Regeni, la pista della Sicurezza nazionale. Scoperti i militari coinvolti - Affaritaliani.it

Cronache

Regeni, la pista della Sicurezza nazionale. Scoperti i militari coinvolti

Bugie dagli agenti del Cairo sulla morte di Giulio Regeni. La pista porta alla Sicurezza nazionale. Scoperti i militari coinvolti

Regeni: Pm, da poliziotti egiziani reticenze e false versioni

Sono stati reticenti o hanno riferito fatti non conformi al vero gli ufficiali degli apparati di sicurezza egiziani che hanno tenuto sotto controllo Giulio Regeni a partire dall'8 dicembre del 2015 e almeno fino al 22 gennaio 2016. Ne e' convinta la Procura di Roma che nell'ambito dell'inchiesta sul sequestro e sulla morte del 28enne ricercatore di origine friulana ha inoltrato una nuova rogatoria col Cairo puntando decisamente il dito su un gruppo di ufficiali, aderenti alla National Security e al Dipartimento Investigazioni Municipali. Regeni, stando alle verifiche effettuate da Ros e Sco che stanno supportando il lavoro dei magistrati romani, e' stato oggetto di accertamenti per un periodo ben piu' esteso di quello che le autorita' egiziane hanno voluto far credere sin dall'inizio. Ma tutto sembra fermarsi improvvisamente il 22 gennaio 2016, quando a seguito dell'ultimo contatto con Giulio, il capo degli ambulanti Said Abdallah, che lo aveva bollato come 'spia' al soldo degli stranieri, riferisce alla National Security. E dopo? Dopo cala il silenzio, almeno dal punto di vista delle autorita' del Cairo, tanto che la Procura di Roma ritiene come il perimetro investigativo che riconduce a quegli apparati pubblici, rafforzato da rapporti allacciati tra coloro che hanno poi trovato i documenti di Regini nella perquisizione del 24 marzo 2016 e quelli che lo avevano monitorato nel gennaio precedente, sia di fatto compatibile con la circostanza che i soggetti responsabili dei fatti dovevano disporre necessariamente di un luogo di detenzione dove Regeni e' rimasto sequestrato per almeno sette giorni e che tale luogo doveva rispondere a un paio di fondamentali caratteristiche: l'idoneita' a porre in essere le torture riscontrate in sede di esame autoptico e il fatto che queste torture venissero perpetrate senza che terzi estranei ne fossero a conoscenza.

Dei sette poliziotti (5 della National Security e due del Dipartimento Investigazioni Municipali) che hanno seguito e controllato Regeni a gennaio la Procura di Roma ha solo i verbali di due. C'e' poi al vaglio dei pm la posizione di tre alti ufficiali, protagonisti della perquisizione del 24 marzo 2016, quando a casa della sorella del capo di una banda di criminali locali, eliminata in un conflitto a fuoco perche' sospettata di rapine e sequestri ai danni di cittadini stranieri, sarebbero stati trovati effetti personali di Giulio: due di questi sono stati gia' incriminati dalla Procura egiziana per omicidio pretetintenzionale e per falso, mentre il terzo soggetto, su cui sono in corso accertamenti, sarebbe un colonnello della Nationa Security che ha disposto quella perquisizione. Ebbene, la Procura di Roma e gli investigatori di Ros e Sco ritengono che ci siano contatti e rapporti consolidati tra i dieci poliziotti egiziani protagonisti, a vario titolo, del caso Regeni. Per questo, nella rogatoria inoltrata in Egitto, sono stati richiesti anche alcuni tabulati, oltre a eventuali registrazioni audio e video riguardanti il periodo in cui Regeni era monitorato. La Procura di Roma vuole infine sapere se tutta questa attivita' di controllo esercitata nei confronti di Giulio si sia tradotta in una informativa, in un dossier conservato presso gli archivi della NS o del Dipartimento Investigazioni Municipali.