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Cronache
Medico del Papa indagato: "Convegni mentre doveva essere in sala operatoria"
Papa Francesco

Indagato il medico del Papa, la risposta del Policlinico Gemelli

II policlinico universitario Agostino Gemelli Irccs, con riferimento alle notizie di stampa su una indagine della Procura della Repubblica di Roma, esprime "la propria fiducia nei confronti della magistratura che sta svolgendo le indagini, alla quale continua ad assicurare la più ampia collaborazione, nell’ottica di chiarire ogni aspetto. Nel contempo, esprime la massima fiducia nell'operato del professor Sergio Alfieri e nelle sue indiscutibili qualità professionali e umane", si sottolinea in una nota sul caso del chirurgo indagato dalla procura capitolina per falso in atto pubblico, dopo un esposto presentato nei mesi scorsi.

Il policlinico Gemelli, "senza entrare nel merito delle molte inesattezze contenute nel lungo articolo pubblicato oggi, respinge qualsiasi strumentale tentativo di offuscare l'operato di una struttura che ogni giorno eroga, a tutti coloro che vi si rivolgono, cure di elevata e riconosciuta qualità". Il policlinico Gemelli "è un ospedale di eccellenza, le cui procedure e processi sono verificati e valutati da autorevoli enti internazionali (in particolare la Joint Commission International): quale Fondazione non profit, persegue, al tempo stesso, la massima efficienza, qualità e umanità delle cure cliniche e delle soluzioni organizzative, unitamente al rigoroso rispetto delle procedure e della legalità a tutti i livelli".

Indagato il medico del Papa, ecco di che cosa è accusato Sergio Alfieri

Il medico di Papa Francesco è finito sotto indagine, i Nas lo accusano di falso in atto pubblico: "Appuntamenti, visite e convegni mentre doveva essere in sala operatoria". Sergio Alfieri, che ha operato due volte il Pontefice, è stato iscritto nel registro degli indagati. Il professore del Policlinico Gemelli - si legge su La Stampa - avrebbe firmato il registro di presenza in alcune operazioni su alcuni pazienti negli stessi orari. Ovvero, grazie all’alternanza delle firme nel registro operatorio ha fatto più interventi in regime privato. Guadagnandoci. L’accusa arriva da un esposto che risale al luglio 2022.

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A indagare sono i Nas, che hanno verificato - prosegue La Stampa - una serie di storie "sulla bocca di tutti". Poi hanno acquisito dalla direzione sanitaria decine di cartelle cliniche e i relativi faldoni cartacei e digitali. I pazienti erano ricoverati sia in regime pubblico che nelle stanze solventi, cioè a pagamento. Alfieri risultava persino aver operato nello stesso momento in più sale. Il chirurgo del Papa firmava il registro in calce. Mentre a operare erano altri medici della sua équipe, secondo l’accusa. Mentre i malati, anche oncologici, che passano per il suo studio finiscono spesso dirottati nelle stanze per solventi, quelle a pagamento. Dove regolano i conti con le assicurazioni sanitarie o di tasca propria attraverso l’ufficio amministrativo dell’ospedale.

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