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Rocca sbrocca
Scuola,presenza di infermieri e comitato scientifico in ogni città.La proposta

Un protocollo sanitario ad hoc per la Scuola al posto dei banchi mobili con le ruote e delle mascherine da cambiare ogni quattro ore come, invece, proposto dal governo in questi ultime settimane per rispettare le regole di sicurezza e di distanziamento in classe. Questa, potrebbe essere la soluzione per far tornare i ragazzi a scuola con un monitoraggio sanitario  garantito e in una condizione più vicina alla normalità, il tutto cercando anche di non sprecare denaro pubblico destinato all’Istruzione e che potrebbe essere sfruttato per le priorità strutturali che tante dirigenti scolastici lamentano in Italia.

Un’idea, che per quanto mi riguarda, ha funzionato nell’organizzazione dell’ultima edizione del Filming Italy Sardegna Festival a fine luglio, che è stato il primo evento internazionale post Covid-19 in Italia, con un protocollo sanitario messo a punto dal Forte di Village di Cagliari che ospitava la manifestazione, per promuovere le bellezze paesaggistiche dell’isola e attrarre flussi turistici nel territorio italiano in sicurezza. Ma veniamo alla questione. Il prossimo 14 settembre gli studenti italiani torneranno a scuola e dovranno farlo in sicurezza, com’è giusto che sia, ma il mix banchi con le rotelle più mascherine proposto dal ministro dell’Istruzione Lucia Azzolina, non mi sembra possa essere un’idea efficace per la garanzia della sicurezza dei ragazzi.

Oltre al costo esagerato, già li vedo volare da una parte all’altra dell’aula  o nei corridoi con i ragazzi che li utilizzano come se fossero le macchinine del go kart, con tanti saluti per le regole di distanziamento e viva il disordine. In questo momento, poi, sono andate tutte vuote le aste indette per questo tipo di banchi, anche perché, ci si è mossi troppo tardi. Si parla di un bando europeo per i banchi mobili scaduto il 30 luglio scorso, che non sembra perciò abbia prodotto riscontro con proposte adeguate, dove si richiedeva la fornitura di almeno 1,5 milioni fino a 3 milioni di banchi mobili, i quali, per avere un’idea dell’eventuale spesa, se acquistati singolarmente sul mercato, possono avere un costo che varia dai 200 ai 400 euro.

Oltre al costo da sostenere per le mascherine, che ogni studente dovrebbe cambiare ogni quattro ore, che significa cifre enormi di mascherine. Insomma, si tratta di centinaia di milioni di euro da spendere. Pertanto, ecco la mia proposta: realizziamo un protocollo sanitario  con un comitato scientifico proprio come ho fatto per il festival.  Si eseguono, per ogni studente test sierologici che durano 5-6 giorni, intendo il test molecolare e chi ha IgG/IgM igm. Chi risulta con un esito anomalo si sottopone al tampone (io ho usato test  con risultato veloce in 20 minuti come quelli utilizzati in Veneto) così in un paio d’ore si conclude il protocollo sanitario. Diversamente, se il risultato dei tamponi non è immediato, in attesa del risultato, si  tiene la persona  48 ore  a casa in isolomento precauzionale.

In questo modo, si avrebbero tutti gli studenti testati e dentro la scuola i ragazzi potrebbero stare senza mascherina, in una condizione più vicina alla normalità.  Ogni città, dovrebbe costituire un comitato scientifico in maniera organizzata collegato ad un ospedale di riferimento locale per coordinare il protocollo, con gli infermieri operativi nelle scuole a eseguire i test agli studenti a giorni scaglionati. A mio avviso, sarebbe un protocollo sostenibile a livello economico soprattutto rispetto ai soldi che sarebbero spesi per banchi mobili e mascherine.

Un test molecolare con un pre-accordo dove si noleggi  il macchinario per un numero alto di test (sfruttando le economie di scala)  potrebbe costare 20-30 euro. Con tre test al mese per otto mesi (periodo dell’anno scolastico) ogni studente dovrebbe sottoporsi a 24 test all’anno con un costo di  740 euro  a ragazzo. Oltre agli eventuali tamponi, che statisticamente dovrebbero essere rappresentati da una parte minima indicativa del 10 per cento.

Per le scuole private parificate si può chiedere un contributo con una quota ai genitori (considerato che le gita quest’anno sono escluse) per le altre,  il governo dovrebbe stanziare un fondo da destinare alle regioni per poi garantire tale protocollo non solo nelle grandi città ma anche nelle scuole di provincia. Alla fine, sarebbe una spesa sopportabile a fronte di una situazione costantemente sottocontrollo e maggior efficacia in termini di eventuale intervento in caso di emergenza che oltre a concedere una maggiore vivibilità agli studenti, che sono i nostri ragazzi, risulterebbe utile anche per la distensione delle preoccupazioni di tutti noi genitori.

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