Lia Furcieri, un ritorno atteso vent'anni
In questi giorni, a una ventina d'anni dal suo ritiro, Lia Furcieri torna con una esposizione presso la Trade Art Gallery di Milano
Negli anni Novanta era una giovane artista particolarmente considerata sulla piazza di Milano. Lia Furcieri, palermitana di nascita, ma milanese d'adozione, allieva a Brera del Maestro Luca Vernizzi, era apprezzata soprattutto per la sue esplosioni di colore. Non pochi, tra i critici e i collezionisti le pronosticavano una carriera di successo nell'art community.
Invece la pittrice, da artista vera, in seguito a un vuoto d'ispirazione, preferì smettere di dipingere piuttosto che continuare a produrre opere “senz'anima”. Una scelta piuttosto rara nel mondo della contemporary art, dove le logiche di mercato tendono a prevalere su quelle dell'emozione.
In questi giorni, a una ventina d'anni dal suo ritiro, Lia Furcieri torna con una esposizione presso la Trade Art Gallery di Milano. «L'ispirazione, la voglia di dipingere, così come era sparita, è tornata improvvisamente e ho deciso di rimettermi in gioco», ci racconta. In questa personale Lia riprende la sua poetica, fatta di ricerca cromatica pura. Come conferma, nella presentazione critica della mostra, Cinzia Bollino Bossi, che scrive: «non c'è nulla di misurato, di calcolato, di predefinito nelle sue tele. Non c'è un'impalcatura compositiva, non c'è un disegno entro il quale albergare il colore, non c'è margine, linea, bordo, confine, se non quello della tela stessa».
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