Economia
8 marzo, più donne in finanza fanno bene ai mercati

Segnali incoraggianti tra politica e lavoro ma non basta
8 marzo, economia e mercati i settori che mostrano il maggiore ritardo nel recepire la forza del femminile
Donne, a che punto siamo? “Educa un uomo e avrai educato un individuo. Educa una donna e avrai educato una famiglia”, recita un detto inglese”. Ma sebbene qualcosa si stia muovendo, la realtà è ancora lontana dalle intenzioni. In particolare sui mercati.
L’elezione di Giorgia Meloni, primo premier donna in Italia, la consegna della guida del Partito Democratico a Elly Schlein e in Europa la presidenza della Commissione Ue a Ursula von der Leyen oltre alle leadership femminili dei governi di Lituania, Estonia, Serbia, Francia, Finlandia e Moldavia mostrano che la politica nel Vecchio continente ha iniziato a condividere il potere in modo sistematico. Anche il tasso di occupazione, pur permanendo un forte iato tra uomini (74,8%) e donne (54%) evidenzia alcuni segnali incoraggianti come il forte recupero “rosa” post pandemia che invece non è avvenuto sul lato maschile.
Eppure non basta. Perché sono proprio l’economia e i mercati i settori che mostrano il maggiore ritardo nel recepire la forza del femminile. Se guardiamo infatti al principale listino di Piazza Affari, notiamo che nessun amministratore delegato è donna e che la partecipazione media delle donne nei board si limita al 39%. Tenaris ad esempio ha un solo posto al femminile, mentre Banca Bper si posiziona in cima alla classifica con otto membri donna.
Nel Regno Unito al contrario, solo 10 delle 350 maggiori società britanniche quotate hanno ancora team esecutivi esclusivamente maschile, così come in America il numero all’interno del Russell 3000 è di 57. Proprio in America però, il ritmo con cui le donne ottengono posti nei consigli di amministrazione dell S&P 500 è rallentato precipitosamente lo scorso anno, segnalando che la parità non è una prassi consolidata e che potrebbe essere ancora lontana. L'aumento del 5% delle donne nei consigli di amministrazione dell S&P 500 nel 2022 infatti, è stato circa la metà rispetto al ritmo dei due anni precedenti (dato Bloomberg) e lo scorso gennaio solo 41 società, pari a circa l’8%, dello S&P 500 risultano guidate da una donna Ceo.