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Cronache
Vaticano: sepolto Ratzinger, Francesco completa la sua riforma sul Vicariato

Vaticano, Papa Francesco completa la riforma del Vicariato di Roma

Qualche cosa la scomparsa del Papa emerito Benedetto XVI deve averla smossa perché Papa Francesco come primo atto da “Papa libero” ha riorganizzato la diocesi di Roma e ha mandato un messaggio a Giorgia Meloni e il suo governo tramite il presidente della CEI il cardinale Matteo Maria Zuppi, cioè il capo dei vescovi italiani, sull’utilizzo del Pnrr. Cominciamo proprio da questo punto.

L’alto prelato ha dichiarato: “Stato e Chiesa devono collaborare sicuramente per contrastare la povertà e per favorire l’educazione. La vera collaborazione può essere messa in atto in ogni campo. Insieme devono promuovere la costruzione e la diffusione del senso di comunità, dei diritti, dei doveri, ma mettendo sempre al centro di tutto la persona”.

E poi, specificatamente riguardo al nuovo esecutivo, ha ancora dichiarato: “Auspico che non perda le sue opportunità. Questo in realtà, è un augurio che faccio a tutti. Stiamo vivendo mesi decisivi e il Piano nazionale di ripresa e resilienza non è solo tattico, ma direi strategico. Il governo deve lavorare per non farsi scivolare fra le dita questa grande occasione: vorrebbe dire ipotecare in negativo il nostro futuro e quello delle prossime generazioni”.

Un messaggio abbastanza inusuale perché raramente la Chiesa cattolica entra così nel merito e nello specifico, riferendosi proprio al Pnrr che, ricordiamolo, è un piano che si porta dietro tantissimi soldi: un totale di 221,5 miliardi di euro, la cifra più alta stanziata per un Paese dell’Ue. È evidente l’interesse della Chiesa per accedere tramite le sue organizzazioni ad opere di tipo sociale e questo non deve meravigliare. Quello che è interessante notare è che l’uscita è avvenuta subito dopo la scomparsa di Papa Benedetto.

L’altro punto interessante è invece quello della completa riorganizzazione della diocesi romana. La Costituzione Apostolica che si chiama “In Ecclesiarum Communione” riguarda l’ordinamento del Vicariato di Roma e porta il progressivo N. 0012 ed è stata pubblicata venerdì 6 gennaio 2023, cioè ieri. Il fatto, per i suoi tempi rapidi, assume il ruolo di un segnale politico che Papa Francesco ha voluto inviare. La riforma era già nell’aria di mesi ma nessuno nella diocesi romana si aspettava questa improvvisa accelerazione che ha colto tutti di sorpresa.

Dal punto di vista strettamente tecnico il Papa ha ridefinito il ruolo del cardinale vicario, ricoperto ora da Angelo De Donatis. A tal proposito si legge: “L’esteso impegno che richiede il governo della Chiesa universale mi rende necessario un aiuto nella cura della diocesi di Roma. Per questo motivo nomino un cardinale come mio ausiliare e vicario generale (cardinale vicario), che a mio nome e per mio mandato, avvalendosi della collaborazione degli altri miei vescovi ausiliari, tra i quali scelgo il vicegerente, esercita il ministero episcopale di magistero, santificazione e governo pastorale per la diocesi di Roma con potestà ordinaria vicaria nei termini da me stabiliti”.

E poi prosegue: “Il cardinale vicario provvederà a informarmi periodicamente e ogniqualvolta lo riterrà necessario circa l’attività pastorale e la vita della diocesi. In particolare, non intraprenderà iniziative importanti o eccedenti l’ordinaria amministrazione senza aver prima a me riferito”. Insomma, si tratta di una vera e propria rivoluzione che mette sostanzialmente sotto tutela il cardinal De Donatis tramite un “vicereggente” di immediata fiducia papale che di fatto controllerà ogni atto del vicario tramite il reggente monsignor Baldassare Reina.

Il suo ruolo è esplicitamente quello di un forte controllo sul vicariato come del resto dice esplicitamente il testo stesso della Costituzione Apostolica: “Il compito di moderare gli uffici del Vicariato nell’esercizio delle loro funzioni, convocare mensilmente la riunione dei direttori di tutti gli uffici del Vicariato, fissare criteri per una corretta applicazione del principio dell’interlocuzione unica nei rapporti tra il Vicariato e le altre autorità, curare che i dipendenti del Vicariato svolgano fedelmente i compiti loro affidati. Esercita i poteri propri del cardinale vicario quando questi sia impedito o assente o l’Ufficio del medesimo sia vacante, avendo cura di sottopormi le questioni di maggior rilevanza”.

In un altro passaggio si legge invece: “la Chiesa perde la sua credibilità quando viene riempita da ciò che non è essenziale alla sua missione o, peggio, quando i suoi membri, talvolta anche coloro che sono investiti di autorità ministeriale, sono motivo di scandalo con i loro comportamenti infedeli al Vangelo. Questo non è un problema solo per la Chiesa: lo è anche per coloro che la Chiesa, popolo di Dio, è chiamata a servire con l’annuncio del Vangelo e la testimonianza della carità”.

Ed è proprio in queste parole che è stata letta una ulteriore “risposta” alle parole di Padre Georg, il segretario personale di Papa Benedetto XVI che non ha esitato ad attaccare direttamente Francesco dopo la scomparsa del Papa tedesco. Bisogna anche ricordare che Papa Francesco tempo fa aveva detto che occorre normare l’istituto del “Papa Emerito” in caso di rinuncia e molti hanno visto in questo il fatto che il Papa stesse pensando proprio al suo futuro. In passato infatti ebbe a dire che se a causa delle sue condizioni fisiche anche lui avesse abdicato si sarebbe ritirato a San Giovanni in Laterano e cioè proprio in Vicariato che ora ha completamente riformato.

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