Secondo i dati Eurostat, a partire dal mese di marzo 2020 in Italia l’eccesso di mortalità - rispetto al quadriennio 2016-2019 - è stato del 20,4%, inferiore a quello della Spagna (23,6%), del Belgio (20,8%) e della Polonia (23,2%) ma superiore a quello della Francia (13,2%), della Germania (7%), dell’Olanda (14,7%) e del Portogallo (13,9%). E’ quanto emerge dal Rapporto prodotto congiuntamente dall’Istituto nazionale di statistica e dall’Istituto superiore di sanità.
L’Italia e la Spagna hanno condiviso per prime il drammatico incremento dei decessi già a partire dal mese di marzo, ma mentre in Italia la tendenza all’aumento si arresta dal mese di aprile, per la Spagna l’incremento procede ancora per alcune settimane fino a far registrare l’aumento più consistente della prima ondata epidemica (80% dei decessi in più).
Francia e Germania hanno sperimentato un eccesso di decessi più contenuto durante la prima ondata, con il picco di incremento nel mese di aprile prossimo a quello dell’Italia nel caso del dato francese (41,7% e 36,4% rispettivamente). La Germania presenta invece durante la prima ondata un aumento dei decessi inferiore al 10%.
A partire da luglio i decessi iniziano di nuovo ad aumentare, soprattutto in Spagna. Negli altri Paesi, inclusa l’Italia, il ritmo di incremento è più lento fino al mese di ottobre quando si verifica una nuova fase di rapida crescita dei decessi rispetto alla media del 2016-2019.
In Germania, dove l’incremento autunnale dei decessi era apparso posticipato di un mese rispetto agli altri Paesi, l’eccesso di mortalità è continuato a crescere fino a dicembre, al contrario degli altri Paesi in cui è stata osservata una riduzione dell’eccesso di mortalità nell’ultimo mese dell’anno. Particolarmente accentuati durante la seconda ondata risultano i valori dell’eccesso di mortalità riferiti alla Polonia. Per quanto riguarda il Belgio, a differenza di molti altri Paesi europei, presenta un rialzo dei casi a partire dal mese di luglio e la curva degli eccessi è quasi sempre superiore nel confronto con gli altri.
“Questi confronti – si legge nel Report - seppur importanti, hanno in sé dei forti limiti in quanto non tengono conto della diversa struttura per età delle popolazioni e della completezza dei dati forniti da ciascun Paese".
In molti Paesi la correlazione tra la popolazione over80 e l’incremento percentuale dei decessi tra marzo e dicembre 2020 è massima: tra di essi “spicca l’Italia che presenta la quota più alta di popolazione più esposta a rischio e un elevato eccesso di decessi. L’effetto della diversa proporzione di popolazione anziana, tuttavia, non sembra sufficiente a dar conto delle differenze nell’eccesso di mortalità quando si confrontano i dati di Paesi, quali ad esempio la Germania, dove a fronte di una proporzione di persone di 80 anni e più leggermente inferiore rispetto all’Italia, si è osservato un incremento dei decessi totali decisamente più contenuto.
Nella spiegazione dell’eccesso di mortalità le differenze osservate possono essere dovute a molteplici fattori: dalla rapidità di diffusione della prima ondata in alcuni Paesi, dalla velocità di diffusione e dalle misure di contenimento e mitigazione intraprese. Resta tuttavia importante anche la struttura per età delle popolazioni, con i Paesi più ‘anziani’ tendenzialmente più penalizzati”.
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