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Cronache
Frecciarossa, indagati 5 operai Rfi per il treno deragliato: "Errore umano"
(fonte Lapresse)

I cinque operai Rfi, il caposquadra e quattro dipendenti, impegnati nei lavori di manutenzione a uno scambio dell'alta velocità, risultano indagati dalla procura di Lodi che ha aperto un'inchiesta per disastro ferroviario colposo, omicidio colposo e lesione colpose dopo l'incidente ferroviario a un Frecciarossa in cui sono morte due persone e 31 sono rimaste ferite. 

L'iscrizione nel registro degli indagati consente di poter procedere con accertamenti irripetibili sul convoglio. La Procura sospetta, fin dal primo momento che l'incidente avvenuto giovedì mattina alle porte di Lodi, sia legato a un errore umano successivo a una manutenzione non eseguita nel modo corretto: uno scambio sarebbe stato lasciato in posizione non giusta, una 'disattenzione' non rilevabile dal sistema centrale di Bologna perché lo scambio sarebbe rimasto 'scollegato', ossia fuori rete. Il sospetto degli inquirenti è che quella operazione manuale sia stata solo comunicata e mai effettuata.

Gli operai intervenuti sullo scambio poco prima che il treno deragliasse - il Frecciarossa coinvolto nell'incidente è il primo che passa dopo la manutenzione - non riuscendo probabilmente a trovare una soluzione al 'guasto', avrebbero deciso "di 'bloccare' lo scambio nella posizione dritta ed escluderlo dal sistema automatico", cioè di dire: "visto che non sono sicuro del funzionamento di questo scambio lo metto sul corretto tracciato, sulla via libera dritta, fai come se non ci fosse. Io operaio lo blocco in questa posizione e tu (da Bologna) non lo puoi manovrare dal sistema remoto, non lo vedi più", spiega un esperto. E come se quello scambio fosse stato 'cancellato' dai binari, rendendo dritta la strada. Ma solo in teoria: il Frecciarossa appena partito da Milano che viaggiava a 290 chilometri si è trovato improvvisamente di fronte lo scambio 'curvo' che ha deragliato la corsa della motrice dove hanno perso la vita Giuseppe Cicciù, 52 anni, e Mario Di Cuonzo, 59, macchinista e addetto dello Ferrovie dello Stato. Un'ipotesi che solo gli accertamenti tecnici potranno confermare. Gli operai, sentiti subito dopo l'incidente, avrebbero negato di aver lasciato lo scambio in una posizione non corretta.

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