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Coronavirus
Rientro a scuola il 10 gennaio? Il caos politico che agita studenti e genitori
Gli studenti del Liceo milanese Parini protestano contro le restrizioni dovute alla pandemia, alla quale i giovani hanno pagato il prezzo più caro (Ipa)

Variante Omicron: "Posticipare il rientro in classe"

Si torna davvero a scuola tra il 7 e il 10 gennaio? Il governo Draghi procede dritto per la sua strada, ma il dilagare dei contagi riaccende il dibattito politico sull'opportunità di questa scelta e milioni di genitori si chiedono come organizzare la vita della propria famiglia, nel caso i figli dovessero tornare alla temuta didattica a distanza. La variante Omicron appare davvero fuori controllo e l'impennata dei contagi spinge a prevedere che presto si possa arrivare a quota due milioni di positivi. Il timore è particolarmente elevato per i giovani, una fascia a rischio per la mancanza della copertura vaccinale.

Dati allarmanti tra i giovanissimi: basteranno le mascherine Ffp2?

Circa un contagio su quattro, rivela la Società italiana di pediatria, riguarda nell'ultima settimana gli under 20. In un mese i ricoverati tra gli under 19 sono aumentati di quasi 800, 791 per la precisione, passando da 8.632 a 9.423. Per quanto riguarda i bambini sotto i 12 anni, c'è anche il problema dell'andamento a rilento della campagna vaccinale, che ha raggiunto appena il 10% di immunizzati, quota che sale al 70% tra i 12enni e i 19enni. Benché nelle scuole stiano arrivando le forniture di mascherine Ffp2, questi dati sollevano una forte preoccupazione tra i Presidenti di Regioni, tra i quali si sta affermando la tentazione di rinviare il rientro in classe.

De Luca chiede il rinvio: "Se necessario, la Campania è pronta a decidere da sola"

Il primo a proporre il rinvio è stato il Governatore della Campania Vincenzo De Luca, che stigmatizzando la dad come “discriminatoria”, suggerisce di posticipare la ripresa di due/tre settimana. Di fronte alla fredda reazione del governo, l'esponente del Pd rincara la dose: “Componenti interne al governo impediscono scelte nette, efficaci e in tempo utile. Si è perso del tempo prezioso senza prendere decisioni nette, seguendo la linea delle mezze misure”, ha detto alla Stampa. Oltre a chiedersi “cosa si aspetti a varare un piano per la sicurezza serio, che impegni decine di migliaia di agenti per controllare il rispetto delle ordinanze?”, De Luca prospetta che la Campania trovi una soluzione per conto proprio: “La decisione spetta al governo", ricorda, ma "se poi la situazione dovesse diventare drammatica, la Regione farà quello che ritiene necessario per la tutela della salute pubblica". 

Anche Zaia è disponibile a rivedere il calendario scolastico

Il governatore del Friuli Massimiliano Fedriga (Lega) presidente della Conferenza Stato-Regioni, ha convocato per oggi il summit per discutere anche le nuove regole in merito alla quarantena in caso di alunni positivi. Il suo collega di partito Luca Zaia, presidente del Veneto, ha già anticipato un passo nella direzione auspicata da De Luca: “Tifiamo tutti per la ripartenza il 10 gennaio, ma se ce lo consigliassero gli scienziati, non sarebbe una tragedia rinviare all'inizio di febbraio", ha detto al Corriere della Sera. E poi aggiunge: "Ci vuole l'onestà intellettuale di avvisare i cittadini. Se i dati epidemiologici dovessero peggiorare, l'ipotesi dello slittamento della data del ritorno in classe è sul tavolo". Pur auspicando “una regia nazionale”, Zaia ricorda inoltre che lo scorso anno il Veneto fece questo tipo di scelta "e così ci salvammo". Inoltre, il governatore propone "di valutare l'introduzione dell'automonitoraggio a scuola", che consiste nel consegnare "a tutti gli studenti, una o due volte alla settimana, un kit per il test fai da te". In questo modo, "riusciremmo ad intercettare i positivi prima che il contagio dilaghi".

Azzolina polemica: "La dad per i non vaccinati non si può fare"

Decisamente contraria alla dad, un provvedimento che si renderebbe necessario per gli studenti non vaccinati, è l'ex ministra all'Istruzione Lucia Azzolina (M5S), che da tempo si batte per la didattica in presenza. Dal suo punto di vista, quello sulla didattica a distanza per i non vaccinati è “Un dibattito sterile: questa cosa, semplicemente, non si può fare. La scuola non può sapere chi è vaccinato o chi non, in assenza di una norma che prescriva l'obbligo vaccinale per studentesse e studenti. O, meglio, non ha proprio il diritto di saperlo. Pena anche la violazione della privacy di ciascuno. Lo hanno ricordato più volte i dirigenti scolastici negli ultimi giorni. Quindi, invece di perdere tempo su una ipotesi palesemente discriminatoria, a 4 giorni dal rientro in classe sarebbe il caso di dare risposte sulla fornitura delle mascherine Ffp2 per tutti e sul ripristino del metro di distanza in classe”.

Un dibattito decisamente acceso, che si trasforma anche in una corsa contro il tempo. Oltre alle legittime preccupazioni che la variante Omicron sta causando sul versante sanitario ed economico, senza una soluzione rapida si aprirà presto un altro problema per gli studenti e le loro famiglie, costrette a riorganizzarsi tra le difficoltà della dad, il reperimento dei necessari device e la difficile conciliazioni tra impegni lavorativi e genitoriali. A due anni dall'inizio della pandemia, la scuola è ancora in alto mare, ulteriore indice di una scarsa attenzione che, purtroppo, non è una novità di questa difficile fase storica. E, nel contesto specifico del dramma-Covid, i giovani continuano a pagare il prezzo più alto.

 

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