Cronache
Consip, babbo Renzi e il tintinnar di manette. Il fatto non sussiste? Pazienza

@LorenzoLamperti
Al ladro, al ladro. Il grido si leva alto e fragoroso, nel blu dipinto di blu. Succede spesso, anche quando poi si scopre che di ladri non c'è nemmeno l'ombra. E in quel caso, chiaramente il grido diventerà un flebile lamento pressoché impercettibile a orecchio umano. E' la dura legge del gol, bellezza, cantavano gli 883 oramai venti estati fa. Tangentopoli era passata da poco e in effetti lì di palloni in rete la magistratura ne aveva messi parecchi, se si possono intendere sentenze di condanna a carico di eminenti figure politiche con questa volgare metafora calcistica.
Negli ultimi tempi, per la verità, di gol se ne vedono un po' pochini. Colpa delle fughe di notizie? Delle talpe misteriose che si annidano negli uffici delle procure? Di leggi ad o contra personam? Del destino cinico o baro? O magari anche, ogni tanto, di inchieste che di fumo ne hanno tanto ma del cosiddetto arrosto non v'è nemmeno traccia?
Ci ricordiamo tutti (anzi no, forse non se lo ricordano in molti) il caso di Federica Guidi, no? Per non parlare dei vari Cancellieri, Turco, Boni, Marino, Penati. Elenco parziale di inchieste finite con assoluzioni se non additittura con archiviazioni prima di arrivare al processo. Tutti episodi che dovrebbero suggerire una certa prudenza prima di esporre alla gogna e al pubblico ludibrio un indagato. Invece no. Perdiamo i peli ma non il vizio.
E così ecco il nuovo gigantesco mega iper scandalo. Direttamente dalla collezione inverno 2017: l'inchiesta Consip. Non discutiamo la bontà delle intenzioni dei magistrati e l'obbligatorietà dell'azione penale, ci mancherebbe altro. Ma qui, ancora una volta, si fanno i processi prima ancora che cominciano e le sentenze vengono emesse senza bisogno di dibattimento e, verrebbe da dire, senza nemmeno bisogno di prove.
La norma che regolamento il reato di traffico di influenze illecite, come spiegato da diversi penalisti nelle interviste realizzate da Affaritaliani.it negli scorsi giorni, è strutturata in maniera quantomeno discutibile e consente all'accusa di muoversi sotto un ombrello discrezionale piuttosto ampio. Ora, magari Tiziano Renzi (e tutti gli altri coinvolti nel caso Consip) saranno riconosciuti colpevoli tra alcuni anni. Oppure tra qualche mese, o settimana, si sgonfierà tutto quanto. Ma la prima sentenza è già arrivata, ed è quella del nuovo grado di giudizio, il più kafkianamente importante: il processo mediatico.
E se alla fine il fatto non sussiste? Pazienza. L'importante è che nel frattempo, in attesa di capirlo, si levi al cielo forte e chiaro quel grido: "Al ladro, al ladro".