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Covid: 2 pazienti ricoverati su 3 con danni a organi per mesi

Covid: 2 pazienti ricoverati su 3 con danni a organi per mesi

Quasi due terzi dei pazienti con Covid-19 ospedalizzati riportano danni agli organi anche mesi dopo essere stati dimessi. Uno studio (C-More) condotto su 58 sopravvissuti all'infezione dall'Universita' di Oxford ha scoperto, infatti, che il 60 per cento dei pazienti presentava cicatrici o infiammazione ai polmoni tre mesi dopo aver sconfitto il virus. Immagini ottenute tramite risonanza magnetica, secondo quanto comunicato sul sito di pre-stampa MedRxiv, hanno mostrato che il 30 per cento dei pazienti aveva danni permanenti ai reni, il 26 per cento al cuore e il 10 per cento al fegato. I sopravvissuti a Covid-19 avevano anche segni di alterazioni tissutali in alcune parti del cervello e hanno ottenuto risultati peggiori nei test cognitivi e fisici. Due terzi hanno sofferto di dispnea persistente e il 55 per cento aveva segni di affaticamento mentale e fisico.

 Questi risultati si aggiungono ai crescenti timori circa la salute e il benessere delle persone che riescono a sconfiggere forme gravi della malattia. Si pensa che ben 60mila persone nel Regno Unito soffrano del cosiddetto "Long Covid", che il sistema sanitario britannico ha ufficialmente riconosciuto come malattia all'inizio di questo mese cominciando a elaborare linee guida per i medici su come trattarla. La maggior parte delle persone che contraggono Covid-19 guarisce entro due settimane e soffre di febbre, tosse e perdita dell'olfatto o del gusto per diversi giorni. Non e' cosi' per un piccolo numero di pazienti ricoverati, spesso anziani o affetti da malattie pregresse, tra cui patologie cardiache, diabete e asma. Per questo motivo, il team di Oxford ha affermato che e' "difficile sapere" esattamente quanto del danno osservato negli organi dei pazienti fosse "preesistente e quanto sia stato causato da Covid-19". Lo studio ha anche scoperto che i pazienti avevano maggiori probabilita' di segnalare sintomi di ansia e depressione e una significativa compromissione della loro qualita' di vita rispetto al gruppo di controllo. "Il nostro studio ha valutato i pazienti che si stavano riprendendo da Covid-19 dopo il ricovero in ospedale, due o tre mesi dall'esordio della malattia", riferisce Betty Raman, cardiologa di Oxford e co-responsabile di C-MORE. "Sebbene abbiamo riscontrato anomalie in piu' organi, e' difficile sapere quanto di questo fosse preesistente e quanto sia stato causato dal Covid-19. Tuttavia, e' interessante vedere - continua - che le anomalie rilevate tramite risonanza magnetica e la capacita' di esercizio nei pazienti erano fortemente correlate con i marcatori sierici dell'infiammazione. Questo suggerisce un potenziale collegamento tra infiammazione cronica e danni agli organi in corso tra i sopravvissuti". Infine, conclude: "Questi risultati sottolineano la necessita' di esplorare ulteriormente i processi fisiologici associati a Covid-19 e di sviluppare un modello olistico e integrato di assistenza clinica per i nostri pazienti dopo la loro dimissione dall'ospedale".

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