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Manovra, operatori sociosanitari sulle barricate: “Sanità non è solo ospedali, la legge di Bilancio si ricordi di noi”
Uneba chiede al Parlamento nell’esame della legge di bilancio una maggiore attenzione al settore sociosanitario

Medici corsia
Manovra, Uneba chiede attenzione al settore sociosanitario e avverte sul rischio carenza di infermieri nelle Rsa
“Sanità non è solo ospedali, ma anche sociosanitario. Sistema Sanitario Nazionale non è solo enti pubblici, ma anche non profit accreditati e privati. La legge di bilancio si ricordi anche di noi!”
Uneba chiede al Parlamento, nell’esame della legge di bilancio, una maggiore attenzione al settore sociosanitario: quello delle RSA per anziani non autosufficienti, in cui la maggioranza dei posti letto sono gestiti da enti non profit. “Chiediamo che l’aumento di risorse per la sanità previsto nel disegno di legge di bilancio, che apprezziamo, preveda stanziamenti anche per il settore sociosanitario. Le RSA per anziani, le comunità per persone con disabilità o le accoglienze per donne vittime di violenza sono parte del Sistema Sanitario Nazionale e, tanto quanto gli ospedali, sono fondamentali per i più fragili. Hanno costi inferiori e negli ultimi anni sono state poco considerate, ad esempio con il PNRR che ha ignorato le RSA. È tempo di cambiare rotta”.
Particolarmente urgente, ribadisce Uneba, la norma per la definizione della competenza delle rette per malati di Alzheimer o demenza accolti in struttura residenziale. “Senza fare chiarezza su questo tema – rileva Massi – neppure i 100 milioni in più per Alzheimer e demenze previsti nel disegno di legge di bilancio saranno risolutivi”. Uneba inoltre appoggia e rilancia l’appello sulla legge di bilancio del Forum Terzo Settore, che chiede: la risoluzione delle varie questioni aperte sull’IVA, e l’eliminazione dell’ingiusta imposta IRAP per il non profit.
Assunzioni di infermieri: il rischio “coperta corta”
Il disegno di legge di bilancio 2026 presentato dal Governo guidato da Giorgia Meloni prevede l’assunzione di 20 mila infermieri in più rispetto al turnover naturale, secondo quanto dichiarato dal ministro Schillaci.
Una misura che però, ricorda Uneba, voce più rappresentativa del non profit sociosanitario, ha un rovescio della medaglia. Nota il presidente Franco Massi: “Da dove arriveranno questi infermieri, visto che già adesso in Italia non ce ne sono abbastanza? Probabilmente alcuni di questi lasceranno il loro lavoro nel sociosanitario per passare alla sanità pubblica. Ne hanno il diritto. Ma così, per tamponare l’emergenza negli ospedali, creiamo un’altra emergenza nel sociosanitario. Che senso ha che per garantire più assistenza infermieristica a un anziano in ospedale si finisca per ridurla a un anziano in RSA? Ha senso costringere una RSA a chiudere reparti perché non ha abbastanza infermieri mentre le liste d’attesa per l’ingresso in RSA sono spesso lunghissime?”
“Il primo obiettivo – continua Massi – è continuare a formare più infermieri, dopo che per anni i posti messi a disposizione dalle università sono stati inferiori al fabbisogno, e poi garantire loro retribuzioni più alte e percorsi di carriera. Ma questo richiede tempi lunghi.
Nel frattempo, parte della soluzione è portare in Italia infermieri dall’estero. Lo stiamo facendo anche noi di Uneba, con il progetto Samaritanus Care insieme ad Aris e con il supporto della Conferenza Episcopale Italiana”.
