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La7, l'avvocato della famiglia del bosco spiazza tutti a L'Aria che Tira. VIDEO
Nel caso dei bambini sottratti alla famiglia di Palmoli, l’avvocato sorprende Parenzo in diretta: «Ecco il vero motivo della loro scelta». E scoppia il dibattito

La vicenda dei bambini tolti alla famiglia di Palmoli, nel cuore dei boschi del Chietino, continua a dividere l’opinione pubblica e incendiare i talk show. E nella puntata di L’Aria che Tira, su La7, la storia ha assunto toni ancora più intensi quando l’avvocato della coppia, Giovanni Angelucci, ha spiazzato in diretta David Parenzo con una rivelazione inattesa: «Ecco perché hanno scelto l’Italia».
I tre bambini – due gemelli di sei anni e una bambina di otto – vivono oggi in una casa famiglia, dove hanno ricominciato a vedere la madre, ospite della stessa struttura ma senza la possibilità di dormire nella loro stessa stanza. Il padre, Nathan Trevallion, intervistato dalla trasmissione, ha descritto una realtà lontanissima dalla vita a cui erano abituati:
«Non stanno sereni là dentro. Loro vivono liberi, arrampicati sugli alberi, a correre tra i prati, giocando con l’asino. Ora invece sono rinchiusi… non sono felici».
Un dolore esposto davanti alle telecamere con una semplicità che ha spaccato lo studio in due: da una parte chi invoca la tutela dei minori, dall’altra chi vede nella decisione del tribunale dell’Aquila un intervento sproporzionato.
🔎 Le accuse dei giudici e la replica dell’avvocato
L’ordinanza parla chiaro: isolamento, mancata scolarizzazione, vita in un’abitazione ritenuta “non adatta a dei minori”.
Accuse gravi, che Angelucci ha voluto ribaltare punto per punto.
Sulla socializzazione, la sua risposta ha gelato Parenzo:
«Questi bambini hanno più relazioni autentiche di tanti loro coetanei. Non hanno 5.000 follower, ma persone vere che si sono mobilitate per loro, che scendono in piazza. Non è questo il problema».
E poi la rivelazione che ha cambiato il tono della discussione:
Il 3 novembre 2025, la scuola ha rilasciato un documento ufficiale che autorizza la famiglia alla scuola parentale, prevista dalla legge italiana.
Una carta che ribalterebbe la narrativa secondo cui i bambini sarebbero stati “tenuti lontani dalla scuola”.
«Hanno scelto l’Italia proprio perché la Costituzione garantisce il diritto all’istruzione parentale», ha dichiarato l’avvocato, lasciando Parenzo visibilmente sorpreso.
La casa nei boschi: rudere o scelta di vita?
Al centro del contenzioso anche la casa: per i giudici è fatiscente, per la difesa tutt’altro.
Secondo Angelucci non è un rudere pericolante:
«È una casa di oltre cento anni, rimasta in piedi nonostante il tempo e l’incuria. L’hanno acquistata tramite agenzia immobiliare. È calda, accogliente. Molto più di tante abitazioni “normali”».
Una versione che smentisce l’immagine – ormai virale – della “famiglia isolata nel bosco”.
Il vero nodo: libertà educativa o abbandono?
La vicenda dei bambini di Palmoli non è solo un caso di cronaca. È diventata il simbolo di un conflitto culturale profondo:
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Da un lato chi difende la libertà di crescere i figli in modo alternativo.
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Dall’altro chi teme che un eccesso di autonomia mascheri rischi per i minori.
E nel mezzo, tre bambini che oggi imparano a vivere lontani dal mondo che conoscevano: la natura, gli animali, gli spazi aperti.
Il tribunale valuterà nuovamente il loro futuro, mentre la famiglia prepara un ricorso che potrebbe rimettere tutto in discussione.
Per ora, l’unica certezza è la domanda che risuona dallo studio di La7:
Dove finisce la libertà educativa e dove comincia l’abbandono?
Una risposta che nessuno, oggi, può dare con certezza.
