In trend con quasi 5mila tweet, è esploso il caso Cairo. L’editore piemontese, infatti, campeggia sulle bacheche degli utenti subissato dalle critiche. Accuse su tutti i fronti: Torino (di cui è presidente), Corriere della Sera e La7. Le polemiche cominciano ieri mattina, quando il quotidiano di via Solferino, pubblica alcune frasi del neoministro della Funzione Pubblica Renato Brunetta: “Basta smartworking, i dipendenti pubblici tornino in ufficio”. Parole che però l’esponente di Forza Italia aveva pronunciato in un’intervista rilasciata a Tgcom24, nel giugno del 2020. Partono i primi mal di pancia. “Non è un caso che il Corriere della Sera pubblichi un vecchio audio di Brunetta. Da LA7 al Corriere il gruppo Cairo è in movimento per sfasciare il governo Draghi”, scrive Giuseppe Tatarella.
A stretto giro la retromarcia del Corsera: “Per un disguido e un nostro errore di cui ci scusiamo con il ministro per la Pubblica amministrazione Renato Brunetta e con i lettori, è andato online un articolo su una vecchia intervista dell’allora deputato Brunetta che riguardava un contesto completamente diverso in cui si pensava di poter tornare alla normalità”.
Nel pomeriggio, i canali social de La7 svelano il nome dell’ospite che Lilli Gruber intervisterà in serata a Otto e Mezzo: Rocco Casalino. Apriti cielo. “La Sette di Cairo ospita in prima serata Rocco Casalino per l'agiografia di Giuseppe Conte”, twitta Enrico Ciccarelli. “Uscito da Palazzo Chigi, Casalino si è insediato a Palazzo Cairo”, scrive Marieta. E ancora: “Casalino, Cairo…. Io vorrei capire i rapporti tra questi soggetti”, osserva Barney Gumble. Ma l’intervista al portavoce dell’ex premier, a pochi giorni dall'uscita del suo libro, è una ghiotta anteprima.
“Risulta che le vendite del Corriere stiano crollando e la Gruber abbia ascolti più bassi della Palombelli”, tuona Carlo Pincelli che forse non conosce bene i dati auditel che attestano il contrario: ieri sera Otto e Mezzo in access prime time, con Rocco Casalino, ha fatto il 10% di share, 2.770.000 spettatori.
Ma non è finita qui. Urbano Cairo, presidente anche del Torino Calcio, ha ricevuto rilievi pure sul fronte della gestione sportiva dei granata. “Ormai da anni vedo il Toro, una squadra che mi sta nel cuore per la sua leggenda e tragedia, senza una identità, né tecnica, né agonistica. In 16 anni di presidenza, Cairo ha cambiato 22 allenatori, il longevo Ventura, ma la gente del Toro merita molto di più”, scrive il giornalista Maurizio Pistocchi.
Notizie vere, verosimili e bufale: un guazzabuglio. Ma d’altra parte, parafrasando una vecchia espressione del film Prima Pagina, “È la rete bellezza, e tu non ci puoi fare niente”.
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