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Cronache
Umbria, 10 arresti per truffa dei bonus Covid e assunzioni false
Guardia di Finanza

Umbria, sono scattati 10 arresti per truffa dei bonus Covid e assunzioni false

La Procura della Repubblica di Perugia ha mosso nei confronti di 10 persone, per le quali il gip del capoluogo umbro ha emesso un'ordinanza di custodia cautelare, le seguenti: trasferimento fraudolento di valori, emissione e utilizzo di fatture per operazioni inesistenti, autoriciclaggio, ricettazione, indebita percezione di erogazioni pubbliche, falsità ideologica e favoreggiamento dell'immigrazione clandestina.


Secondo le indagini, la figura cruciale è quella di un consulente del lavoro di origine calabrese che si sarebbe adoperato per numerosi pregiudicati, al fine di consentire agli stessi il raggiungimento di indebiti benefici, attraverso la perpetrazione di vari reati. Tra i presunti beneficiari delle illecite prestazioni, un soggetto già condannato in via definitiva per associazione mafiosa in quanto considerato affiliato al clan camorristico dei Casalesi.

Sarebbe un imprenditore edile calabrese, attualmente imputato per reati aggravati dal metodo mafioso, un soggetto pugliese, responsabile anche della ricettazione di orologi contraffatti, ed un pregiudicato di etnia rom di Bastia Umbra, in provincia di Perugia, il quale, dietro compenso, avrebbe favorito l’ingresso illegale nel territorio dello Stato di numerosi soggetti extracomunitari, procurando loro fittizi rapporti di lavoro.

In questo ulteriore filone, risultano coinvolti anche una cittadina cinese e quattro soggetti residenti a Perugia e nei comuni limitrofi nonché una persona originaria dello Sri Lanka, residente a Gualdo Cattaneo. Disposto, infine, ilsequestro preventivo di sei imprese, di immobili (fra cui un intero complesso residenziale di recente costruzione), autovetture e disponibilità finanziarie per un valore complessivo di oltre un milione di euro. 


Il provvedimento arriva a conclusione di indagini avviate nel 2020 e condotte dai finanzieri del Gruppo d’investigazione sulla criminalità organizzata di Perugia, che hanno consentito di delineare un articolato quadro indiziario per plurimi casi di intestazioni fittizie di quote societarie ed immobili, di emissione ed utilizzo di fatture per operazioni inesistenti e di reimpiego dei connessi proventi illeciti, riconducibili a soggetti già gravati da precedenti penali o di polizia per associazione mafiosa o destinatari di misure di prevenzione.

Sono, inoltre, stati appurati casi di indebita percezione di contributi pubblici erogati per fronteggiare l’emergenza Covid 19 ed episodi difavoreggiamento dell’immigrazione clandestina, mediante l’instaurazione di fittizi rapporti di lavoro a favore di cittadini extracomunitari, finalizzati all’ottenimento del permesso di soggiorno nell’ambito della procedura di regolarizzazione di colf, badanti e braccianti agricoli.

L’attività trae origine dagli approfondimenti di natura patrimoniale, avviati d’iniziativa nei confronti di un imprenditore edile calabrese, da anni residente in provincia, già in sorveglianza speciale e imputato in altro procedimento, relativo alla cosca della ‘ndrangheta Farao-Marincola, che avrebbe attribuito fittiziamente a propri congiunti la titolarità di una nuova azienda, al fine di eludere l’applicazione di misure di prevenzione patrimoniali ed agevolare il riciclaggio di proventi illeciti.

Dai successivi sviluppi è emerso, inoltre, che tanto la nuova impresa quanto la preesistente azienda operavano come “serbatoi” di manodopera, illecitamente somministrata a terzi, attraverso la stipula di contratti di appalto ritenuti di natura fraudolenta. Il personale formalmente assunto dai soggetti appaltatori sarebbe stato, in realtà, stabilmente alle dipendenze delcommittente (una storica società perugina attiva nel settore della fabbricazione di prodotti in calcestruzzo). Di conseguenza, le fatture relative ai contratti sono state ritenute giuridicamente inesistenti mediante fatture per operazioni inesistenti

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