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Cronache
"Carceri, focolai Covid: positivi 900 detenuti. Né Pass né Ffp2, abbandonati"

Carceri, aumentano i contagi Covid nelle strutture. De Fazio (Uilpa): "Si aggiorni il protocollo sanitario e intervenga il Governo"

Complice la variante Omicron, dilagano i contagi Covid nelle carceri italiane, dove i positivi al virus fra i detenuti sono circa 900 e circa un migliaio quelli fra gli operatori, con focolai di vastissime proporzioni. Un caso su tutti quello della Casa Circondariale di Verona, "dove secondo le nostre informazioni sarebbero circa 140 fra i reclusi e una trentina fra la Polizia penitenziaria gli affetti da Coronavirus. Continua la lotta "al nemico invisibile che ha potenziato enormemente le proprie armi con strumenti divenuti ormai inefficaci, come fossimo difronte alla prima sequenza del virus isolata a Wuhan". A riferirlo è Gennarino De Fazio, Segretario Generale della Uilpa Polizia Penitenziaria.

"Difatti, mentre per contrastare l’eccezionale virulenza della nuova variante della SARS-CoV-2 il Governo, con il decreto festività, ha varato nuove misure per stadi, cinema, teatri, trasporti, etc., conclamando la sostanziale inerzia in tema di politiche penitenziarie, nulla ha sinora previsto per le carceri, al di là di un obbligo vaccinale per gli operatori, la cui efficacia contro la variante Omicron sembra peraltro ridotta", continua De Fazio. "Non è richiesto Green Pass (neppure quello semplice) a utenza e visitatori, fra cui detenuti e rispettivi familiari che si recano a colloquio, avvocati, etc. e non vi è dotazione di mascherine FFP2, le quali non sono obbligatorie; insomma, niente di niente".

"Per tali ragioni - chiosa De Fazio - nella mattinata odierna abbiamo indirizzato una nota al Direttore generale del personale, Parisi, e per conoscenza, oltre che ai Capi di DAP e DGMC, Petralia e Tuccillo, anche ai Ministri della Salute e della Giustizia, Speranza e Cartabia, con la quale abbiamo richiesto l’aggiornamento del ‘Protocollo Quadro per la Prevenzione e la Sicurezza nei luoghi di lavoro in ordine all’emergenza sanitaria da Covid–19’ risalente al 23 ottobre 2020”.

Il Segretario Generale UILPA Polizia Penitenziaria prosegue: “Stanti i proverbiali ritardi della politica e dei Governi per ciò che concerne le questioni carcerarie, non possiamo far altro che affidarci alla sensibilità dimostrata dai Vertici dipartimentali, soprattutto in tema di politiche di contrasto al COVID-19, per cercare di arginare gli effetti di questa quarta ondata della pandemia. Attraverso l’aggiornamento del Protocollo sanitario, pensiamo che si possano prevedere misure e accorgimenti adeguati alla contagiosità della nuova variante, dotando anche tutti coloro che vivono o operano in carcere di mascherine FFP2”.

“Nondimeno, auspichiamo che il Governo, nella riunione del Consiglio dei Ministri prevista per oggi, vari specifici provvedimenti in tal senso e, non ultimo, che si appresti a promuovere un pacchetto di norme specifiche per affrontare la complessiva emergenza penitenziaria, che è ormai di dimensioni straripanti. Nostro malgrado – conclude il Segretario della UILPA PP –, continuiamo a pensare che, al di là delle dichiarazioni di circostanza, si perduri nel sottovalutare e trascurare tutte le problematiche aperte e mai compiutamente affrontate, con effetti che potrebbero essere ancora una volta drammatici”.

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