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Cronache
Inchiesta Covid, Conte: "Non sapevo dei 300 militari". Speranza lo smentisce

Conte: "Zona rossa? Non sapevo dei 300 militari"

L'inchiesta di Bergamo sul Covid e sul ritardo sulle zone rosse prosegue. Come racconta la Stampa, Giuseppe Conte ha raccontato che "avrebbe saputo solo «da notizie di stampa», che trecento soldati erano stati inviati nella Bergamasca per cinturare la val Seriana: parcheggiati in due hotel e poi rimandati indietro, nell’attesa di un ordine che non sarebbe arrivato mai".  Sentito dai pm, prosegue la Stampa, "il 12 giugno del 2020, Conte ha dichiarato di aver avuto consapevolezza delle «criticità» di Alzano e Nembro, dove il contagio era esploso dal 23 febbraio e si moriva «come mosche», «solo dopo il Consiglio dei ministri del 5 marzo» quando gli sarebbe arrivata la mail con la bozza del dpcm già firmata dal ministro Speranza prima di partire per Bruxelles".

Covid, Speranza: "Conte sapeva della mia firma sulla bozza per la zona rossa"

Non è però d'accordo Speranza. Sentito dai pm come testimone, l'allora ministro della Salute Roberto Speranza sostiene che l'ex premier Giuseppe Conte sapesse della sua firma sulla bozza per la zona rossa in Val Seriana. "Quando ho firmato la proposta di Dpcm, ne avevo già parlato con il presidente Conte. Ricordo anche che della questione Alzano/Nembro, sollevata nel verbale del Cts del 3 marzo 2020, ne avevo già parlato con il presidente Conte nella giornata del 4 marzo 2020. In quei giorni peraltro, il confronto con Conte su tali questioni era chiaramente costante" è la risposta di Speranza alla domanda sul perché la bozza di decreto sulla Val Seriana portasse la sua firma prima ancora che quella dell'ex premier. "La mia premura era quella di assicurare che l'iter del provvedimento non fosse rallentato dalla mia imminente trasferta a Bruxelles. Era infatti previsto che sarei rientrato a Roma non prima del pomeriggio del giorno successivo. L'opportunità di firmare, sin da quel momento, la proposta del Dpcm, proprio per non ritardare l'iter e ancor prima di ricevere i chiarimenti richiesti a Brusaferro, fu condivisa anche dal presidente Conte" aggiunge evidenziando che "non risulta al mio Ufficio alcuna richiesta formale da parte di Regione Lombardia relativa alla zona rossa di Alzano/Nembro".

Pressing dei sindaci per non chiudere

Intanto però diversi giornali riportano le pressioni degli enti locali ma anche di altri politici per evitare le chiusure. Sulla Repubblica appaiono delle chat "tra il sindaco di Bergamo Giorgio Gori e il direttore dell’Ast Massimo Giupponi. «Ma ha senso chiudere tutte le scuole? — chiede il primo cittadino — . Io sarei per chiudere, per ora, solo le superiori, dove abbiamo studenti che arrivano da tanti diversi Comuni e anche da fuori provincia». I due si scrivono anche il 3 marzo, quando la situazione nella Bergamasca è molto peggiorata. Gori: «Mi confermano che Iss insiste per estendere la zona rossa, lo saprai meglio di me. Ma un conto è mettere in zona rossa Alzano e Nembro, anche a protezione di Bergamo, altro una città di 120mila abitanti: sarebbe durissimo». «Concordo — risponde Giupponi — ma non è Iss che decide le zone rosse». «Meglio»".

Secondo Repubblica, il sindaco di Alzano disse: "Leggo di notizie su possibile zona rossa ad Alzano. Abbiamo necessità di rassicurazioni al riguardo? Resto in attesa. Ho le attività economiche comprensibilmente in totale panico e io non sono più in grado di rassicurare senza una vostra nota ufficiale".

Salvini: "Non vuole che la Regione prenda posizione per mettere in difficoltà il governo"

La Stampa dà conto di un altro aspetto legato alla Regione Lombardia. Prima riporta un passaggio contenuto negli atti dell'inchiesta: "Alla luce di quanto sopra si evidenzia che: Regione Lombardia, benché avesse contezza diretta dell’espansione esponenziale del contagio nel suo territorio... non ha mai formalmente richiesto, concordato o sollecitato al governo alcun provvedimento contingibile per i territori di Alzano e Nembro, né lo ha fatto per altre aree regionali". Poi un messaggio dell’alta funzionaria regionale Andreassi in un messaggio al consigliere regionale di Italia Viva Nicolò Carretta: "Il senatore Matteo Salvini non vuole che la Regione prenda posizione. Vuole mettere in difficoltà il governo... Purtroppo il presidente è ostacolato da Confindustria e immagino da Salvini".

La mancata prevenzione: "Volano cetrioli, chiederanno i danni"

Sul Fatto Quotidiano appaiono invece le parole del Segretario generale del ministero della Salute, Giuseppe Ruocco, pronunciate prima del paziente uno in Italia: “Sono impegnato –scriveva alla collega nella chat acquisita dalla Procura di Bergamo – a scansare un altro cetriolo volante. Anche le Regioni vogliono soldi da Prot Civile e devo evitare di essere nominato attuatore per tutto il Ssn”. Secondo quanto scrive il Fatto Quotidiano "era preoccupato di non disporre spese difficili da giustificare, alla stessa dirigente l’aveva già scritto qualche giorno prima, il 15 febbraio: “Vogliono per forza farmi comprare prodotti sanitari per tutta l’Italia”

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Tags:
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