Cronache
Terrorismo islamico. Adesso la politica vede i rischi della solidarietà
L'Isis è qui, ma ce ne siamo accorti?
Era il gennaio 2015 ed erano passati pochi giorni dal tragico attentato compiuto da un terrorista tunisino nel mercatino di Natale a Berlino. Un tunisino arrivato a Lampedusa su un barcone di migranti.
Ma in quei giorni un sicuro Paolo Gentiloni, allora Ministro degli Esteri sosteneva che 'una generica confusione con il fenomeno dell’immigrazione non ha senso ed è anche strumentale. I terroristi non arrivano con quei barconi che rischiano il naufragio lungo le nostre coste’.
E questo mentre un Matteo Salvini, ieri come oggi, urlava nel vento ‘con le minacce del terrorismo islamico non si scherza. Ne va della sicurezza del nostro Paese. Stop a tutti gli sbarchi’.
Isis in Italia. Il virus del terrorismo islamico in Italia
Sempre nello stesso periodo la maggioranza di una sinistra aperta a tutto minimizzava il rischio della nascita di ‘madrasse’, nel nostro paese. Quelle scuole di indottrinamento musulmano, che in mano a Imam affiliati all’Isis, avrebbero potuto diventare pericolosissimi covi di terrorismo.
E sempre il leader leghista sosteneva che si sarebbe dovuto controllare, verificare, capire che cosa realmente si raccontava all’interno delle moschee e delle finte associazioni di culto islamico.
Adesso, dopo che a Torino è stato arrestato un militante dell’Isis e a Foggia è stato arrestato un professore che insegnava a nostri ragazzi a odiare gli infedeli e a tagliare loro le teste, il Ministro dell’Interno Marco Minniti ha dovuto dire, a denti stretti, che 'la minaccia dell’Isis non è mai stata così forte in Italia, un qualcosa che non ha eguali in Occidente’.
E cosa occorrerebbe fare?
Secondo il Ministro ' accellerare i rimpatri e fare un patto con la Comunità islamica affinché ci sia una conoscenza pubblica dell’operato degli Imam , magari con i discorsi in italiano'.
Isis in Italia. Ora i terroristi sono qui e nascosti
Ed allora fino adesso che è stato fatto? Forse che Salvini ha il dono della preveggenza?
No, niente di tutto questo ma soltanto una logica di buon senso e serietà avrebbe evitato di fare arrivare sulle nostre coste ( e non è ancora finita) tanta emigrazione: quella vera e di diritto ( che aspetta i permessi), quella finta ( che aspetta i rimpatri) e quella criminale che si nasconde in attesa di farci male.
Quindi, a parte giusti accordi con la Libia per contenere una parte dei flussi,poco o nulla è stato fatto nell’idea che era troppo di destra pensare di regolare seriamente questi arrivi e soprattutto pensare che i terroristi di ritorno potessero nascondersi tra il fiume di gente senza identità alcuna di cui i barconi sono pieni all'inverosimile.
Ora è troppo tardi e dobbiamo usare tutta la forte preparazione della nostra intelligence e della nostra polizia per difenderci dai danni di una politica miope e timida che non ha voluto capire un semplice assunto che dice: certamente non tutti gli islamici sono terroristi, ma sicuramente tutti i terroristi sono islamici.