Consip, Catalano: "Traffico di influenze? Reato basato sul nulla" - Affaritaliani.it

Cronache

Consip, Catalano: "Traffico di influenze? Reato basato sul nulla"

INTERVISTA/ L'avvocato Salvatore Catalano analizza gli aspetti legali del caso Consip e il rapporto tra magistratura e politica

di Lorenzo Lamperti
twitter11@LorenzoLamperti

"Con il nuovo codice di procedura penale, quindi dal 1989, si è scatenata la gara per chi ha più potere tra potere giudiziario e potere legislativo. Il potere esecutivo non lo considero neanche. Tra giudiziario e legislativo si è scatenato un grande match e in questo momento vince la magistratura 3 a 0". A parlare è l'avvocato Salvatore Catalano (protagonista di tanti grandi processi, da Mani Pulite alla P2 fino alla Costa Concordia), che in un'intervista ad Affaritaliani.it analizza gli aspetti legali del caso Consip e il rapporto tra magistratura e politica.

Salvatore Catalano, che idea si è fatto dell'inchiesta Consip?

L'idea che mi sono fatto di questa indagine che è partita da Napoli, con tutto il rispetto per i magistrati inquirenti napoletani, non è per niente rassicurante. Ci sono state diverse altre indagini più o meno dello stesso tipo, che vedevano sempre coinvolti personaggi (politici e non) di elevato clamore mediatico. Indagini che poi sono finite sostanzialmente in niente. In questo caso, trattandosi di un'inchiesta che ha una ricaduta importante sul piano politico, tutte queste fughe di notizie lasciano molto perplessi. E lasciano molto perplessi non solo i penalisti come me ma anche qualsiasi cittadino di buon senso.

Come si spiega questa immensa fuga di notizie sulla quale tra l'altro la procura di Roma ha aperto un'indagine?

Può essere che ci sia dietro una ricerca del consenso popolare. In ogni caso quanto ho detto sulla procura di Napoli aveva carattere generale e non specifico. Passando alla procura di Roma invece, io conosco personalmente da molti anni il dottor Ielo. Abbiamo fatto Tangentopoli insieme, io da avvocato e lui da pm. Mi sembra che la magistratura romana sia molto più rigorosa rispetto alle fughe di notizie, difficilmente escono notizie su indagini svolte dal dottor Ielo. Per questo mi sento di dire che se in questa vicenda c'è stata una fuga di notizie mi sembra difficile che questa sia potuta avvenire da Roma.

Qual è la sua valutazione del reato di traffico di influenze illecite?

Le rispondo da ex responsabile dell'ufficio Giustizia della Democrazia Cristiana e non solo da avvocato. Non ho nessun problema a dire che questa norma è la prova lampante dell'assoluta inefficienza e mancanza di cultura del nostro potere legislativo. Il potere legislativo dimostra di non essere all'altezza di compiere il proprio lavoro con una certa diligenza. Questo articolo così come è concepito conferisce agli uffici delle procure un'eccessiva discrezionalità.

Ritiene dunque che questa fattispecie di reato consegni a chi indaga un potere discrezionale troppo elevato?

Una volta in diritto si distinguevano gli atti preparatori dall'atto compiuto. Facciamo un esempio: immaginiamo che io metta in atto delle attività con cui mi prefiggo di corrompere qualcuno. Ma a un certo punto non proseguo con l'intento corruttivo e dunque la corruzione non diviene effettiva. Mi può dire quale reato avrei commesso? Salvo che gli atti preparatori alla corruzione stessa non violino la legge non commetto alcun reato. Non siamo neanche a livello di tentativo. Con questa norma invece i procuratori della Repubblica possono dare un'interpretazione in senso negativo di una frase o di un'intercettazione telefonica e da lì fare partire un'indagine. 

Insomma, sembra quasi che il traffico di influenze illecite sia un po' il passepartout necessario ad aprire un'indagine.

Esatto. Un pm può dire: "Intanto apriamo un'indagine per traffico di influenze illecite e poi vediamo quello che viene fuori". Politicamente parlando è la dimostrazione della debolezza del potere legislativo sia sotto l'aspetto culturale sia sotto l'aspetto politico perché qauesti legiferano senza neanche sapere dove vanno a parare.

Crede che questa vicenda possa essere stata alimentata anche da qualcuno che spera di colpire politicamente Matteo Renzi? 

Io sono un democristiano, quindi un uomo di centro anche se facevo parte della corrente di sinistra di Donat-Cattin e all'epoca ci chiamavano i "comunisti della Dc", e non sono né renziano né del Pd. Devo però dire che questa fuga di notizie sia dovuta in parte da qualcuno che pensa di poter affossare politicamente il Renzi di turno. Ma sotto altri aspetti può anche darsi che questa vicenda possa giovare allo stesso Renzi di turno perché se alla fine salta fuori che il papà non ha commesso alcun reato il consenso che c'è intorno a lui non può che salire perché passerebbe come vittima. Questo è un gioco molto pesante perché comunque vada a finire andrà ad avvantaggiare qualcuno in maniera scorretta. Senza dimenticarci, comunque, che le colpe dei padri non dovrebbero ricadere anche sui figli. A oggi su questa vicenda ho molte perplessità ma se dovesse finire tutto "a tarallucci e vino" credo che Renzi avrà un grandissimo vantaggio. Da avvocato comunque io sarei molto prudente. Se la procura di Roma ha preso in mano le indagini, conoscendo il dottor Ielo, significa che vogliono andare fino in fondo. E dunque se fossi il legale di Romeo o degli altri personaggi coinvolti terrei gli occhi bene aperti.

Secondo lei in Italia l'equilibrio tra i poteri è rispettato in maniera corretta?

Con il nuovo codice di procedura penale, quindi dal 1989, si è scatenata la gara per chi ha più potere tra potere giudiziario e potere legislativo. Il potere esecutivo non lo considero neanche. Tra giudiziario e legislativo si è scatenato un grande match e in questo momento vince la magistratura 3 a 0.

Perché si è arrivati a questo "cappotto" per il potere legislativo?

Pur non avendolo voluto, e questo ci tengo a dirlo, Tangentopoli è stata dal punto di vista politico un grande disastro. Per la voglia o la necessità di correre, di fatto, senza volerlo si è creato un parlamento sotto ricatto. Le spiego perché. Si procedeva così: si arrestava una persona, questa ammettere di aver avuto 10 lire da Tizio ma per non finire in galera bastava che dicesse di aver ricevuto altre 10 lire da Caio. A quel punto lui andava a casa e veniva arrestato Caio. E da qui partiva una catena di Sant'Antonio infinita. Il problema è che la persona che veniva fatta tornare a casa magari aveva ricevuto 10 lire da 10 persone diverse. Ma lui faceva il nome solo di una di queste, per poi magari usare il proprio silenzio come arma di ricatto sugli altri nove di cui non faceva il nome. Il risultato è che il parlamento era pieno di pieno di persone sotto ricatto che avevano paura che qualcuno potesse recuperare la memoria. DI conseguenza da lì il potere legislativo estremamente debole che in tutti questi anni non ha mai legiferato in maniera asettica ma si è sempre fatto influenzare dalla magistratura. Basta vedere quanti magistrati ci sono al ministero di Giustizia... Insomma, anche senza volerlo da Tangentopoli in poi la magistratura ha acquisito un potere enorme.

Anche alla politica però il potere giudiziario ha fatto comodo e spesso alcune inchieste sono state usate per "far fuori" la parte avversa. O no?

Su questo non c'è dubbio. Oggi per il potere legislativo il potere giudiziario è insormontabile anche perché più o meno si sentono tutti in colpa per qualcosa. Ma ci tengo a sottolineare che la colpa dell'eccessivo oggi in mano alla magistratura è di un potere legislativo che non ha saputo fare bene il suo lavoro. 

Dunque potenzialmente un magistrato, senza dire chiaramente che sia così nel caso dell'inchiesta Consip, avrebbe gli strumenti per incidere anche sulla vita politica del nostro Paese?

I cittadini sono di fatto messi in mano a 1100 sostituti procuratori. Il potere vero dell'azione penale ce l'hanno loro e norme come quella sul traffico di influenze illecite non fanno altro che aumentare il potere in mano alle procure. Il termine "informazione di garanzia" è stato ribaltato. Oggi se lei riceve un'informazione di garanzia e un suo collega lo scrive lei è fottuto perché mediaticamente per l'opinione pubblica lei passa subito per colpevole. Altro che garanzia del cittadino, è diventata un'informazione di non garanzia. Da presunzione di innocenza si è passati a presunzione di colpevolezza. Tutto nasce da chi ha scritto queste norme scimmiottando il diritto anglosassone e dando origine a queste pericolose storture.