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Coronavirus
Covid, Figliuolo: "Vaccinato con doppia dose il 65% degli over 12"
 Francesco Paolo Figliuolo
Lapresse

Vaccino, terza dose: mentre l'Italia vanta ormai oltre 70 milioni di dosi somministrate, nel mondo si discute sul destino della terza dose

Oggi in Italia si raggiungeranno 73 milioni di dosi somministrate, pari al 70% di persone raggiunte con prima dose (considerando la popolazione vaccinabile over 12) e oltre il 65% di quelle completamente vaccinate. Lo rende noto l'ufficio del commissario straordinario per l'emergenza Covid-19, Francesco Paolo Figliuolo. Si tratta di “un grande risultato che si deve anche ai giovani nella fascia 12/19 anni che da soli hanno richiesto negli ultimi giorni oltre il 20% delle dosi ottenendo così la massima protezione nei confronti del Covid-19”, ha commentato.

“Dati che suddivisi per fasce di età”, si spiega, “permettono di avere un quadro confortante dove vediamo che il numero dei vaccinati raggiunge oltre il 91% nella fascia over 80, oltre l'86% nella fascia 70-79, oltre l'80% nella fascia 60-69, e oltre il 71% nella fascia 50-59”. Il commissario straordinario Figliuolo ha evidenziato l'andamento positivo della campagna, sottolineando che tra le priorità vi è la fascia 50-59. Inoltre, obbiettivo importante, è quello di “raggiungere il più grande numero possibile di giovani e di persone che appartengono al settore scolastico e universitario, in modo da favorire la massima sicurezza per le riaperture degli istituti di formazione nel mese di settembre”.

La terza dose di vaccino, da dibattito accademico, sta diventando tema di stretta attualità in tutto il mondo, stretto nella morsa della variante Delta. Con una duplice motivazione: la Delta appunto, molto più contagiosa delle precedenti versioni del virus Sars-Cov.2, e il fatto che essendo passati molti mesi ormai, almeno nei paesi occidentali, dall'avvio delle vaccinazioni, si fa largo il timore sempre più concreto che gli anticorpi nei primi immunizzati stiano tornando sotto il livello di guardia.

In Israele, apripista dall'inizio della campagna vaccinale, sono già partiti. Da metà settembre sarà la volta della Francia, “per anziani e fragili”. E in Usa tra oggi e domani l'Fda darà il via libera, cominciando con gli immunodepressi, per Pfizer e Moderna. Come proprio in Israele, dove chi ha avuto la prima dose a gennaio ha una protezione dal contagio scesa, secondo le autorità sanitarie, al 16%, anche se va sempre sottolineato che rimane molto robusto, ovunque si siano fatti studi “real life”, ossia sulla popolazione effettivamente vaccinata, lo scudo contro sintomi gravi, ricoveri e decessi.

Ma la variante Delta, è la convinzione generale, va comunque fermata, per evitare che l'autunno assuma ancora una volta tinte fosche e che i contagi incontrollati portino alla nascita di nuove varianti ancor più pericolose. Non a caso si sono mosse per la terza dose anche la Gran Bretagna e la Germania, anche loro pronte per settembre. In Italia il dibattito tra gli esperti è ancora in corso, e ministero della Salute e Cts hanno più volte detto che bisognerà aspettare dati più solidi sia sull'effettiva efficacia di un nuovo “richiamo”, sia sui possibili rischi. Anche se siamo pronti, come assicurato dal commissario straordinario Francesco Paolo Figliuolo: “Siamo attrezzati per la terza dose, ma credo che sia più un richiamo. Non si sa ancora della reale necessità, ma noi siamo attrezzati”.

Da quanto filtra, dopo l'estate una decisione sarà presa, in un senso o nell'altro, ed è probabile che, se nel frattempo non arrivano dalle esperienze estere evidenze di senso opposto, anche da noi si inizi a studiare una terza dose per gli anziani e le categorie fragili (malati cronici, oncologici ecc.), che paradossalmente, tolti gli operatori sanitari (per i quali anche si valuterà l’opportunità di un altro richiamo) sono i più a rischio anche perché vaccinati molto prima delle fasce di età più giovani.

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