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Culture
Leonardo Da Vinci il primo ecologista della Terra

di Vincenzo Caccioppoli

Nell'anno in cui si festeggiano i 500 anni dalla morte di Leonardo Da Vinci, è interessante analizzare un' aspetto che forse molti non conoscono del genio del Rinascimento italiano, e cioè i suoi importanti studi sulla botanica, come spiega in un interessante libro,”Leonardo e la botanica” edito da Aboca, Fritjof Capra, fisico e teorico dei sistemi, fondatore del Center for Elicoliteracy a Berkley. Secondo lo studioso americano, infatti, Leonardo fu un grande precursore anche in campo botanico, che fino ad allora era utilizzata solo ed esclusivamente a scopo medicamentoso. Leonardo non solo rappresentò le piante nei suoi dipinti in modo accurato, ma cercò di comprendere le forze e i processi che le regolano. Sempre secondo il ricercatore, Leonardo avrebbe anche redatto un testo sulle erbe, che purtroppo è andato perduto, ma che sarebbe sicuramente all'avanguardia per i suoi tempi. A Leonardo si deve , infatti, la importante scoperta che la forma delle piante non è mai statica, ma in continua evoluzione, modellata e trasformata dai processi sottostanti. Secondo Capra lui fu il primo ad effettuare esperimenti di botanica, per dimostrare che per esempio non era vero che, come si credeva, le piante si nutrissero solo della terra per aumentare la propria massa. Leonardo, infatti, suggerì che il sole, come pure l'umidità del terreno, fossero responsabili della massa del corpo della pianta. E sempre grazie ai suoi esperimenti fu il primo che riuscì a capire il geotropismo e il fototropismo delle piante. Cioè la tendenza delle stesse a rispondere ad uno stimolo dell'ambiente circostante, che sia forza di gravità, aria o sole. E se adesso appare una ovvietà nel 1500 questo rappresentava una rivoluzione del modo di pensare la natura e i suoi fenomeni.  Al centro della teoria botanica di Leonardo troviamo i due importanti temi che appaiono anche nelle altre branche della sua scienza - le forme organiche e gli schemi della natura e i processi di metabolismo e crescita che vi sottostanno. Nei secoli successivi le investigazioni di questi due temi fecero emergere due diramazioni principali della botanica moderna, la morfologia e la fisiologia delle piante. Il termine “morfologia” fu coniato nel diciottesimo secolo dal poeta e scienziato tedesco Johann Wolfgang von Goethe, e il suo oggetto, lo studio della forma biologica, divenne la principale preoccupazione dei biologi della fine del diciottesimo e dell’inizio del diciannovesimo secolo. Lo sviluppo della fisiologia delle piante venne attivato dai grandi avanzamenti in chimica nel diciottesimo secolo. Un secolo più tardi, la perfezione del microscopio permise la crescita di una nuova branca della botanica, l’anatomia delle piante, dedicata allo studio delle strutture e delle parti delle piante, comprese le caratteristiche invisibili ad occhio nudo. Leonardo, dunque, fu un precursore di due delle tre principali branche della morfologia e la fisiologia delle piante. Nei suoi studi morfologici Leonardo osservò e registrò vari schemi di crescita e ramificazione di fiori e piante. In particolare, notò le diverse disposizioni di rami e foglie intorno al gambo - un campo di studi conosciuto nella botanica moderna come fillotassi. Nella sua fisiologia delle piante, egli era interessato in modo particolare al nutrimento delle piante attraverso la luce del sole e l’acqua, nonché al trasporto della “linfa vitale” (zucchero e ormoni nel linguaggio moderno) attraverso i tessuti delle piante. Egli distinse correttamente due tipi di tessuti vascolari conosciuti oggi come floema e xilema e fece delle acute osservazioni sui movimenti della linfa quando l’albero è leso. Leonardo fu anche il primo a riconoscere che l’età di un albero corrisponde al numero di anelli nella sezione trasversale del suo tronco, e che l’ampiezza degli anelli è collegata all’umidità o secchezza di quegli anni. Non tutte le osservazioni botaniche di Leonardo erano originali, ma egli le articolò sempre assai meglio dei suoi contemporanei. In verità, le sezioni botaniche del Trattato della pittura equivalgono a degli autentici studi di botanica teorica. Se quindi oggi conosciamo molto del mondo vegetale grande merito va sicuramente attribuito al geniale studioso italiano.

 

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