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Rocca sbrocca
Green pass, così turisti nel caos. Le prenotazioni dall'estero zoppicano

Una cosa è certa: tra la data del 1 luglio, giorno in cui dovrebbe partire il green pass per i viaggi in Europa e questo periodo sospeso, in cui dall'estero ricominciano a cercare di prenotare la propria vacanza in Italia, regna il caos

Il Certificato Covid digitale Ue, dovrebbe uniformare in modo molto più chiaro di quanto accada in questo momento le condizioni minime per muoversi fra i paesi dell'Unione, ma è solo un miraggio per quel che riguarda, nell'immediato, il lavoro degli operatori turistici e la circolazione aerea che dovrebbe generare i flussi turistici in Italia.

Questo è un momento cruciale e servirebbero poche e chiare regole per tutti in modo da agevolare al massimo questo re-start in maniera da renderlo il più fluido possibile. Una ripresa di cui la nostra economia, che comprende tutta la filiera del turismo e un indotto stagionale considerevole, ha un enorme necessità per non perdere la stagione e salvare il salvabile da un'annata deprimente per non dire fallimentare per il settore del turismo.

Invece, tra le compagnie aeree con un servizio a singhiozzo e le agenzie di viaggi che si ritrovano a dover fronteggiare regole non omogenee tra i paesi europei ed extraeuropei, si rischia di mettere a repentaglio la ripresa del turismo italiano.

Il turismo americano, per esempio che traina il nostro settore, è penalizzato. Ad oggi, la nostra compagnia di bandiera che nonostante la crisi del settore aereo, resta operativa, non prevede voli diretti da Los Angeles. Quindi, la domanda è: come si pensa di far arrivare i turisti in Italia quando tutti i voli, per quelli che ci sono, sono ridotti al minimo e risultano di difficile attuazione?

Poi, c'è il problema dei ticket. Fai un biglietto e ti cambiano in continuazione gli orari e la tratta di volo. Insomma dettagli, non da poco, che alla lunga scoraggerebbero anche quel piccolo Indiana Jones che vive dentro ogni turista che vuole raggiungere la sua meta preferita.

Inoltre, ci sono forti incongruenze tra le regole dei vettori aerei che trasportano i primi turisti post pandemia e i paesi che li dovranno ospitare. Questo crea un ulteriore scollamento tra aspettative, regole da rispettare e percezione dell'organizzazione di un Paese rispetto a quello che offre un'altra meta magari meno amata o battuta nella normalità ma che diventa per effetto sostituzione una nuova attrazione turistica.

Abbiamo riaperto, con un rischio calcolato e i dati sulla pandemia ci stanno dando ragione. Ora però non ci possiamo far trovare impreparati e compromettere la stagione turistica che è alle porte perché proprio in questo momento si gioca la partita delle prenotazione che valgono per la ormai prossima estate e che determinerà il successo, ma allo stesso tempo, la sopravvivenza di chi lavora di stagionalità nel turismo.

E' fondamentale calibrare le nostre offerte turistiche ma ci servono regole semplici e valide per tutti che tengano conto delle criticità sovraesposte che devono essere risolte il prima possibile per non perdere questo treno che sta passando.

Sarebbe un clamoroso autogol non essere in grado di competere nell'organizzazione con mete come Spagna e Grecia che fanno della semplicità la loro prerogativa organizzativa. Siamo il Bel Paese ma il governo, dovrebbe intervenire con decisione per chiarire queste criticità e metterci nelle condizioni di onorare la nostra tradizione.

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