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Cronache
Coronavirus, rivolta organizzata nelle carceri. Oltre 50 evasi a Foggia

Carceri: dal penitenziario di Foggia oltre 50 evasi

Sarebbero stati oltre 50 i detenuti evasi questa mattina dal carcere di Foggia: una trentina quelli che sono stati arrestati. 250 in totale i detenuti che questa mattina hanno dato vita alla protesta. Ancora in corso le ricerche degli evasi delle Forze dell'Ordine a Foggia e in provincia.

Coronavirus: Pianese (Coisp), dietro rivolte carceri c’è strategia

“La contemporaneità delle rivolte all’interno delle carceri italiane lascia pensare che ciò a cui stiamo assistendo sia tutt’altro che un fenomeno spontaneo. C’è il rischio che dietro le rivolte possa esserci la criminalità organizzata”. Così in una nota Domenico Pianese, segretario generale del sindacato di Polizia Coisp. “È in atto, infatti, una evidente strategia che tenta di approfittare delle difficoltà causate dell’emergenza Coronavirus. Siamo perciò pronti a dare il massimo sostegno alla Polizia penitenziaria e al sistema sicurezza nel suo complesso affinché la già complessa situazione del Paese non venga ulteriormente aggravata”, conclude.

Coronavirus, salgono a 6 i morti del carcere di Modena, 4 in prognosi riservata

Sono 6 in totale i detenuti morti dopo il caos nel carcere di Modena. Lo ha confermato il capo del Dap Francesco Basentini, in collegamento telefonico con 'Agorà' su Raitre. "Tre sono morti prima del trasferimento, nel carcere di Modena - ha spiegato - e altri 3 nelle carceri dove erano stati trasferiti". Quattro detenuti sono ricoverati in ospedale in gravi condizioni di salute e in prognosi riservata, dopo la rivolta scoppiata ieri nel carcere di Modena per le limitazioni dovute al contenimento della diffusione del coronavirus. Al momento, spiega il policlinico modenese, sono stati 18 i pazienti trattati nei posti medici avanzati (Pma), la maggior parte per intossicazione. I più gravi, 6 detenuti, sono stati trasportati ai pronto soccorsi cittadini di cui quattro sono in prognosi riservata ricoverati in terapia intensiva: due al policlinico di Modena, uno a Baggiovara e uno a Carpi. Nel corso della protesta sei detenuti sono deceduti: tre sono morti nel carcere di Modena ed altri tre nelle carceri dove erano stati trasferiti. Al pronto soccorso dell'ospedale civile di Baggiovara sono state medicate tre guardie e sette sanitari con ferite lievi; uno di questi è lievemente intossicato.

I sanitari coinvolti fanno parte del contingente di due medici, un coordinatore infermieristico e sette infermieri impegnati nell'assistenza ai detenuti. Per la gestione sanitaria legata alla violenta protesta scoppiata in carcere sono stati coinvolti, complessivamente, undici mezzi tra volontariato provinciale (Anpas e Cri) e mezzi istituzionali gestititi dal coordinamento del Servizio emergenza territoriale 118 Modena. Sono stati allestiti due Pma con due medici e tre infermieri del dipartimento emergenza urgenza, che hanno permesso di classificare la gravità delle condizioni dei feriti e trattarli secondo i criteri del triage in maxiemergenza, per poi inviarli, qualora necessario, verso i luoghi di assistenza più appropriati. Sono ancora presenti sul posto, un coordinatore del servizio emergenza territoriale, tre infermieri e due medici.


Carceri: detenuti sul tetto a San Vittore Milano

I detenuti del reparto 'La Nave' di San Vittore sono saliti sul tetto del carcere per protestare contro il divieto di avere colloqui di persona coi familiari finalizzato a prevenire il contagio del coronavirus. Sono scesi dal tetto i detenuti del carcere di San Vittore che hanno inscenato la protesta. Le grida proseguono dall'interno del carcere mentre all'esterno un gruppo di qualche decina di giovani antagonisti sono giunti a supporto della protesta. Gridano slogan come "tutti fuori dalle galere, dentro nessuno, solo macerie" e "libertà, libertà". Fanno loro eco da dietro le sbarre le voci dei detenuti, mentre si rafforza la presenza della polizia con scudi antisommossa. Si parla di ‘devastazione’ per quello che hanno fatto i detenuti nel carcere di San Vittore a Milano. I detenuti hanno avuto accesso all’infermeria e hanno aperto armadietti e cassaforti: come è successo altrove il pericolo è che ingurgitino il metadone usato per placare la tossicodipendenza da eroina.

Una ventina di detenuti sono saliti sul tetto del carcere di San Vittore, storico e affollato penitenziario in centro a Milano. Le strade attorno alle mura che circondano la casa di reclusione sono state chiuse al traffico e presidiate dalle forze dell'ordine. Dal tetto i detenuti gridano "libertà". La protesta è da ricondurre alle limitazioni imposte anche  nelle carceri per limitare la diffusione del coronavirus.    Dopo un primo momento di protesta sul tetto sono rimasti 14 detenuti: a quanto riferisce la polizia la rivolta è sotto controllo. Due i raggi del carcere che sono stati devastati. Sul posto sono intervenuti i vigili del fuoco. Per contenere la rivolta è stato predisposto un servizio di ordine pubblico con uomini del Reparto mobile e volanti dell’upg e del commissariato. Sul posto anche il dirigente del commissariato di Porta Genova. E’ stata inviata la polizia scientifica.

Sono state bloccate a Milano viale Papiniano e le altre strade che conducono al carcere di San Vittore dopo he è scoppiata la protesta dei detenuti dell'istituto di pena. I vigili hanno apposto un nastro per fermare l'accesso. Nel frattempo gli autori della protesta sono comunque già scesi dal tetto.

 

Carceri: Cirinnà, fatti gravissimi, garantire salute e dignità


"Quel che sta accadendo nelle carceri italiane non può essere taciuto o sottovalutato. Da giorni cadono nel silenzio gli appelli per una maggiore attenzione alla gestione dell’emergenza sanitaria in carcere. Il Coronavirus non si ferma davanti alle sbarre di un istituto penitenziario, ma i provvedimenti da prendere a tutela della salute devono tener conto della dignità e delle condizioni di vita dei detenuti, oltre che della sicurezza degli agenti di polizia penitenziaria e degli operatori". Lo afferma Monica Cirinnà, senatrice Pd e componente della Commissione Giustizia. "Ribadisco il mio appello al Ministro della Giustizia affinché vengano presi provvedimenti adeguati ed equilibrati; e nella seduta di domani della Commissione Giustizia del Senato chiederò l’audizione urgente del Direttore del Dipartimento per l’Amministrazione penitenziaria per fare chiarezza sulle misure che si stanno assumendo", aggiunge la senatrice dem. "La sospensione dei colloqui e delle attività individuali volte al reinserimento sono provvedimenti ragionevoli: ma vanno garantiti in tempi rapidi strumenti alternativi per assicurare ai detenuti condizioni dignitose di esistenza, ad esempio attraverso colloqui telematici. Il sovraffollamento, in carcere, è un fattore oggettivo di aggravamento del rischio e questa emergenza non fa che rendere ancora più urgenti interventi seri per superarlo. Non possiamo dimenticare mai che anche in carcere salute e dignità vanno tutelati, assieme alla sicurezza", conclude Cirinnà.

 

 

Coronavirus: rientra protesta carcere Palermo ma area 'blindata'

​E' rientrata in nottata la protesta dei detenuti del carcere "Antonio Lorusso" di Palermo che ieri a tarda sera hanno incendiato lenzuola e coperte, sbattendo le stoviglie sulle sbarre delle celle. Una protesta determinata dai timori di contagio al coronavirus e alle restrizioni anche ai colloqui con i familiari, necessarie per il contenimento del Covid-19. Fiamme, grida e rumori percepibili dall'esterno dove, in strada, c’erano i familiari che hanno bloccato il traffico sulla Circonvallazione, più o meno all'altezza del bar Baby Luna, ostruendo la carreggiata con le automobili. "Non sappiamo cosa succede là dentro – dicevano i familiari in strada – ma non siamo solo noi che possiamo contagiarli. Anche gli agenti della polizia penitenziaria devono fare il tampone". Sul posto le volanti delle forze dell'ordine, la polizia di stato e i vigili del fuoco. La direzione del carcere ha cercato il dialogo con i detenuti e a notte fonda la protesta è rientrata. Stamattina, a scopo preventivo, in circonvallazione nei pressi del penitenziario, sono presenti personale e mezzi della Polizia di stato, ma al momento non risulta nessuna protesta.

 

Coronavirus: rivolta detenuti anche a R.Emilia, tensione a Ferrara

C’è anche Reggio Emilia tra le carceri in cui ieri è scoppiata una rivolta dei detenuti innescata dalle misure per il contenimento della diffusione del coronavirus. Secondo quanto si apprende tre sezioni della casa circondariale sono state danneggiate in modo serio. Tensione anche nel carcere di Ferrara dove alcuni detenuti avrebbero cercato di bloccare un agente impugnando dei bastoni. La situazione comunque non è degenerata e l’intervento del personale penitenziario ha riportato la calma.


Coronavirus: proteste nel carcere di Foggia, alcuni evasi

Protesta questa mattina nel carcere di Foggia dove alcuni detenuti sono riusciti ad evadere. Sul posto agenti di polizia carabinieri e militari dell'Esercito. Alcuni dei detenuti evasi sarebbero stati bloccati e riportati in carcere. Un detenuto ha riportato una ferita alla testa. ​Continua la protesta dei detenuti al carcere di Foggia. Numerosi detenuti si sono arrampicati sulla cancellata esterna. I detenuti chiedono l'indulto e maggiori garanzie per la sicurezza dal coronavirus. Alcuni parenti dei detenuti che si trovano nel piazzale esterno hanno chiesto ai reclusi di rientrare nelle loro celle. Almeno sette i detenuti che sono riusciti ad allontanarsi, alcuni dei quali sono stati già rintracciati e bloccati. Alcuni detenuti evasi dal carcere di Foggia durante la fuga hanno cercato di nascondersi in capannoni di attività industriali e commerciali del Villaggio Artigiani dove si trova l'istituto di pena. Le forze di polizia stanno controllando tutte le grosse attività commerciali del quartiere. Alcuni supermercati della zona sono stati chiusi per sicurezza. Diversi reclusi, dopo la protesta, si erano arrampicati sulla cancellata esterna. I detenuti chiedevano l'indulto e maggiori garanzie per la sicurezza dal coronavirus. Sul posto agenti di polizia, carabinieri e militari dell'Esercito.



 

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