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Culture
Teatro: "Acque sporche" di Paolo Zuccari

di   Lucilla Noviello

Un dilemma tra salute e lavoro; tra onestà e benessere. La professione, la vita privata, la comunicazione sociale e personale. Acque sporche di Zuccari fa del realismo scenico un’opera di perfezione.

Raramente chi mette in scena opere teatrali ha tante idee che, sempre con garbo, professionalità e leggerezza riesce a condividere con gli attori, prima, e con il pubblico, poi. Paolo Zuccari è un uomo di teatro che fa della sua professione un piacere, per se stesso e per chi con lui la condivide anche in platea. Acque sporche è l’opera che fino al 14 novembre al Teatro sala Uno di Roma - e poi in tournè in tutta Italia - egli rappresenta come adattatore – insieme con Hossein Taheri -  regista e attore – insieme con Elodie Treccani, Raffaele Gangale, Dario Iubatti, Chiara Scalise, Francesca Ceci e lo stesso Hossein Taheri -  senza che nessuna di queste qualifiche sia per lui di troppo. La messa in scena che seguiamo come fossimo entrati in un bar dove l’azione si svolge è curata da una regia che sottolinea – senza maniera e con molta professionalità – un realismo quasi perfetto di situazioni e toni, ed è tratta da Il nemico del popolo di Ibsen che la coppia Taheri- Zuccari ha adattato per un Paese come l’Italia, in cui i talenti e le buone intenzioni vivono commiste a situazioni politiche corrotte; a economie vacillanti; a ambiguità sentimentali e sciatterie di vario genere. Una regia che ha saputo valorizzare l’uso dei video; della contemporaneità visiva dei sipari e che ha permesso anche a dizioni non curate di sembrare momenti di  realismo, anche quelli, sebbene più come eccezione che come regola generale. In quest’opera – a volte persino vagamente ironica – l’uso del parlato emotivo è così ben curato da una recitazione a suo modo elegante che si fa paragonare a un iperrealismo dell’arte visiva in cui dimentichiamo la finzione. Non siamo distratti neppure dalla presenza scenica: gli attori mistificano con bravura anche quella. Si crea – in ogni opera diretta da Paolo Zuccari -  un difficile gioco di ruoli perché quando dimentichiamo la doppia finzione rischiamo di compiere un doppio errore. Così come doppi errori compie la storia di Acque sporche: questa volta volutamente, però. Non c’è una soluzione, una visione assoluta e morale per la vicenda. La politica svicola e si specchia, si perde e poi nuovamente converge nei mille rivoli, di acque sporche, torbide, da ripulire.

Acque sporche, tratto da Il  nemico del popolo di Ibsen. Regia di Paolo Zuccari. Con Paolo Zuccari, Hossein Taheri, Elodie Treccani, Raffaele Gangale, Dario Iubatti, Chiara Scalise e Francesca Ceci. Al Teatro sala Uno di Roma fino al 14 novembre e poi in tournè in tutta Italia.

 

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"acque sporche" teatro





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