Dj Godzi morto a Ibiza, dalla fidanzata fantasma alle minacce col coltello: tutto quello che (ancora) non torna nella storia di  Michele Noschese - Affaritaliani.it

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Ultimo aggiornamento: 15:58

Dj Godzi morto a Ibiza, dalla fidanzata fantasma alle minacce col coltello: tutto quello che (ancora) non torna nella storia di  Michele Noschese

Il dj napoletano Godzi è morto a Ibiza in circostanze ancora da chiarire: la famiglia ha accusato la polizia di violenze, mentre le autorità parlano ora di allucinazioni e droga. Ma i conti ancora non tornano

di Gabriele Parpiglia

Dj Godzi morto a Ibiza, ecco che cosa è successo davvero. La seconda puntata 

STIAMO ANDANDO A DARE L’ULTIMO SALUTO A MICHELE PRIMA CHE PORTINO VIA IL SUO CORPO. SMENTISCO CHE C’ERA UNA FESTA IN CORSO O CHE LUI AVESSE MINACCIATO UNA PSEUDO FIDANZATA CHE AVREBBE DATO L’ALLARME. ERA SINGLE! QUESTA E’ UNA TRAGEDIA!

Prima di tornare a raccontare nuovi particolari inquietanti che per primi su Affari Italiani abbiamo svelato sulla morte di Michele Noschese, dj napoletano che da dodici anni viveva a Ibiza, noto come Dj Godzy; bisogna fare una premessa. Anzi due.

LEGGI QUI LA PRIMA PUNTATA: Ibiza, così è morto Michele Noschese: l'audio insolito, il "delirio" e il pugno della Guardia Civil. Le ultime ore di dj Godzi

La prima: la guardia civil o la polizia locale chiamatela come volte, da sempre quando si tratta di raccontare una tragedia che macchia l’isola, la ISLA dei sogni, dei calciatori, delle “serate”, dei DJ più importanti al mondo, delle star insomma di chi porta introito; alza sempre un muro di silenzio “difficilissimo” da abbattere. Oggi noi per primi lo abbiamo fatto, proprio puntando il dito contro gli uomini in divisa e raccontando dettagli mai usciti sulla morte di Michele.

Perchè ne sono a conoscenza di questo modus operandi? Perchè quando c’è stato il caso legato ad Alberto Genovese, imprenditore condannato in via definitiva a 6 anni e 11 mesi violenze ai danni due modelle; io avevo scoperto che c’era una pista che portava anche a Ibiza tra festini e violenze. E ricordo perfettamente quando, interfacciandomi con i colleghi locali o con le mie fonti, ci fosse paura nel voler parlare del fattaccio per non “offuscare” l’immagine dell’Isola. Paura e un muro appunto indistruttibile.

LEGGI ANCHE: Dj Godzi morto a Ibiza, lo sfogo del padre contro la polizia spagnola: "Mio figlio è stato legato e picchiato" 

La seconda premessa che voglio fare è la seguente: oggi tutti i quotidiani non avevano un informazione in merito alla vicenda da noi raccontata, ma ci tengo a specificare che i fatti rivelati, li abbiamo raccolti grazie alle nostre fonti, li abbiamo registrati, per poi poter esser portarti alla luce per fare chiarezza cercando di attenerci il più possibile, in una situazione dove per 24 ore c’è stato il silenzio totale (E CI CHIEDIAMO IL MOTIVO?) e dove non è facile scovare notizie… utili alle indagini stesse. E ripetiamo, riferendoci all’articolo precedente, che vengano controllati i cellulari dei presenti (sempre se sono stati messi a verbale) durante i “fatti”, lì ne siamo sicuri ci saranno riposte.

Dopo il nostro articolo ha parlato il padre Michele Noschese, al Corriere, dichiarando guerra alle autorità per come hanno ridotto il figlio e lo ha fatto senza giri di parole. Ecco le sue dichiarazioni: “La novità è che nonostante gli spagnoli abbiano cercato mantenere tutto in sordina, con la stampa locale che tace, ormai non riescono più a contenere la notizia, essendo di una gravità estrema. Non si può arrivare a massacrare di botte un ragazzo senza alcun motivo, residente peraltro a Ibiza, quindi cittadino di Ibiza". 

"Non si sa ancora nulla, la validazione del referto dell’esame, fatto ieri, è stata arrogata dall’autorità centrale di Madrid e verrà eseguita dall’Istituto di Medicina Legale dell’Università di Madrid. Ho deciso di farlo cremare, perché non posso portare mio figlio in una bara a casa conciato così, mia moglie ne morrebbe, già non penso che riuscirà a reggere questa situazione".  "Sono evidenti i segni delle percosse, la polizia lo ha male combinato. Nei prossimi due giorni dovrebbe quindi avvenire la cremazione. Tornerò poi rapidamente con le ceneri di Michele a casa". 

Dichiarazioni che confermano quanto abbiamo dichiarato. La colluttazione con la guardia civil. Un pugno, ci risulta, sferrato in modo violento che ha provocato il crollo del fisico di Michele e una situazione, durata più di una manciata di secondi, difficile, orrenda, tragica; in cui sicuramente chi ha sbagliato, ne pagherà le conseguenze. Una delle nostre fonti R. pochi minuti fa, mentre si recava insieme con gli amici, a salutare la salma del ragazzo ci tiene a precisare alcune notizie fantasiose apparse in queste ore e subito dopo il nostro articolo. “Non è vero che c’era una festa in casa. Non è vero che Michele avrebbe tentato di picchiare la sua fidanzata e lei avrebbe chiesto soccorso ai vicini. Smentite queste calunnie. Non mi fate aggiungere altro. Ci sono indagini in corso. Sull’isola è arrivata anche la troupe di Sky e poi sembrerebbe che il “vecchio” ha denunciato!”. Su questa frase sobbalziamo perchè è un altro tassello che si unisce al racconto precedente. Quando chiediamo spiegazioni su quest’ultima frase però R. che è emotivamente sotto shock non riesce ad andare oltre.

“Voglio andare a salutare il mio amico che non c’è più, non mi va di aggiungere altro”. Chi è il “vecchio” che avrebbe denunciato? Un’altra persona che non vuole essere citata, ci spiega che è il vicino di casa di Michele. Non faremo supposizioni ma ci fermiamo al racconto e alle informazioni che abbiamo. Nell’articolo precedente abbiamo spiegato che c’è stato un fuggi fuggi generale perchè il ragazzo aveva avuto un blackout out, sembrerebbe molto violento, e i vicini erano impauriti. Poi l’arrivo degli uomini in divisa che invece di salvare una situazione, e si poteva salvare, è arrivata la morte del giovane. Continueremo a seguire questa storia dai troppi punti interrogativi.

Ps: nell’articolo precedente abbiamo detto che Michele non dormiva da due giorni ed era senza “sonno” e agitato. Adesso la Guardia Civil, mentre stiamo chiudendo l’articolo, afferma all’Ansa: “Il dj napoletano, Michele Noschese, noto come Godzi era sotto effetto di sostanze stupefacenti" e "in preda ad allucinazioni" quando sabato mattina, dalla sua abitazione in Santa Eulalia, a Ibiza, avrebbe minacciato "un “vicino” (ecco che le nostre info combaciano) in avanzata età con un coltello".

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È questa la versione fornita oggi all'Ansa dalla Guardia Civil relativa ai momenti che hanno preceduto la morte del producer di 35 anni, originario di Napoli. Secondo la Guardia Civil: "Gli agenti hanno tentato di contenere l'aggressore, momenti nei quali Noschese ha cominciato ad avere convulsioni": avrebbero poi tentato di rianimarlo senza esito. A noi risulta un finale diverso….