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Cronache
Nautica, la disfida Genova-Napoli vede vincitore Bonaccini

Torna la disfida Genova-Napoli sulla nautica? Le parti in causa dicono diplomaticamente  di no, ma in mezzo adesso ci sta Bonaccini, che ha accolto “con grande disponibilità la nostra richiesta ad aprire il Salone nautico internazionale di Bologna, dando  molto spazio alle piccole medie imprese. Noi  speriamo cresca quanto Genova”.

Così, Gennaro Amato, presidente di Afina, associazione filiera italiana della nautica, che ha fatto la “diaspora” staccandosi da Confindustria  Nautica (Ucina) e che conta circa 250 imprenditori del settore. Il boccone commerciale è ghiotto: le imbarcazioni da 5 a 15 metri sono la fetta più grande del mercato e il diportismo è cresciuto dell’8% in piena pandemia.

Non solo: la prima edizione di Salone Internazionale Nautico di Bologna, tenutasi nell’annus horribilis 2020, a ottobre, ha registrato in pandemia 22.000 visite e tante vendite. “Noi avevamo già Napoli con due saloni, NauticSud e Navigare, ma la superficie espositiva era sempre sold out. Teniamo presente che

L’Italia conta 8.500 km di costa ma tutta cantieristica attinge in Campania, Napoli è capitale anche per vendite. La  Liguria con Genova registra le  immatricolazioni di tutto ciò che viene venduto in regioni dove non c’è  capitaneria. Napoli immatricola tutto ciò che viene venduto e prodotto in Campania e già così  risulta  seconda in Italia. Noi ci siamo staccati da Confindustria perché abbiamo deciso di intraprendere una nostra strada. Loro non volevano fare  Bologna,  per noi era una necessità. Una fiera con 200 piccole aziende e 30 grandi si può dire riuscita, una fiera con solo 50 grandi è semplicemente un evento. Il cuore del settore sta nei piccoli e medi imprenditori. Diciamo che Confindustria ha perso il monopolio”.

La lite degli anni Settanta e la questione Viareggio

Già negli anni Settanta Genova e Napoli, con NauticSud (che il prossimo anno sarà alla 48esima edizione), litigavano per le date e si sovrapponevano. Ci volle un confronto pubblico organizzato dal Corriere della Sera per rimettere pace negli animi. Nel 2017 Nautica Italiana, organizzatrice del Salone di Viareggio, aveva accusato gli organizzatori di Genova di avere rinunciato a un finanziamento su Genova pur di mettere in difficoltà Viareggio. “Ucina si oppone oggi alla proposta del Mise di finanziare in modo più ampio un nuovo sistema di eventi nel Paese che moltiplichi le possibilità di business per tutte le aziende del settore -lamentavano in una nota stampa gli organizzatori di Nautica Italiana, sostenendo che non ci fosse la disponibilità “di agire in una logica di Sistema Paese per far fronte alla concorrenza internazionale”. Mentre la Presidente di Ucina Carla Demaria replicava che i termini dell’accordo “erano sostenere due eventi complementari organizzati rispettivamente da Ucina Confindustria Nautica e da Nautica Italianaa condizione che non fossero in concorrenza tra loro e che la nuova kermesse viareggina rispetto al Salone Nautico di Genova avesse un target differente: solo barche in acqua e solo yacht oltre il 24 metri di lunghezza”. Aggiungendo che fosse necessario  “non dividere le risorse, in questo caso la concorrenza è distruttiva e depaupera tutta la filiera”.

Anche oggi, dal fronte Confindustria arriva il diplomatico commento di Piero Formenti che dice “non esiste alcuna disfida”.

Fra i “contendenti”, ci guadagna  come sempre la Germania, in questo caso Düsseldorf, che pur non avendo il mare ha il Salone nautico più importante del mondo, spostato a gennaio 2022 a causa dell’emergenza sanitaria.  

C’era di mezzo anche Milano

Adesso l’Italia ha quattro saloni: Genova (16 settembre), Bologna (30 ottobre), Napoli con le edizioni di NauticSud (13 febbraio) e Navigare (20 novembre). Tre sono gestiti da Afina e Amato nutre grande fiducia in un novembre 2021 con il turbo, a Bologna: “con l’internazionalità certificata abbiamo accesso a finanziamenti, pubblici, confidiamo di averli anche dalla regione Emilia. Sarebbe un bel propulsore per le nostre aziende. Da imprenditore del settore, ragiono in maniera funzionale al bene delle imprese”. Prima di Bologna, gli accordi erano in dirittura d’arrivo con Milano.  Afina aveva dialogato con l’ente fieristico della capitale lombarda, ma all’ultimo non se ne era fatto nulla. “Comprendo che  magari, avendo le due regioni lo stesso colore politico, potrebbe essere  arrivata una telefonata -dice sorridendo Amato- Ma per noi non c’è problema, non siamo in concorrenza con Confindustria, facciamo il nostro percorso. Bologna è baricentrica, rappresenta una soluzione ideale, c’è spazio per tutti”.

Continua la leadership mondiale italiana nei superyacht

L’Italia conferma anche per il 2021 la leadership a livello mondiale nel settore dei superyacht. Il Global Order Book, elaborato da Boat International, posiziona l’industria italiana al vertice per gli ordini delle unità superiori a 24 metri, con 407 yacht in costruzione su un totale di 821 a livello globale. Per l’Italia si tratta del maggiore numero di ordini registrato nel GOB dal 2009 in poi. La quota italiana rappresenta poco meno della metà degli ordini mondiali, raggiungendo il 49,6% del totale, con un incremento di 9 unità rispetto al 2020.  Il trend è generoso anche nel diporto: il sentiment delle aziende è positivo, due aziende su ter indicano una crescita rispetto al precedente anno nautico.

 

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