Togliere il figlio a Martina Levanto è stata la decisione giusta? - Affaritaliani.it

Cronache

Togliere il figlio a Martina Levanto è stata la decisione giusta?


Di Antonella Gramigna
 

Se ascoltassimo l'opinione pubblica, o perlomeno se dessimo modo alla " pancia ' della società di poter esprimere un pensiero, come qualcuno ha già fatto, sicuramente la maggioranza sarebbe d'accordo con la scelta del magistrato di sottrarre a Martina Levato il figlio appena partorito. Ricordiamo che la ragazza è stata condannata a 14 anni in primo grado a causa dell'aggressione con l'acido. Si parla spesso di tutela dei Diritti. Mi chiedo quali Diritti e di chi. I Diritti del bambino: così la magistratura e qualche sondaggio hanno posto in evidenza. Spero di vivo cuore che queste persone abbiano ben chiaro cosa significa per un bambino venir "strappati" dal ventre materno in cui è stato per nove mesi. Al di là del dolore di una madre, che sicuramente contro di sè ha il fatto di aver commesso un reato molto grave, per il quale si trova rinchiusa in carcere. Al di là della pietosa ( e spesso) falsa umanità per la quale si può anche permettere almeno di abbracciare un figlio dopo averlo generato e partorito. Neppure questo,no. Perché non è giusto, non è pensabile che questo bambino possa avere un qualsiasi contatto con questa mamma che ha così tanto sbagliato e si è macchiata di un reato così grave da renderla agli occhi di tutti così "cattiva" e , quindi, viene immediatamente sottratto, strappato, portato via, dai suoi occhi e dalle sue braccia. Od almeno così fino alla decisione del Tribunale dei minori, che deciderà, bontà sua, se dichiararlo adottabile, permettendogli di poter avere una vita migliore (?) , almeno lontano dalla malvagità di questa mamma. Ed è qui il punto. Parliamone di questi diritti del bambino. Ma siamo davvero certi che " strappare" così brutalmente appena partorito un bambino all'abbraccio della madre non possa recargli ripercussioni future ? Che Martina sia una donna che ha sbagliato ne siamo tutti consapevoli, ed è in un luogo, quale il carcere è, a scontare la sua pena che ammonta ad oggi a 14 anni. Mi chiedo, e chiedo, come mai proprio a quel bambino abbiamo già leso il suo primo Diritto: quello del primo sguardo materno, quello indimenticabile, del suo primo attaccamento al seno, il suo primo contatto importante, epidermico e sensoriale con la sua mamma, per il quale c'è una letteratura internazionale ben diretta al sostegno di questi momenti importanti perché ormai sappiamo bene quanto contino i primi attimi di vita extra uterina per il futuro dell'essere umano. Si legge che l'amore che passa tra mamma e figlio sia la forza più grande, ciò che permette un corretto equilibrio psichico e relazionale, i mattoni solidi su cui costruire l'adulto di domani. Eppure non se ne è proprio tenuto conto.
Martina Levato voleva questo bambino, non ha mai fatto niente per evitare la sua nascita. Eppure avrebbe potuto. Ma, al contrario, lo voleva fortemente. Albergava forse la paura che Martina avrebbe potuto farle del male ? Quale è stato il movente, quello vero, che ha condotto il Magistrato a questa decisione ? Una ulteriore condanna oltre la condanna. Colpevolizzare una donna, una mamma, oltre gli articoli del C.p.?  E come la mettiamo con i nonni, presenti e straziati, anche loro, dal dolore di non aver neppure potuto vedere il nipotino appena nato, e disposti a prendersene cura? " Ci hanno trattati come delinquenti ed appestati" affermano. Quesiti che non hanno al momento alcuna risposta. Sarà adesso il Tribunale dei minori a diversi esprimersi sul futuro di questo piccolo neonato : cosa deciderà? Forse potrà tornare con la madre, oppure riterranno i nonni idonei all'affidamento. Oppure, e questo fa ancora più male, destinarlo ad altra famiglia in attesa di adozione. Al momento, però, questo piccino è stato parcheggiato in un luogo senza abbracci ed amore. Senza la sua mamma e due braccia calde che lo avvolgessero. Ed è stato commesso il più grave dei reati: il suo diritto al primo abbraccio materno, ciò che avviene solo una volta e mai più. Questo segnerà  profondamente la sua vita, non consciamente, è ovvio. A seconda della decisone potrebbe non rivedere mai più chi lo ha generato ed avrà una sua vita lontana dalla sua origine. E magari anche dal carcere. Ma a livello profondo avrà danni perché mancherà l'impriting affettivo con chi gli ha dato la vita. In qualche modo ciò potrebbe essere la causa delle possibili future relazioni affettive. Oggi viviamo un secolo dove la scienza e la letteratura dimostrano quanto sia fondamentale l'amore e la relazione, fin dalla nostra nascita ed anche prima nella vita intra uterina e poi , scordandoci di tutto questo, si arriva a decisioni così drastiche e poco rispettose per i bambini, adulti di domani. Da una recente indagine scientifica condotta attraverso un esperimento su topolini, è stato dimostrato come, a seguito di separazione alla nascita di un topolino a differenza di un altro, dalla sua mamma, questo si sia ammalato e sia morto. Ala base c'è la carenza di amore. Ciò che un muove il mondo e ci aiuta nelle relazioni. Sentirsi amati, stimati, accettati, fin dalla nostra venuta al mondo è ciò che ci rende forti. C'è da chiedersi, e me lo chiedo da ore, se sia stata davvero la decisione giusta.