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Cronache
Desirée, il verbale choc:"Acqua e zucchero per salvarla. Cianotica sul divano"

Dodici ore di agonia, per l’accusa, e lo stupro avvenuto mentre i suoi aguzzini le avevano immobilizzato “le braccia e le gambe”. E poi, l’unico tentativo che hanno fatto per salvarle la vita, è stato somministrale “acqua e zucchero”. Ma “quando hanno visto che stava diventando cianotica la hanno messa su un divano, dopodiché moriva”.

Sono altri particolari inquietanti della morte di Desirée Mariottini, omicidio commesso all’interno dello stabile abbandonato di via dei Lucani, a San Lorenzo, che emergono dai racconti di alcuni testimoni contenuti nel decreto con cui la procura di Roma ha disposto il fermo di tre immigrati, accusati di omicidio e violenza sessuale di gruppo (un quarto è stato fermato ieri a Foggia mentre tentava la fuga). “È stata violentata per divertimento - scrive il Messaggero - da quattro adulti dopo avere assunto eroina”, racconta Noemi C. che agli inquirenti in Questura a Roma ha fatto i nomi di “Pako e Ibrahim”.

Pako, ricostruisce sempre il quotidiano capitolino, è Mamadou Gara, 27 anni, il primo a essere fermato, tre giorni fa e che agli agenti che lo ammanettavano avrebbe fatto alcune parziali ammissioni con un tentativo di ritagliarsi un ruolo marginale nella vicenda: “Conoscevo Desirée, avevamo una storia, mi aveva detto di essere più grande, di avere 22 anni”.

E ancora: “Sì, abbiamo avuto un rapporto sessuale, ma non l’ho stuprata. Quando sono andato via era ancora viva”. Dalle parole del teste Leo D. emergono i particolari più agghiaccianti: “Un giovane africano mi ha confidato che lui si trovava dentro al capannone... avrebbe visto Desirée deceduta con gli abiti strappati. Mi diceva che alla sua presenza la giovane si è sentita male, quindi le hanno dato acqua e zucchero poi, visto che diventava cianotica, veniva adagiata su un divano e dopo moriva".

Un altro dei presenti ha detto agli inquirenti di essere entrato “all’interno dello stabile, ho sentito una ragazza che piangeva e urlava frasi come: ‘Voi l’avete uccisa, voi l’avete violentata’ e si rivolgeva a tre uomini chiamandoli per nome: Pako, Sisko e Ibrahim”. Ha anche detto di avere visto una ragazza che “sembrava dormire” su un piccolo letto, semicoperta “alla presenza di 5 o 8 persone di varia nazionalità oltre ai tre già detti”.

Altri testi hanno raccontato che Desirée aveva con Ibrahim - che sarebbe Bian Minteh - “un rapporto di frequentazione intima”. Andava quasi tutti i giorni nello stabile abbandonato, si prostituiva in cambio di stupefacenti. I pm non hanno dubbi. Nel decreto scrivono che Desirée sarebbe stata “prima drogata e poi sottoposta a ripetuti rapporti non consenzienti», come provato anche da “varie lesioni riscontrate sul corpo e sulle parti intime”.

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