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Cronache
Coronavirus, imprenditore napoletano si impicca. Troppi i debiti da saldare

Coronavirus, imprenditore napoletano si impicca per la paura di non farcela

L'emergenza Coronavirus in Italia continua, la "fase 2" è iniziata ma si porta dietro gli effetti della crisi economica. A Napoli un imprenditore di 57 anni è stato trovato senza vita nel suo ufficio, si è impiccato e ha lasciato due lettere d'addio a moglie e figlia, il suo timore era di non poter onorare i pagamenti. Erano le 18 e 30 - si legge sul Corriere della Sera - e dal quel momento era sparito nel nulla. Sua moglie alle 19.30 ha chiamato il cognato e dal comune di Cercola si sono fiondati a Napoli. La sua auto era parcheggiata all’esterno dell’azienda come sempre e dall’interno si vedeva una luce accesa nell’ufficio. Hanno provato ad aprire ma era chiuso e allora l’incubo si è materializzato davanti ai loro occhi. I Vigili del fuoco hanno impiegato dieci minuti per rompere la serratura della porta d’ingresso. Poi sono entrati.

Antonio Nogara, 57 anni, piccolo imprenditore conosciuto e rispettato da tutti, si era tolto la vita. Il posto lo aveva scelto con cura: l’ufficio della sua azienda, dove aveva messo piede a 13 anni sotto le direttive del padre. Il suo nome era una garanzia a Napoli. È lì che Anto nio ha deciso di morire stringendosi un cappio intorno al collo. Un gesto premeditato. Sulla scrivania due lettere. Una per la figlia Federica, 25 anni, da poco laureatasi in Architettura, e una per la moglie Anna, l’unica donna della sua vita. Tonino, come lo chiamavano in famiglia, era depresso e temeva per il futuro della sua azienda. Erano giorni duri, nei quali non mangiava, non dormiva e aveva perso il sorriso. Temeva infatti di non poter onorare i debiti verso i fornitori e i dipendenti.

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