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Cronache
Scuola, addio ai banchi ma chi li smaltirà: serve mezzo milione di metri cubi

Scuola, addio ai banchi ma chi li smaltirà: serve mezzo milione di metri cubi

Un milione e 250 mila banchi biposto da rimuovere, 2,5 milioni di banchi “anti-Covid” da posizionare: si annuncia un “lavoro titanico” nelle scuole italiane, prima della loro riapertura. Così lo defisce la rivista specializzata Tuttoscuola, che proprio al tema dello smaltimento dei vecchi banchi e alla sistemazione dei nuovi dedica un articolo pieno di numeri che lasciano intendere l'enormità di questa operazione.

C'è bisogno di spazio

Secondo le stime di Tuttoscuola, poi riportate dal sito Redattore Sociale, i banchi che dovranno essere portati dalle fabbriche alle scuole occuperanno complessivamente mezzo milione di metri cubi di spazio. Un volume analogo dovrà essere movimentato per stoccare o distruggere i vecchi banchi dismessi. “Serviranno centinaia, forse migliaia di mezzi di trasporto e diverse ore di lavoro per ogni consegna. Ma non è solo un problema di disponibilità di dotazioni e mezzi, ma anche di personale da coinvolgere – si legge nell'articolo - Non basteranno centinaia o migliaia di autisti, ma servirà anche altro personale preposto al carico e allo scarico di tonnellate e tonnellate di materiale presso le oltre 11 mila sedi scolastiche coinvolte. Il personale delle scuole dovrà poi occuparsi della sistemazione dei nuovi banchi nelle singole aule. Ci saranno collaboratori scolastici (una volta chiamati bidelli) sufficienti, tenuto conto degli organici ad oggi incompleti e del numeroso personale con mansioni ridotte per motivi di salute, per svolgere queste operazioni nei pochi giorni che certamente intercorreranno tra la consegna (termine ultimo fissato per sabato 12 settembre, per il quale si dovrà provvedere al pagamento di straordinari) e l’inizio delle lezioni? E ci sarà chi eccepirà che si tratta di un’attività non inclusa tra quelle ordinarie?”

2,5 milioni di banchi nuovi in quasi 30 mila scuole

Sempre secondo le stime di Tuttoscuola, “poiché quei 2,5 milioni di banchi corrispondono ad altrettanti alunni (poco più del 38% della popolazione scolastica del primo e del secondo ciclo), si può stimare che le scuole in cui dovranno essere collocati i banchi monoposto siano circa il 40% delle 28.489 scuole presenti (escluse le scuole dell’infanzia, non interessate dall’operazione) cioè circa 11.400, distribuite sull’intero territorio nazionale, in città, nei piccoli e grandi centri, nei posti più disparati e non sempre di facile accesso, come, ad esempio, nei centri storici, in montagna, in pianura, nelle isole: ovunque”. Chi penserà alla consegna? “Normalmente ad occuparsi degli arredi scolastici e dei banchi sono gli Enti locali che agiscono direttamente sui territori di competenza, ma questa volta la responsabilità è in capo allo Stato che agisce tramite la ditta o le ditte aggiudicatrici (italiane o straniere), che il bando individua come responsabili della consegna e che, non disponendo di una presenza capillare sul territorio come quella degli Enti locali, saranno costrette a movimentare una distribuzione imponente per raggiungere tutte le migliaia di sedi da servire, attraverso automezzi pesanti (non è sufficiente certo un furgoncino per trasportare i banchi per intere classi)”.

Oltre 1 milione di vecchi banchi da smaltire

C'è poi la questione, altrettanto complessa, della “rimozione di 1 milione e 250 mila banchi biposto che dovranno essere sostituiti dai nuovi monoposto. I mezzi di trasporto dovranno scaricare i nuovi banchi e caricare i biposto da portare altrove – riferisce Tuttoscuola -: ore di lavoro che allungheranno i tempi di predisposizione per l’inizio delle lezioni. Mentre i singoli enti locali dispongono di magazzini per il ricovero di arredi, le ditte appaltatrici dovranno trovare soluzioni in proprio. Sistemare 1,250 milioni di banchi che occupano complessivamente mezzo milione di metri cubi di spazio non sarà facile”. E le sedie? “Non è ancora chiaro se quelle dei banchi biposto saranno utilizzate per i nuovi monoposto, ma, se non fosse, ci sarebbero anche da ritirare e collocare 2,5 milioni di sedie che, a loro volta, occupano complessivamente circa 150 mila metri cubi di spazio. Per non parlare poi del peso dei banchi da rimuovere e delle sedute: tonnellate e tonnellate di materiale da distruggere o riciclare e, comunque, da trasportare altrove”. In conclusione. “affinché circa un terzo degli studenti italiani possano occupare i nuovi banchi a partire dalla prima campanella, non si tratta solo di risolvere il problema della massiccia produzione ma anche della consegna e poi dello smaltimento dei vecchi banchi. Altre variabili che rendono ancora più alto il coefficiente di difficoltà per l’avvio del nuovo anno scolastico”.

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