Puttane e giornalisti: dalla legge Merlin a quella dell'ordine - Affaritaliani.it

Cronache

Puttane e giornalisti: dalla legge Merlin a quella dell'ordine

Mirco Maggi

Ma davvero i giornalisti sono diventati degli sciacalli, pennivendoli e marchettari?

All'indomani della sentenza di innocenza del sindaco di Roma, Virgina Raggi, i vertici del M5S si sono scagliati contro i giornalisti, e Di Battista ha urlato alla conferenza stampa: "puttane! Siete solo delle puttane!"Secondo il M5S tutti i giornalisti sarebbero stati faziosi, asserviti ai loro editori-padroni e non obiettivi nei confronti della bella Virginia. In effetti, a onor del vero, il Sindaco di Roma è stato il sindaco più criticato dalla stampa della storia d'Italia, ma soprattutto da una stampa “politica”, e non certo “sopra le parti”,  che non gli ha mai risparmiato proprio niente: accuse, sospetti, malanimo e pettegolezzi quotidiani. Sempre, ogni volta, qualsiasi respiro la Raggi facesse.

Giornalisti puttane insomma: proprio come quelle che nel 1958 la signora Merlin, firmando la legge per abolire le case di tolleranza, le famose case chiuse, ha di fatto "licenziato" e rese disoccupate, anche se solo apparentemente. Ma a 5 anni di distanza dalla firma della legge Merlin, con la nascita nel 1963 della legge sull'ordinamento dei giornalisti, e stando a quanto dice Di Battista, nuove puttane avrebbero invece trovato lavoro nelle redazioni, questa volta si tratta però di meretrici riconosciute da un Ordine Professionale. Quindi: case chiuse e redazioni aperte, sempre di puttane si tratta in fondo secondo il pensiero di Di Battista, che sotto certi aspetti in fondo, non è nemmeno del tutto così impossibile da capire.

Perché la domanda vera da porsi è: ma questi giornalisti sono davvero così puttane?  Forse qualcuno lo è per davvero, certo; e non si può escludere, ma tutti gli altri invece, e sono la maggior parte, assolutamente no. Questo perché ogni famiglia che si rispetti ha la propria pecora nera, così come ogni famiglia che si rispetti ha il proprio scemo famigliare. E' una regola, da cui nessuno può esimersi: dai Carabinieri infedeli del caso Cucchi, ai poliziotti assassini della Uno bianca, ai numerosi politici collusi e corrotti, e via discorrendo. 


Ma torniamo alle puttane di casa nostra, ovvero i giornalisti marchettari, faziosi e asserviti al proprio editore politico che ha dichiarato guerra a un partito di fede contraria alla sua, e aizza i propri dobermann inferociti per dilaniare l’avversario, anche a costo, e  non dico di mentire nel senso pieno del termine, ma di ingigantire false realtà e di rimpicciolire i fatti reali a scapito della verità sostanziale dei fatti. 
Questo è il reato vero, quello deontologico e intellettuale. Puttane vere e proprie non direi, ma uomini e donne che scendono a  patti con la propria dignità per mantenere magari il proprio posto di lavoro, o difendere un previlegio, dimenticando deontologia, giuramenti e osservanza delle leggi. Sì, qualcuno tra noi c’è, e sono lì da vedere, inutile fingere che non esistano. Ma non rappresentano niente e nessuna categoria, se non loro stessi, indipendentemente dal fatto che siano giornalisti o carabinieri o poliziotti o politici corrotti, perché sono comunque una minoranza, anzi: sono la percentuale infinitesimale di un gruppo, quella che non fa testo.

Perchè poi ci sono tutti gli altri, l’esercito vero dei giornalisti di razza, quelli che sanno scrivere e che non si vendono, e che piuttosto di tradire la verità dei fatti scelgono di fare la fame. Queste sono le Legioni dei giornalisti veri, quelli che vengono pagati a 3 euro a pezzo, che non sono contrattualizzati, che non hanno nemmeno uno straccio di contattino a tempo indeterminato, perché si tratta sempre e solo di accordi verbali, tutto sulla parola, e dove tutto può finire all’improvviso. Decine e decine di migliaia di professionisti in tutta Italia senza lavoro, vittime di editori squattrinati o approfittatori; persone costretti a mendicare collaborazioni in sub appalti, e stretti nella morsa della difficoltà economica e indecisi tra quella realtà o quella di cambiare radicalmente mestiere, pur sapendo bene quanto quest’ultima ed estrema scelta, sia per loro del tutto impercorribile. Perché i giornalisti veri non sanno fare altro che i giornalisti, ed è per questo che lo sono diventati, non per il potere o per il denaro o per fare le marchette, ma semplicemente perché scrivere è davvero la sola cosa che sanno e che vogliono fare.

Eh si:  la realtà del giornalismo di oggi è questa caro Di battista. Una realtà che tu stesso non conosci e che l'opinione pubblica ignora totalmente. Eserciti di giornalisti veri, non  di puttane,  ma di persone dignitose e professionalmente preparate che non hanno alcuna visibilità, e che le verità se le vanno ancora a snidare e a scovare e che le sbatterebbero volentieri ancora in prima pagina, ma purtroppo non esiste più una prima pagina da poter sbattere in faccia proprio a nessuno,  perchè i giornali sono praticamente estinti. Perché le edicole vendono più giocattoli per bambini, pentole, gomitoli di lana e figurine che quotidiani. Perché i giornali online, spesso,  sono soltanto contenitori di notizie scopiazzate una dall'altro portale. Notizie che rimbalzano, che non fanno opinione o commento, e che forniscono solo un dettaglio dell'informazione vera e reale, quella di cui il paese invece, oggi più che mai, avrebbe veramente bisogno. Perché nelle redazioni ci sono eserciti di stagisti, non pagati, a cui vengono commissionati articoli che scrivono senza alcuna competenza e senza la minima conoscenza visto che non ci sono soldi per pagare i giornalisti veri, e quindi la qualità dell’informazione si assottiglia sempre di più; così come gli errori, le omissioni, le mancanze, e tutto si ripercuote in una informazione zoppa, priva di carattere e di scorza e soprattutto priva di verità, ma ventre gravido, appunto, di nuove puttane. Perché le corazzate potenti e ricche dell'informazione, quelle scintillanti per intenderci, sono gestita da editori politici che blindano le loro redazioni consentendone  l'accesso soltanto a quei pochi eletti, comunque vittime dello strapotere dell'editore. 
Oggi scegliere di fare il giornalista è una follia: chi si laurea in giornalismo, salvo casi rarissimi, è deputato ad una vita di disoccupazione cronica, e chi ha vissuto nell'epoca d'oro del giornalismo, oggi deve fare i conti con una realtà completamente opposta al passato, e non riesce a capacitarsene. 

Quindi, per tornate alle puttane di Di battista: non sarebbe forse meglio ristabilire gli equilibri una volta per tutti e riaprire le case chiuse, e chiudere invece queste redazioni finte dando vita, e linfa, alla rinascita di un giornalismo vero, serio e corretto, e non dipendente da alcun colore politico?
Chi lo sa, magari anche le persone semplici tornerebbero a leggere, forse questa disaffezione nei confronti dei giornali potrebbe attenuarsi e, sempre con un enorme punto interrogativo, magari i lettori smetterebbero addirittura di credere alle fake news che imperversano in rete e su Facebook, sempre più credibili e sempre più perfette.

E chissà:  magari le puttane tornerebbero a fare le puttane, e i giornalisti a fare i giornalisti.
Chissà.