“Come il cibo, i fatti sono viveri”, online la cerimonia annuale Unesco e Onu
L'appello a "una stampa libera da condizionamenti che può diffondere l’informazione utile a tutti"
“Per proteggere te stesso non chiudere gli occhi”. Questo messaggio lanciato da UNESCO ed ONU, in occasione della cerimonia annuale per la libertà di stampa ed espressione, ha un valore universale: la conoscenza è alla base del progresso.
Nell’attuale periodo storico, sotto la minaccia di un nemico invisibile chiamato Coronavirus (Covid-19), soltanto la conoscenza dei gesti barriera e delle misure di distanza sociale permettono di salvare la vita, in attesa di un vaccino. “Come il cibo, i fatti sono viveri”. Una stampa libera da condizionamenti può diffondere l’informazione utile a tutti.
La notizia che il commissario italiano Domenico Arcuri ha fissato il prezzo delle mascherine chirurgiche a 50 centesimi (invece il governo di Edouard Philippe ha indicato un limite massimo a 85 centesimi) ha aperto un dibattito sui tentativi di speculare nell’emergenza generale. Informare presto e bene è una missione a salvaguardia della collettività.
Con un dibattito online, a cui hanno contribuito i video-messaggi di giornalisti, tra i quali Christophe Deloire, segretario generale di Reporters sans Frontières, Younes Mujahid, presidente dell’International Federation of Journalistes (IFJ), l’attenzione si è focalizzata sul pericolo della disinformazione, fake news ed altro. Per Facebook è intervenuta Monika Bickert, responsabile del regolamento del network (Global Policy Management).
“È particolarmente importante durante la pandemia di Covid-19", ha sottolineato il Direttore generale dell’UNESCO, Audrey Azoulay "che il giornalismo comunichi i risultati della ricerca degli scienziati e diffonda l’autentica informazione, contrastando fake news pericolose per la vita delle persone e contrarie agli sforzi per contenere la diffusione del virus. In troppi posti ciò non avviene e ai giornalisti, in particolare alle donne che lavorano come giornaliste, è impedito di lavorare correttamente.” Azoulay ha rivolto un appello sia ai governi, che agli editori, a promuovere la libertà di espressione.
Il Segretario generale dell’ONU, Antonio Guterres, ha ricordato 57 giornalisti uccisi negli ultimi dodici mesi. Un bilancio quotidiano, che UNESCO riceve e condanna. I Paesi latinoamericani, l’Afghanistan… tutti i territori in cui la corruzione ha eretto barricate per proteggersi ed autoperpetuarsi sono un terreno di guerra per i seri professionisti dell’informazione, coloro che vogliono combattere il malaffare e fare la propria parte per cambiare la situazione, a vantaggio del bene collettivo.
“Nel corso della pandemia di Covid-19", aggiunge il Segretario generale Guterres "vediamo una rischiosa deflagrazione di disinformazione, dai consigli dannosi alla salute alle teorie cospirative. L’antidoto consiste nel diffondere notizie fondate sulla scienza e sull’analisi dei fatti. Un giornalismo senza paura di favoritismo, di servire agli interessi. È molto più di uno slogan, è una questione di vita o morte.”
A lui si è unito l’Alto commissario ONU per i Diritti Civili, Michelle Bachelet, nel richiamare a che “in base alle leggi internazionali, le restrizioni alle libertà civili in tempi di crisi, dovrebbero essere dimostrate come necessarie, appropriate e proporzionate” e ha invitato i leader mondiali a cessare, e condannare, tutti gli attacchi ai giornalisti ed alla libertà dei media.
Il presidente di IFJ, Youbes Mujahid, denuncia “un pericolo per la professione del giornalismo nel suo insieme, e questo continuerà se la crisi economica continua. È tempo di prendere misure per salvare il giornalismo perché non possiamo immaginare una società democratica senza stampa libera, agenzie di stampa, e tutti gli attori della corretta informazione.”
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