Cronache

Estate di femminicidi, stupri e... Una parola sintetizza tutto: odio

Di Lucrezia Lerro

“Com’è possibile tanta disumanità?"

Da ore, per una questione personale, riflettevo sulla ‘morte del prossimo,’ come ben dice il titolo del libro dello psicoanalista Luigi Zoja...

 

Stamattina ho letto, tra le prime notizie di cronaca, dell’uomo di trentacinque anni ucciso a coltellate dal suo vicino di casa, a Santa Margherita Ligure. Da ore, per una questione personale, riflettevo sulla ‘morte del prossimo,’ come ben dice il titolo del libro dello psicoanalista Luigi Zoja, che in modo illuminante racconta di come gli altri siano sempre meno attenti a ciò che li circonda, ai loro sentimenti.Tante le domande che vorrei esternare qui, ma mi limito a quella che più mi assilla: “Com’è possibile tanta disumanità?”.

È un’estate di femminicidi, patricidi, stupri, stupri di gruppo… e l’elenco continua; chi si informa ben sa da quanto male siamo circondati. Ciò che mi colpisce particolarmente è l’accanimento sui più fragili, la ferocia sugli anziani ‘in primis,’ e il mio pensiero subito va al signore, ucciso per strada, con un pugno.Fin da bambina ho assistito, per esperienza personale, alla sopraffazione di alcuni, cosiddetti adulti, sui più deboli che io amavo e conoscevo. Sono cresciuta in una piccola comunità che avrebbe dovuto proteggere i più deboli. Invece, spesso ho assistito a scene di violenza inaudita proprio su chi, o per motivi di sofferenza psicologica o fisica, non poteva difendersi.

Ritorno alla mia domanda: “Com’è possibile tanta disumanità? ”Non trovo da ore una risposta soddisfacente, una risposta che possa placare la mia rabbia nei confronti di chi commette violenze e soprusi. Non la trovo una risposta, semplicemente perché le “elucubrazioni” potrebbero essere tante. Ma c’è una parola che sintetizza tutto: odio. Ci sono donne e uomini che sanno fin da bambini da che parte stare: dalla parte dell’umanità, gli umani.E altri che ne stanno fuori, i disumani.I disumani sono pervasi dall’odio, dalla frustrazione, dai fallimenti personali, dall’invidia, dall’arroganza, dalla malvagità.Sì, è una parola che non si usa abbastanza: malvagità. Questa gente che spreca la propria vita distruggendo la vita degli altri è malvagia. Odia se stessa, e di conseguenza, proietta l’odio e l’efferatezza sul prossimo. Come nel caso dell’uomo che ha ucciso a coltellate il giovane vicino di casa.