Medici, arriva lo scudo penale: risponderanno penalmente solo in caso di colpa grave. Il testo in Cdm - Affaritaliani.it

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Ultimo aggiornamento: 15:43

Medici, arriva lo scudo penale: risponderanno penalmente solo in caso di colpa grave. Il testo in Cdm

Parallelamente, il piano del governo punta a contrastare la cronica carenza di personale

di Redazione News

Medici, arriva lo scudo penale: risponderanno penalmente solo in caso di colpa grave

Il governo si prepara a introdurre un cambiamento rilevante per il mondo sanitario: lo “scudo penale” permanente per i medici. Questa misura, già sperimentata durante la pandemia di Covid-19, limiterà la responsabilità penale dei professionisti sanitari ai soli casi di colpa grave. L’obiettivo è duplice: proteggere maggiormente chi opera in corsia e, allo stesso tempo, rendere più attrattiva la professione, soprattutto nel servizio pubblico.

Il provvedimento, inserito all’interno di un ampio disegno di legge delega sulle professioni sanitarie che sarà discusso in Consiglio dei ministri lunedì, intende ridefinire norme, ruoli e responsabilità del personale medico.

La riforma interviene anche sulla legge Gelli-Bianco del 2017, stabilendo che non vi sarà responsabilità civile per medici e strutture quando le prestazioni sono eseguite seguendo linee guida ufficiali o buone pratiche cliniche. Inoltre, i giudici potranno valutare le condizioni operative, come la scarsità di risorse o la complessità del caso, per determinare eventuali colpe.

Incentivi per le specialità meno scelte

Parallelamente, il piano del governo punta a contrastare la cronica carenza di personale in alcune aree strategiche come medicina d’urgenza, radioterapia, anatomia patologica e anestesia. Nel 2024, ad esempio, oltre il 30% delle borse di studio per medicina d’urgenza è rimasto vacante, e situazioni simili si sono registrate in altre discipline fondamentali.

Per invertire il trend, la riforma prevede incentivi economici specifici, carriere accelerate, premi per chi opera in zone disagiate e maggiore flessibilità contrattuale. Gli specializzandi potranno lavorare part-time nelle strutture pubbliche senza interrompere la formazione, e avranno accesso anche a incarichi libero-professionali. Riduzione della burocrazia, sistemi di valutazione delle performance e premi legati alla diminuzione delle liste d’attesa completano il pacchetto di misure.

La trasformazione della medicina generale

Un’altra novità di rilievo riguarda i medici di base. I tradizionali corsi regionali di formazione, gestiti in gran parte dal sindacato Fimmg, saranno sostituiti da vere e proprie scuole di specializzazione universitarie, analoghe a quelle degli ospedalieri.

L’intento è elevare il livello formativo, rendere la professione più attrattiva e frenare l’emorragia di personale. Negli ultimi dieci anni, infatti, l’Italia ha perso circa 6mila medici di base, con un calo che non mostra segni di arresto.

In sintesi, la riforma punta a proteggere e valorizzare i professionisti della sanità, rafforzare i reparti in difficoltà e garantire un futuro più stabile ed efficiente al sistema sanitario nazionale.