Cronache
Maradona, l'eredità è di 75 milioni di dollari. Niente cash e diversi debiti

Nel patrimonio del Pibe de Oro pochi contanti, più beni di valore: dall’anello da 300mila euro al carrarmato in Bielorussia, dagli orologi ai diritti d'immagine
Maradona, eredità di 75 milioni: niente cash e qualche debito
Oltre alle indagini in corso in Argentina, per accertare le cause del decesso di Diego Armando Maradona, a tenere tutti con il fiato sospeso è anche l'eredità del Pibe de Oro. Di soldi contanti, come anticipato dal Corriere, non ce ne sarebbero molti: il patrimonio si aggira intorno ai 100mila dollari, con diversi milioni di debiti. La conferma arriva anche da Luis Ventura, il giornalista molto vicino a Maradona: "Sul conto in banca non aveva quasi più nulla, Maradona è morto povero. Gran parte del patrimonio è stato sperperato a causa delle sue mani bucate e in gran parte sottratto da chi lo circondava con il fine di raggirarlo e svuotargli le tasche, bastava chiedere e lui dava". Ma emerge anche che fra case sparse in tutto il Mondo, sponsorizzazioni, investimenti vari in Venezuala, Italia e Dubai, carrarmati e anelli preziosi custoditi in Bielorussia, scuole calcio in Cina oltre a contratti d’immagine che resteranno in vigore anche dopo la morte, come quello con la Puma e con due aziende di videogiochi, l'eredità dovrebbe aggirarsi dai 75 milioni ai 100 milioni di dollari.
Maradona, eredità: è guerra in famiglia
Ed è su questo che i famigliari e i membri del clan (cinquanta persone delle stretta cerchia) hanno iniziato a scontrarsi. Tra figli legittimi e non, lo scontro è quindi in atto: tutti vogliono un pezzo del tesoro. A correre per l'eredità sono i cinque figli riconosciuti (fra cui non correrebbe buon sangue): Dalma e Gianinna (avuti da Claudia Villafane, la sua unica ex moglie legale); Jana (avuta da Valeria Sabalain); Diego Junior (il figlio di Cristina Sinagra riconosciuto nel 2007); e Diego Fernando, figlio di Verónica Ojeda. Ma ci sarebbero almeno sei figli di Maradona che chiedono il riconoscimento: uno a La Plata, Santiago Lara; un altro a Buenos Aires; e almeno quattro a Cuba.