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Cronache
Padova, "anticostituzionale" dare 3,96 euro all'ora a una lavoratrice

La paga oraria di 3,96 euro non rispetta la Costituzione: causa vinta da una lavoratrice di Padova

E' una sentenza storica quella stabilita da un giudice del lavoro del Tribunale di Milano, il quale ha dato ragione a una lavoratrice che denunciava una paga oraria da fame. La donna padovana ha così vinto la causa intentata contro l'azienda Civis con il sostegno del sindacato Adl Cobas e dei legali Giorgia D'Andrea e Giacomo Gianolla. La paga di 3,96 all'ora prevista dal contratto nazionale, secondo il giudice, viola l'articolo 36 della Costituzione, in quanto "il lavoratore ha diritto a una retribuzione proporzionata alla quantità e alla qualità del suo lavoro e in ogni caso sufficiente ad assicurare a sè e alla famiglia un'esistenza libera  dignitosa".

"Una vittoria importante perché sancisce ciò che sosteniamo da tempo", ha commentato il portavoce Adl Cobas Marco Zanotto. "Oltre a questa abbiamo altre cause in corso che coinvolgono Esu, ospedali, università ed enti pubblici, a tutti ci appelliamo per evitare questo tipo di contratto sottoscritto da Cgil, Cisl, Uil, Ugl non certo facendo gli interessi dei lavoratori. Firmano contratti che anziché andare al rialzo puntano al ribasso. Speriamo che questa sentenza faccia capire alle sigle sindacali che hanno firmato questi contratti inaccettabili a livello nazionale che non si può andare avanti così".

Intanto Civis, la società di vigilanza per quale lavora la donna, è stata condannata a pagare un risarcimento di 372 euro lordi in più per ogni mese, ovvero la differenza tra la paga versata e quella prevista per un servizio di portierato. Da qui si è poi arrivati al passo successivo, annunciato proprio da Adl Cobas: "Chiediamo l'apertura di un tavolo che coinvolga università, Esu, Regione, Provincia e tutti quei soggetti che sono coinvolti da questa sentenza perchè si metta finw a questa logica di sfruttamento".

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lavoropadovapaga oraria
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