Cronache
Sinodo, il Papa: "No a compromessi, non è Parlamento"

"Il Sinodo non e' un parlamento, dove per raggiungere un consenso si patteggia, si negozia e si cerca un compromesso". Lo ha detto Papa Francesco nel breve discorso pronunciato questa mattina in apertura della prima congregazione generale del Sinodo sulla famiglia che inizi aoggi i suoi lavori. "L'unico metodo che possiamo seguire - ha detto il Papa - e' quello di aprirsi allo Spirito Santo, affinche' sia lui a guidarci e illuminarci, adottando una coraggiosa 'parresia', lo zelo apostolico e seguendo la dottrina con saggezza e franchezza per cercare il bene della Chiesa e delle famiglie e la suprema lex: la salvezza delle anime. "Non e' un convegno ne' un parlatorio dove ci si mette d'accordo, ma e' un'espressione ecclesiale: e' la chiesa che cammina insieme per leggere la realta' con occhi di fede, secondo il cuore di Dio. Guardando al deposito della fede non come un museo da conservare ma una fonte viva dalla quale dissetarsi".
Nel suo breve intervento in apertura della prima Congregazione Generale, Papa Francesco ha definito il Sinodo "uno spazio protetto, dove la Chiesa sperimenta l'azione dello Spirito Santo, attraverso la lingua di tutte le persone che si lasciano guidare dal Dio che sorprende sempre, che si rivela ai piccoli ed e' sempre piu' grande delle nostre logiche e delle nostre case". Ed ha ricordato ai padri sinodali che "la legge e il sabato sono per l'uomo" (e non il contrario, come pensavano con rigidita' i farisei, ndr) e che il Vangelo esorta ad andare a cercare l'unica pecorella smarrita". Ai padre sinodali, dunque, Papa Francesco ha chiesto "coraggio apostolico per non lasciarsi impaurire davanti alle seduzioni del mondo". E li ha messi in guardia dal rischio di farsi condizionare "dall'impietrimento di alcuni cuori che nonostante le buone intenzioni allontanano da Dio". "La vita cristiana - ha poi concluso - non sia un museo di ricordi, facciamo tacere tutti nostri umori per ascoltare la soave voce di Dio che parla nel silenzio".
"C'e' una parola chiave che viene detta da Gesu' nel Vangelo: misericordia. E importante capire gli altri, non condannarli". Lo ha ricordato Papa Francesco nell'omelia di oggi alla Domus Santa Marta. "Se tu sei prete e non te la senti di essere misericordioso, di' al tuo vescovo che ti dia un lavoro amministrativo, ma non scendere in confessionale, per favore! Un prete che non e' misericordioso fa tanto male nel confessionale! Bastona la gente", ha ammonito il Pontefice. "Il Signore, il Padre e' tanto misericordioso - ha affermato - sempre ci perdona, sempre vuol fare la pace con noi". Ma "se tu non sei misericordioso - e' l'avvertimento di Francesco ai preti di tutto il mondo - rischi che il Signore non sia misericordioso con te, perche' noi saremo giudicati con la stessa misura con la quale noi giudichiamo gli altri".
Papa Francesco non intende modificare le norma della Chiesa Cattolica per consentire il sacerdozio femminile, ma vuole un cambiamento radicale del loro ruolo nella direzione di maggiori responsabilita' e piu' ampio spazio. Sul modello delle suore degli Stati Uniti che, ha detto nel volo da Philadelphia a Roma, "hanno fatto meraviglie nel campo dell'educazione, nel campo della salute". "Devo riconoscere - ha affermato il Papa - che noi siamo in ritardo nell'elaborazione della teologia della donna, dobbiamo andare piu' avanti questo si', e' vero. Le donne prete - pero' - non si possono fare, san Giovanni Paolo II lo ha detto chiaramente, non perche' le donne non abbiamo la capacita': nella Chiesa sono piu' importanti le donne che gli uomini". Ma, ha aggiunto il Papa, "la Chiesa e' donna, e' la sposa di Cristo, e la Madonna e' piu' importante dei Papi, dei vescovi, dei preti".
"Alcuni giorni fa, in piazza, un sacerdote iracheno si e' avvicinato e mi ha dato una croce piccola: era la croce che aveva in mano il sacerdote che e' stato sgozzato per non rinnegare Gesu' Cristo. Questa croce la porto qui". Lo ha confidato Papa Francesco ai giovani religiosi di tutto il mondo che partecipano ad un raduno in Vaticano. "Vorrei iniziare - ha esordito questa mattina in Aula Nervi - con un pensiero ai nostri martiri dell'Iraq e della Siria, i nostri martiri di oggi. Forse voi ne conoscete qualcuno... alcuni venite anche dall'Iraq e dalla Siria". Nell'occasione, il Papa ha ripetuto che "i martiri di oggi sono piu' numerosi dei martiri dei primi secoli", ed ha suggerito ai presenti di chiedere tutti "la grazia del piccolissimo martirio quotidiano, di quel martirio di tutti i giorni, nel servizio di Gesu' e della nostra vita consacrata".