Covid, inchiesta discoteche Sardegna verso l'archiviazione - Affaritaliani.it

Cronache

Covid, inchiesta discoteche Sardegna verso l'archiviazione

Sull'inchiesta discoteche aperte in Sardegna nell'estate del 2020 il Gip si pronuncerà nei prossimi giorni

Inchiesta discoteche Sardegna verso l'archiviazione. Avviata a novembre dalla procura della Repubblica di Cagliari per epidemia colposa

La richiesta non è stata ancora formalizzata dal pool guidato dal procuratore facente funzioni Paolo De Angelis ma si apprende essere questo l'orientamento condiviso coi pm Guido Pani e Daniele Caria, alle indagini. Nei giorni scorsi il pool di magistrati si è riunito per fare il punto sulle indagini: la richiesta di archiviazione potrebbe essere formalizzata nei prossimi giorni, quando il Gip si pronuncerà.

L'inchiesta era stata aperta su impulso dell'ex procuratrice generale Maria Alessandra Pelagatti, ora in pensione, dopo un servizio del programma Report e le sintesi riportate sulla stampa locale. Nella puntata della trasmissione di Ranucci, dedicata nel novembre scorso all'impennata di contagi di Covid in Sardegna dopo la riapertura delle discoteche, un esponente della maggioranza di centrodestra e sardista che governa la Regione Sardegna aveva riferito di pressioni da parte dei gestori di alcuni noti locali che avevano investito ingenti somme per organizzare serate con dj di fama internazionale.      

"Abbiano rischiato un po' ", aveva affermato il capogruppo di FI, Angelo Cocciu, visto che i "contagi non erano ancora così importanti", ammettendo le pressioni ricevute da proprietari di locali che temevano di pagare pesanti penali in caso di cancellazione delle serate già concordate con big internazionali delle discoteche. I magistrati cagliaritani hanno indagato per capire se la decisione di riaprire le discoteche della Sardegna per Ferragosto, nonostante i contagi fossero in risalita, abbia influito sulla diffusione del virus soprattutto nel Nord dell'isola. Il via libera era arrivato con un'ordinanza del presidente della Regione, Christian Solinas dopo un ordine del giorno trasversale del Consiglio regionale. Nel provvedimento si faceva riferimento a un parere del comitato tecnico-scientifico regionale, un gruppo di quattro di esperti, ora sciolto dopo una serie di dimissioni, nominati da Solinas per l'emergenza Covid. 

Otto mesi fa la squadra mobile di Cagliari aveva acquisito negli uffici della presidenza della Regione Sardegna, su disposizione della procura, i documenti utili a ricostruire l'iter che aveva portato Solinas a firmare l'ordinanza 38 dell'11 agosto 2020 sulla riapertura delle discoteche pur con le restrizioni anti-Covid. Il 'parere' (peraltro non vincolante) sull'ordinanza, come poi emerso nei giorni successivi, era contenuto in un e-mail firmata da uno solo dei componenti del Comitato tecnico scientifico, l'infettivologo Stefano Vella. "Ho dato l'ok", aveva precisato poi l'esperto, "solo al testo dell'ordinanza che mi è stata mandata in extremis, senza che fosse stato mai convocato il Cts. In Regione avevano una gran fretta di farla uscire. L'ho fatto perché, fermo restando la nostra opposizione alla riapertura, la bozza recepiva delle nostre indicazioni, come il divieto di ballo nei locali al chiuso. Ho provato a ridurre il danno di una scelta politica che era già stata presa". 

"Il 6 agosto”, aveva precisato Solinas, "non c'era alcuna ordinanza regionale e le discoteche erano aperte in virtù del dpcm in tutta Italia”. Quanto all'ordinanza del 12 agosto successivo sulla riapertura aveva dichiarato il presidente: “C'erano tutti i requisiti prescritti di andamento della curva che giustificavano l'adozione dell'ordinanza”, rimasta poi in vigore solo cinque giorni, fino al 16 agosto. Il presidente della Regione aveva dichiarato di essersi convinto a firmare il provvedimento anche per la posizione assunta dal Consiglio regionale che con un ordine del giorno lo esortava a valutare la riapertura delle discoteche, sentito il parere del Comitato tecnico-scientifico.