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Garlasco, l'avvocato di Stasi sbotta in diretta: "Basta, basta!". VIDEO
Caso Garlasco, scontro a Lo Stato delle Cose: Giletti insinua che non si tratti solo di errori. Bocellari sbotta in diretta difendendo Stasi

Il caso Garlasco torna al centro del dibattito televisivo e lo fa con toni durissimi. Nella puntata di Lo Stato delle Cose di lunedì 15 dicembre 2025, Massimo Giletti riporta l’attenzione sul delitto di Chiara Poggi, mentre le nuove indagini sembrano avvicinarsi a una possibile svolta.
Il confronto si concentra ancora una volta sulla figura di Alberto Stasi, condannato in via definitiva, e sulle valutazioni tecniche legate al DNA e ai contenuti presenti sui computer della coppia. In studio, la criminologa Roberta Bruzzone richiama l’attenzione su alcuni comportamenti di Stasi, in particolare sulla visione di materiale pornografico la mattina del delitto, interpretandoli come potenzialmente significativi.
Una lettura che l’avvocata Giada Bocellari, legale di Stasi, respinge con forza:
«Sarebbe l’unico assassino che si costituisce un alibi guardando porno e poi si vergogna di dirlo. Se avesse voluto un alibi avrebbe potuto chiamare qualcuno». Bocellari respinge anche l’ipotesi di parafilia: «Non ha nessuna patologia di quel tipo».
Sul fronte opposto, Paolo Reale, cugino di Chiara Poggi, ribadisce la convinzione della famiglia della vittima:
«Per noi la verità è già stata scritta. Stasi è il responsabile. Non ci sono tracce di Sempio sulla scena, mentre ci sono tracce di Stasi».
La replica dell’avvocata è netta:
«Dire che non c’è traccia di Sempio significa non considerare le tracce su due unghie e l’impronta 33. La perizia Albani parla chiaro».
I video intimi, il possibile movente e lo scontro finale
Il dibattito si sposta poi sui contenuti del pc di Chiara Poggi. Viene ricordato l’intervento dell’ingegnere Porta, perito nel primo processo, che aveva rilevato la presenza di materiale pornografico scaricato in orari in cui Chiara non era in casa, e l’esistenza di video intimi criptati dalla giovane due mesi prima dell’omicidio.
Un dettaglio che solleva interrogativi sul possibile movente. Reale esclude questa pista, ma Bocellari reagisce con durezza:
«Cosa ne sa lui?».
Quando si torna ancora una volta a parlare della sessualità di Stasi, l’avvocata perde la calma:
«La finiamo di parlare solo di Alberto Stasi? Non dobbiamo riprocessarlo. È in carcere a scontare la sua pena. Vi sembra normale parlare ancora della sua sessualità? Basta, basta!».
A chiudere il cerchio è Umberto Brindani, direttore di Gente, che rilancia i dubbi:
«Chi erano le persone che guardavano quei video nella camera di Chiara nel luglio 2007? E perché lei aveva criptato quella cartella?».
È a questo punto che Giletti esplicita il suo pensiero, con una frase destinata a far discutere:
«Da anni si parla solo di errori. A me sembra che ci sia qualcos’altro sotto».
