Garlasco, il padre di Sempio rimescola le carte. L'intercettazione - Affaritaliani.it

News

Ultimo aggiornamento: 12:48

Garlasco, il padre di Sempio rimescola le carte. L'intercettazione

Nuova intercettazione del padre di Sempio cambia la timeline del caso Garlasco. Gallo a Mattino Cinque smentisce l’addio a Lovati: “Mi ha pregato di restare”

Negli studi di Mattino Cinque il caso Garlasco continua a generare scosse. Nella puntata del 13 novembre Federica Panicucci ha presentato una nuova intercettazione inedita destinata a riaprire il dibattito sulle possibili zone d’ombra dell’inchiesta e sugli spostamenti della famiglia Sempio. Parallelamente, l’avvocato Fabrizio Gallo ha messo fine ai rumors sul suo presunto addio alla difesa di Massimo Lovati, precisando i motivi per cui ha deciso di restare.

L'intercettazione del 2017: le parole del padre di Sempio

Il colpo di scena arriva durante gli ultimi minuti della puntata: Panicucci manda in onda un frammento audio esclusivo, risalente al 10 febbraio 2017. Si tratta di una telefonata di Giuseppe Sempio, padre di Andrea, che dice:

«Ho bisogno di aiuto. Ti faccio un assegno da 7 mila, tu vai a ritirarlo così vai subito lì. Sì, subito, Santa Rita, non ce la faccio più».

Un audio che, secondo gli esperti in studio, anticiperebbe di giorni la finestra dei presunti contatti sospetti su cui ruotano le ipotesi di corruzione. La domanda ora è: perché quella richiesta urgente di aiuto e quei soldi? E soprattutto: “subito lì” dove?

Elementi apparentemente marginali, ma che potrebbero riscrivere alcune tessere temporali della vicenda.

 

Gallo chiarisce: “Non lascio Lovati. È una fake news”

Dopo giorni di indiscrezioni, Gallo ha deciso di esporsi:

«È una fake news. Non ho mai lasciato Lovati.
Credo alle sue parole e vado avanti.»

Poi rivela un passaggio chiave:

«Massimo mi ha pregato di restare.
La notizia non era partita da lui. Mi hanno delegittimato, ma io non mollo.»

Il legale conferma dunque di essere ancora al fianco di Lovati, aggiungendo che il suo assistito è pronto a raccontare tutto ciò che sa:

«La Procura prenderà atto di quanto riferirà.
Io non sono il portavoce di nessuno. Faccio l’avvocato.»

Una puntualizzazione che lascia intendere un imminente cambio di clima: Lovati sarebbe pronto a parlare.

Lettere minatorie, sospetti e nuove ombre sull’indagine

Attorno al caso si muovono da settimane dettagli inquietanti:

  • la lettera minatoria ricevuta da Lovati e dal suo avvocato;

  • conversazioni che suggeriscono pressioni, minacce, pedinamenti;

  • testimonianze che potrebbero emergere ma che, per paura o ritorsioni, alcuni preferirebbero non formalizzare.

Lo stesso Gallo aveva rivelato:

«Mi hanno detto: “Stai attento, prima o poi ti tirano due botte”.»

Situazione che ha spinto i Carabinieri a presidiare per giorni lo studio legale di Lovati.

Un caso sempre più intricato

Il mosaico del delitto di Garlasco continua ad arricchirsi di elementi che complicano la ricostruzione tradizionale: DNA, impronte, vecchie trascrizioni rilette con occhi diversi, possibili pagamenti in contanti, nuovi testimoni e — ora — una intercettazione che riporta indietro l’orologio dell’indagine al febbraio 2017.

La sensazione, in studio come tra il pubblico, è che il caso sia ben lontano dall’aver raggiunto una verità definitiva.