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Culture
Favignana punta sull'arte con il "FestivalFlorio"

"Musica, cultura e arte sono compagni ideali della promozione turistica del nostro Paese” - L'INTERVISTA DI AFFARI

Aspetto serio di uno scienziato e sorriso accattivante di un divulgatore. Giuseppe Scorzelli è un affermato professore di pianoforte e musicoterapeuta che affianca, dal 2012, alla sua professione l’impegno di direttore artistico del Festivalflorio di Favignana, una delle rassegne d'arte di maggior rilievo dell'estate siciliana, per il quale è stato premiato a Parigi,  Francoforte e Lisbona con il Marchio Effe Label.   Affari lo ha incontrato per parlare della sua “creatura”, giunta all’ottava edizione che si svolgerà a Favignana, all'interno dell'ex tonnara, dal 14 al 21 giugno 2020 con un calendario ricco di proposte, in prevalenza musicali, per soddisfare molteplici interessi culturali e che si rivolge quest’anno, sotto il segno del gemellaggio italo-tedesco, ad un pubblico internazionale. Il festival è realizzato in collaborazione con l’AMP, l’Ente che gestisce e tutela l’Area Marina Protetta delle Isole Egadi e che, con un’estensione di 53.992 ettari, è la riserva marina più grande del Mediterraneo.

Siamo all’ottava edizione del festival che ha fondato. Qual è la ricetta di questo successo?

In tutta sincerità la cosa stupisce anche me. Non è mai successo nella storia delle Egadi che un festival artistico durasse così a lungo. La ricetta è da una parte avere un occhio sempre fisso sul pareggio di bilancio, dall'altra avere contatti diretti con gli artisti e creare un programma artistico il più variegato, attraente, stimolante possibile per attrarre il pubblico

Come è nata l’idea del festival in un luogo così magico, per il quale ha ricevuto premi importanti a livello europeo in qualità di Direttore Artistico?

Frequentavo Favignana come turista. Avendo avuto in passato la fortuna di lavorare alla Biennale di Venezia, avevo avuto modo di prefigurarmi un nuovo Festival Internazionale all'interno dell'ex stabilimento Florio. Purtroppo negli anni la burocrazia ed anche il limitatissimo budget non mi ha permesso di realizzare il Progetto preventivato che porterebbe Favignana nell'empireo dei Festival internazionali. La magia dell'isola e delle ambientazioni all'interno dell'ex Tonnara sono quasi inimitabili e portano un direttore artistico a sognare in grande. L'assegnazione della Effelabel da parte della comunità Europea è un premio al mio lavoro che da oramai 6 anni mi inorgoglisce, un premio che testimonia il duro studio ed esperienza che c'è dietro il mio lavoro.

Un progetto che può anche essere esportato…

Si, infatti, sono stato contattato qualche mese per un progetto a Creta, isola che possiede anch'essa alcuni fantastici magazzini nel porto veneziano che vuole ristrutturare e rendere ambienti concertistici, per la creazione di un festival Mediterraneo. Ci sto pensando su, la fatica è comunque tanta.

Perché quest’anno ha ideato il gemellaggio con la Germania?

Da 4 anni vivo in Germania e quindi ho avuto la possibilità di conoscere da vicino molti artisti tedeschi, alcuni dei quali hanno le caratteristiche per essere attraenti per un pubblico italiano, come l’anno scorso ha già dimostrato proprio a Favignana il Duo Flac, riscuotendo notevole successo. Ho reputato che questo gemellaggio sia strategico sia per far conoscere Favignana ad artisti internazionali che ne possano raccontare poi in patria, sia ad incrementare nell’isola un nuovo turismo che non sia di massa, ma culturale e rispettoso dell’ambiente.

La musica come scambio culturale e promozione turistica è stata una bella sfida….

No perché credo, invece, che la musica, la cultura e l'arte siano compagni ideali della promozione turistica. Il turista, soprattutto quello del nord Europa, ama visitare la nostra bella Italia ma vuole avere tutta una serie di servizi e benefit, tra cui la Cultura ed è disposto a spendere e a spendere anche tanto. 

Nella mia vita lavorativa ho diretto anche un ufficio turistico in Abruzzo che si occupava dell’ incoming turistico, dell'organizzazione delle fiere, della stagione musicale, della stagione musicale estiva con eccellenti risultati e anche qui con poche risorse.

Quali saranno le eccellenze e le novità di questa nuova edizione?

Cerchiamo sempre di creare un programma il più variegato possibile per andare incontro al gusto del maggior numero di pubblico. Un grosso lavoro che sto personalmente conducendo negli ultimi anni è quello di internazionalizzare il più possibile il festival per cui porteremo due importanti gruppi musicali tedeschi ( Kitty Hoff Trio e Lydia Maria Bader) che a Favignana si esibiranno per il pubblico italiano ma anche europeo ( per questo il festival verrà presentato a Francoforte e Berlino), poi avremo la nostra nota cantautrice Mariella Nava in concerto, il ritorno sulle scene del Quartetto Michelangelo, il Duo Plano/Del Negro ed anche una rassegna di  cinema muto e una masterclass sulla cucina egadina le sorelle Guccione, celebri nel mondo gastronomico.

Favignana e il suo mare fanno parte l’Area Marina Protetta delle Isole Egadi, la riserva marina più grande del Mediterraneo. Il festival sarà anche una occasione di riflessione sui problemi del riscaldamento globale?

Sì, questo è un bellissimo connubio che è nato tanto tempo fa e che prosegue negli anni. Ogni appuntamento culturale è preceduto da una breve prolusione dell'addetto dell'Amp, l’Ente che gestisce e tutela l’Area Marina Protetta delle Isole Egadi,  per presentare Favignana e spiegare il loro lavoro di preservazione del meraviglioso ambiente marino.

Lei è uno dei tanti talenti italiani ha lasciato il nostro Paese. Come vive la lontananza dalla sua terra? 

Ci torno da turista. I vantaggi in termini economici, di benessere e di servizi alle persone assolutamente non sono paragonabili a quello che ho lasciato. Io ho una figlia di 4 anni che ha la fortuna di crescere trilingue e che avrà una serie di benefit inimmaginabili nell'Italia che conosco. Da troppi anni l'Italia vive annegata nella crisi economica che tutto ottunde.

Si può considerare un emigrante di successo che esporta la nostra bellezza?

Ho avuto, sicuramente, in 4 anni di vita in Germania molti più attestati di stima, di rispetto e di attenzione rispetto a 30 anni di lavoro in Italia. I quotidiani, le riviste hanno dedicato al mio lavoro diversi articoli. Probabilmente nei prossimi mesi potremmo dare l'annuncio di una nuova direzione artistica qui in Germania e questo mi entusiasma moltissimo perché vorrebbe dire dare una grossa svolta nella mia vita professionale.

La nostra bellezza non avrebbe bisogno di essere esportata se non fosse maltrattata continuamente dall'interno, per cui è difficile anche da veicolare in questo momento.

Da qualche anno purtroppo diamo l'impressione di confusione totale, disorganizzazione, caos, becerume. Peccato!

Mi incuriosisce la sua attività di musicoterapia.  Quale implicazioni questa scienza può avere per migliorare la nostra società?

E’ essenziale per la cura dei nostri anziani e il loro benessere, la stimolazione del cervello e delle connessioni neuronali dei nostri anziani malati o sani che siano deve essere una priorità di una società che voglia prendersi cura della terza età. Tutti prima o poi conosceremo questa realtà. La musicoterapia, nel campo in cui attualmente lavoro, ha esattamente la funzione di stimolo, di mantenimento delle funzioni cognitive, di mantenimento del benessere psicomotorio. E’ davvero un peccato che ci sia così poco spazio in Italia per un lavoro serio di musicoterapia. In Germania nei reparti psichiatrici degli ospedali ci sono squadre di 5/6 musicoterapeuti a tempo pieno. Nelle case di riposo c'è sempre il musicoterapeuta, l'arteterapeuta, lo yoga, il cinema, un pianoforte a disposizione, etc.

Le confesso una esperienza personale: ho da poco perso mia madre dopo una lunga malattia psichiatrica che le ha minato nel tempo anche il fisico. Per la mia esperienza, i miei studi in ambito medico e psichiatriaco per essere un musicoterapeuta professionista, mi rendono assolutamente certo che se mia madre avesse avuto a disposizione le attenzioni, le cure che ci sono in Germania per gli anziani, lei non sarebbe morta a 75 anni e il decorso della malaria sarebbe stato ben diverso. Tutto ciò è molto triste. Abbiamo in Italia eccellenti professionisti, ottimo medici, ma strutture fatiscenti regalo di un trentennio di ruberie.

 

 

 

 

 

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    intervista a giuseppe scorzellidirettore artistico del festival di favignana





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