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Costume
Tiziana Rocca lancia la sua biografia: "Così porto il nostro cinema negli Usa"

Tiziana Rocca si racconta nella sua autobiografia dal titolo: “Immaginare l'impossibile. Una storia di vita, di successo e di coraggio”

Tiziana Rocca, da tutti riconosciuta come “la regina degli eventi”, si racconta per la prima volta attraverso
le pagine della sua biografia dal titolo: “Immaginare l'impossibile. Una storia di vita, di successo e di
coraggio
”.

In parallelo alle vicende personali e al racconto degli incontri con i personaggi del jet set
internazionale e del mondo del cinema emerge, da subito, una grande capacità professionale e una forte
attitudine alla produttività.

All'inizio con i primi grandi eventi legati al marketing dei brand, oggi come
ideatrice e produttrice di festival cinematografici che richiamano e attorno a cui sfilano i più importanti
protagonisti del mondo cinema.

Tiziana Rocca da 25 anni regina degli eventi in Italia ma non solo. Come inizia la sua avventura professionale?

Sono stata pioniera in un modo di comunicare diverso in cui ho sempre messo passione e negli anni mi sono sempre reinventata, è una mia prerogativa. Ancora oggi cerco di reinventarmi tutti i giorni.

Che mondo era e qual è stata la sua intuizione che l'ha poi consacrata al successo?

Ho iniziato a lavorare in un mondo che era completamente al maschile e per eventi che all'epoca erano, più che altro, solo istituzionali. Non mi sono mai posta il problema di essere in minoranza di genere, anzi, ho sempre cercato di essere apripista in tutte le idee che ho avuto. Sono stata la prima, per esempio, ad applicare gli eventi come marketing per le aziende come il lancio della Smart o come per H3G (azienda di telefonia mobile più conosciuta come Tre Italia) per cui ho curato eventi dall'inizio per 12 anni e poi tantissimi altri brand.

Oggi è produttrice e direttore di festival cinematografici sia in Italia che negli Stati Uniti, quali sono i suoi impegni nel mondo del cinema?

Sono il primo produttore donna di Festival di Cinema in Italia. Sono stata sei anni direttrice del Taormina Film Fest, cinque anni ideatrice e direttrice del Filming Italy Sardegna Festival a Forte Village. Parallelamente, da nove anni lavoro con gli Stati Uniti dove ho ideato e creato il Filming Italy LosAngeles, il più grande motore a livello mondiale di produzione di film e serie tv italiane perché ho realizzato una piattaforma che è vista in tutti gli Stati Uniti d'America. Da Dallas a Boston, New York, San Francisco, Washington e anche centri più piccoli dislocati su tutto il territorio americano.

Il cinema italiano in America ha avuto grande visibilità grazie al Filming Italy Los Angeles, è questo il suo scopo?

Lo scorso anno abbiamo avuto 95mila ore di film visti, circa 351mila views l'anno e ogni anno aumenta. Il festival si svolge dal vivo ma grazie alla piattaforma il cinema italiano e i suoi grandi classici possono arrivare anche nei posti più sperduti. Abbiamo tutta una sezione dedicata ai classici quest'anno realizzata con il centro sperimentale, l'anno scorso con la Titanus per i film restaurati perché comunque gli italiani che vivono in America hanno una grande nostalgia e amano rivedere l'Italia nei film d'epoca.

Promuovere il cinema made in Italy?

Sì certo e poi cercare di promuovere i nostri attori. Ho ottenuto due stelle sulla Walk Of Fame per due star italiane. Una per Gina Lollobrigida che abbiamo ritirato nel 2018, l'altra per Giancarlo Giannini che ritireremo il prossimo 6 marzo alla Walk of Fame a Hollywood. Un successo ottenuto dal Filming ItalyLos Angeles per la promozione fatta in America ai nostri talenti.

E per le nuove generazioni?

Assolutamente dobbiamo fare di più per promuovere i nostri attori importanti ma anche i giovani. Per esempio, gli attori italiani che già vivono in America e che hanno anche ruoli all'interno di film americani che vengono poco valorizzati in Italia. Ma questo vale anche per la promozione dei costumi. Con la sartoria Tirelli abbiamo realizzato una partnership che va avanti da alcuni anni per promuovere l'italianità, che siano i costumi o le stupende scenografie del grande Dante Ferretti. Insomma, il made in Italy. Mi sembra giusto che dobbiamo essere noi i primi a promuovere i più grandi che hanno vinto gli Oscar e che hanno portato l'Italia nel mondo.

Quindi è coinvolge tutto il comparto cinematografico compresi i grandi maestri dei mestieri del cinema?

Abbiamo creato anche un premio effetti speciali che l'anno scorso ha vinto per la prima volta “Freaksout” perché stiamo diventando bravi anche negli effetti speciali. Cerchiamo a 360 gradi di promuovere l'italianità a Hollywood ma anche di attirare, attraverso la bellezza dell'Italia, produttori stranieri pervenire a girare film nel nostro territorio.

Investire in Italia, in che modo?

Anche con la presentazione di nuovi bandi come, per esempio, quello della Regione Lazio che negli ultimi due anni ha registrato un successo di richieste perché in America, a volte, possono non sapere gli investimenti che vengono fatti in Italia.

Quanto è difficile in un Paese come l'Italia affermarsi come donna?

Cerco sempre di essere apripista e inventarmi nuovi progetti. Per i ruoli all'interno del mondo del Cinema però è molto difficile, c'è scetticismo. Come direttore di festival, per esempio, siamo due donne in Italia. Spesso per noi donne, e mi riferisco alla parte produttiva di un progetto, pur essendo meritevoli professionalmente e con i riconoscimenti all'estero, è meno facile. Anche se qualcosa sta cambiando. Il mondo sta cambiando e dobbiamo farci trovare pronte per cogliere nuove opportunità e a ritagliarci il nostro spazio senza mai arrenderci.

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