Cronache
"Mi chiamavano figa di legno". Me Too della pubblicità, la rivelazione choc



Una copywriter 41enne esce allo scoperto. Valentina Selvaggia Mannone: "Mi chiedevano di essere più bagascia. I continui commenti sul mio seno prosperoso"
Me Too della pubblicità, "anni di abusi, sono finita dallo psicologo"
Non si spegne il caso del Me Too nel mondo della pubblicità. Sempre più ragazze hanno deciso di uscire allo scoperto e raccontare tutto. L'ultima di questa lunga lista è una 41enne copywriter. "Le molestie sessuali - si sfoga Valentina Selvaggia Mannone a Repubblica - sono la punta dell'iceberg di un modello marcio che tende a sottometterci. Per anni, un retaggio culturale ci ha portate a normalizzare comportamenti sessisti, su cui soltanto di recente abbiamo iniziato ad alzare la voce". La donna, che ha 17 anni di esperienza nel mondo della comunicazione tra Milano, Roma e Torino, svela cosa succedeva in quegli uffici in cui ha lavorato. "I continui commenti sul mio seno prosperoso. Le battute mi infastidivano e appena lo manifestavo venivo sminuita e definita una figa di legno. Sono cresciuta con un modello errato, secondo cui era normale sopportare questi soprusi, altrimenti si perdeva il posto di lavoro. Avendo subito episodi del genere in varie agenzie, sono arrivata a credere di essere io il problema. Ho pensato di essere sbagliata".
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"Era questo - prosegue Valentina Selvaggia Mannone a Repubblica - che ci inculcavano e finivamo in bagno a piangere. Anche se il mio carattere, quando mi sento vessata, mi porta a ribellarmi e diventare fredda e distaccata. Tanto che un superiore, una volta, mi chiese di ammorbidirmi ed essere più bagascia. Seppur nauseata, capii che non c’era una vera e propria allusione sessuale, intendeva che dovevo mostrarmi più piaciona e accomodante. Ma ben presto sentii un senso di fastidio e inadeguatezza che non riuscivo a sostenere. Ero diventata la caricatura di me stessa e la mia bravura era passata in secondo piano. Così sono scoppiata, ho iniziato un percorso con uno psicologo per prendere consapevolezza degli abusi subiti e riacquisire fiducia nelle mie abilità lavorative e mi sono licenziata. C’è voluto del tempo per ripartire: ora curo pochi clienti da freelance e insegno ginnastica acrobatica. Col senno di poi non ricadrei in tanti errori, ma ora sono serena".