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Cronache
"Giorgia Meloni? Non vendo il suo libro". Libraia romana "banna" la leader FDI

di Alessio Garofoli

Sulla sua bacheca Facebook Alessandra Laterza, la libraia di Tor Bella Monaca, periferia est di Roma, lo scrive postando una foto di "Io sono Giorgia", il libro della Meloni: "Io sono una libraia e questo libro non lo vendo! So scelte, mejo pane e cipolla, che alimentare questo tipo di editoria... alla lotta e al lavoro, il mio è indipendente!". E contattata da Affari non fa mezzo passo indietro.

"Guardi che quel post non l'ho fatto per scriverci un articolo", premette appena risponde al telefono.

Ma io vorrei scriverlo. Per lei lavoro e militanza sono un tutt'uno?

No, non è militanza, la militanza la faccio alla festa de l'Unità. Ma che la mia libreria sia di sinistra, una forma di resistenza in un territorio dilaniato dalla cronaca nera, ormai è noto. Dopodiché c'è una scelta di campo su quelli che si ritengono libri da vendere o da non vendere. Non è che si discute della figura della Meloni, si discute di un libro che secondo me non merita altra pubblicità. Da me non si vende quello, come non si è venduto quello di Salvini, e questa è la scelta editoriale della mia libreria.

Ma con quel post su Facebook, peraltro molto commentato, non crede di avergliela fatta invece pubblicità?

No perché, le ribadisco, quella è un'informazione per i miei clienti. Che poi il post sia molto commentato... se lei legge vedrà che molti mi danno ragione. E comunque c'è una scelta commerciale no? Nel senso che una libreria indipendente ha il diritto di dire quello che vuole vendere e quello che non vuole vendere. Io ritengo che quel libro non abbia contenuti. Non amo vendere libri di persone che secondo me il concetto di democrazia non lo conoscono bene. Ma non è mica censurato: il libro lo potete acquistare ovunque, se lo ordinate su Amazon il giorno dopo ce l'avete a casa.

Però lei non sa se io lo comprerò o meno. Perché dice: "Lo potete acquistare"?

Eh già, non lo compra nessuno. La sua però è la terza telefonata da parte di un giornale...

Beh, la notizia c'è. Più che il libro, che ormai è cosa nota, la notizia è il suo post.

Secondo me la notizia è che la Meloni scriva un libro...

Qualcuno potrebbe contestarle che, in modo volterriano, una libraia dovrebbe offire tutto, anche libri lontani dal proprio pensiero.

Beh.. non credo. Nell'esercizio del proprio rischio d'impresa ognuno vende quello che vuole. E se si vendono libri oltre al rischio di impresa c'è anche quello che vogliamo raccontare alle nuove generazioni: io non ho piacere che un giovane legga della Meloni, della sua idea di famiglia e delle sue discriminazioni verso gli omosessuali, ciò che credo sia in quelle pagine. Io vorrei una società diversa.

Quindi possiamo chiosare con "Sono Alessandra, sono una libraia e sono progressista"?

(Ride). Sì, se volessimo fare un titolo sarebbe così.




 

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