone e poi ci controllano ma con la dovuta trasparenza. Considerato che molte persone non hanno lo smart phone, o telefonini che possano essere usati per la tracciabilità, i medici di base potrebbero creare una rete di contatti per censire i più anziani che sono sprovvisti delle nuove tecnologie e controllare lo stato di salute del paziente stesso.

È fondamentale fare i tamponi a tutto il territorio o i test sierologici, ed una volta che si ha la mappatura precisa poi dopo si potrà pensare ad una tracciabilità, mantenendo la sicurezza e la privacy degli individui tutelata, stabilendo la durata di questo provvedimento che deve essere sicuramente un modello temporaneo che poi dovrà essere eliminato. E non deve diventare un’imposizione obbligatoria, ma il cittadino deve capire che serve per tutelare la propria salute. Per questo virus l’unica cosa che si è capita è che bisogna agire in fretta, subito, senza aspettare, bisogna essere interventisti, bisogna avere dei Covid Hospital sul territorio, avere un’organizzazione territoriale molto capillare che possa intervenire nell’identificare i nuovi casi, isolarli e trattarli in tempo, l’efficienza è molto più importante del tracciamento. Non servono droni, non serve prendersela con il cittadino che corre da solo senza creare problemi, ci vuole più indulgenza, i cittadini già stanno facendo un grande sacrificio, devono vedere che le forze dell’ordine sono dalla nostra parte, non devono temerle come se fossimo tutti criminali, ci vuole il buon senso, bisogna spiegarglielo a parole senza doverli multare con cifre assurde. Ci aiuterà la rabbia, la rabbia di rivalsa, di riuscire a farcela, di riuscire a salvare tutte le aziende di questo paese, a far si che ci rimboccheremo le maniche, tutti gli italiani sono grandi lavoratori quindi sono sicura che a testa bassa ognuno farà la sua parte, io penso soltanto che la politica debba dare degli esempi veri, la pandemia ha creato una sensibilità civica che non c’era più, c’era un menefreghismo di non andare a votare, mentre adesso ci deve importare perché chi ci rappresenta poi lo fa nel bene e nel male, quindi dobbiamo dare peso a quando diciamo le cose, dobbiamo riappropriarci del nostro territorio, dobbiamo far sentire la nostra voce con petizioni, con la raccolta firme, non è possibile che vengono prese decisioni sulla nostra pelle e noi dobbiamo sempre subire.  Con educazione, idee e determinazione bisogna portare avanti le cose giuste per rimettere l’individuo al centro del mondo. 

Oggi sembriamo solo pedine che fanno parte di un gioco che è molto più grande di noi, le pedine devono diventare di nuovo protagoniste, ci vogliono dei tavoli con cui la politica si confronti con i cittadini, i veri lavoratori, per non alimentare solo gli interessi personali e dedicarsi a quelli di tutti. Dobbiamo condividere, ed occuparci anche della nostra vita quotidiana che non può essere lasciata al caso perché sennò poi ti trovi ad avere al potere delle persone che non ti rappresentano e che non ti aiutano nel momento del bisogno. 

Per fortuna la generosità è arrivata da tutte quelle associazioni sul territorio come la Caritas, la Croce Rossa e tantissime altre che da anni si battono contro la povertà ed a favore dei più deboli. 

Non è una questione di ideologia, è una questione delle cose che fanno stare bene, ci si deve riappropriare della democrazia che è di tutti, e quindi penso che adesso i cittadini saranno più consapevoli che dobbiamo fare qualcosa per le comunità e farci ascoltare e non cedere a punti importanti cardine su cui non siamo d’accordo perché questo vuole dire rinunciare a pezzi della nostra libertà ed indipendenza che poi non tornano mai più. 

La quarantena non ci deve atrofizzare la mente né fiaccare il corpo e ridimensionare la nostra vitalità. 

Dobbiamo prepararci a nuove sfide perché tra pochi giorni avremo bisogno di energia e determinazione, c’è tanto da fare. La quarantena non deve avere il sopravvento su di noi ma dobbiamo dominarla tenendoci impegnati con pensieri positivi.  Sono convinta che con tutte le precauzioni cha abbiamo imparato possiamo mettere da parte la paura. Indosseremo mascherine, guanti e via. Con tutte le distanze di sicurezza ma con la fiducia di potercela fare.

 

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