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Coronavirus
Vaccino, cresce il prezzo e il rischio di non darlo ai paesi poveri

La pandemia sta mostrando, se per caso ce ne fosse stato ancora bisogno, che l’egoismo e le diseguaglianze economiche continuano ad emergere e si evidenziano maggiormente nei momenti di criticità. Il caso più eclatante riguarda i vaccini. Comprensibili da un punto di vista economico ma non accettabili da quello morale le giravolte riguardo alle destinazioni delle dosi di vaccino di importanti multinazionali. Giravolte fatte nelle ultime due settimane.

Le americane Pfizer e Moderna hanno ritardato l’invio di prodotto all’Europa guarda caso in concomitanza dell’annuncio di Joe Biden di voler vaccinare nei primi 100 giorni della sua amministrazione oltre 100 milioni di americani. Sono americane entrambe e lo chiede il loro presidente, come darle torto? Certo, comprensibile, se non fosse per i contratti che hanno firmato con l’Europa. E poi, oltre alla ragion di stato, il business è sempre il business e la responsabilità sociale solo una bella parola.

E qualcosa di analogo sta succedendo pure con AstraZeneca, che avrebbe dovuto risolvere anche i nostri problemi italiani. Anche qui le sirene della patria, quelle inglesi, che hanno la quota di maggioranza nel gruppo anglo-svedese,  hanno richiamato all’ordine e chiesto di dare priorità al Regno Unito.

E del rispetto del contratto scritto e firmato? Se ne parlerà più avanti.

L’evidente e crescente problema di carenza di solidarietà è stato avvertito anche a livello di OMS. Il direttore generale dell'Organizzazione mondiale della sanità (OMS), Tedros Adhanom Ghebreyesus, ha detto, durante l'assemblea parlamentare del Consiglio d'Europa, che il 75% dei vaccini già disponibile è concentrato in soli dieci paesi e che la vaccinazione ritarda ovunque.

“I vaccini contro il COVID-19 vengono somministrati in 50 paesi in tutto il mondo, quasi tutti paesi ricchi ed il 75% delle dosi è stato distribuito in soli dieci paesi ", ha affermato l’alto funzionario.

Secondo Tedros “sarebbe moralmente sbagliato se gli adulti più giovani e più sani dei paesi ricchi potessero vaccinarsi prima degli anziani e degli operatori sanitari dei paesi poveri. La situazione è aggravata dal fatto che la maggior parte dei produttori ha dato la priorità all'approvazione normativa nei paesi ricchi, piuttosto che presentare dossier completi all'OMS per l'elenco di emergenza".

Il funzionario dell'OMS si è dichiarato preoccupato riguardo al ”reale pericolo" che il vaccino venga dato solo ai paesi ricchi mentre gran parte del mondo sia lasciata indietro. Inoltre si sta vedendo con preoccupazione come gli accordi bilaterali tra aziende e paesi stiano provocando una corsa al rialzo dei prezzi.

Quale sarebbe allora la soluzione a questo drammatico e immorale problema?

Secondo il direttore dell’OMS l’uguaglianza sarebbe la chiave per porre fine alla pandemia.

“L'equità dei vaccini non è solo un imperativo morale. La fine della pandemia dipende da questo ", ha confermato Tedros, che ha criticato pesantemente quei paesi che hanno acquistato vaccini più del necessario.

Per il direttore dell'OMS, sarà fondamentale che il programma Covax, l'iniziativa internazionale per portare questa massiccia campagna di immunizzazione in tutti i paesi, riceva "presto" quelle dosi extra e "non i resti che rimarranno tra molti mesi. "

Questo programma ha ricevuto contributi finanziari da molti paesi europei, ma al momento sono ancora insufficienti per raggiungere l'obiettivo dei 2 miliardi necessari.

"Dobbiamo lavorare insieme per dare la priorità a coloro che presentano il più alto rischio di gravità o morte in tutti i paesi", ha concluso Tedros.

Uno studio della Camera di Commercio Internazionale ha avvertito che il "nazionalismo da vaccino" potrebbe costare all'economia mondiale fino a 9,2 trilioni di dollari, di cui 4,5 trilioni ricadrebbero sulle economie più ricche. Ma tutti, produttori e nazioni sembrano far finta di non capire.

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