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Economia
Amazon, bufera sul servizio Prime. L’Antitrust Usa: “Utenti ingannati"

Amazon Prime è il più grande programma di abbonamento al mondo - oltre 200 milioni di abbonati - e genera introiti per 25 miliardi di dollari all’anno. Negli Stati Uniti l'abbonamento annuale ha un costo di 139 dollari all’anno, mentre in Italia 49,99 euro.

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L’azienda di Bezos, dal canto suo ha smentito tutto, derubricando le accuse mosse con un commento stringato: “Affermazioni false”. E pensare che proprio in questi giorni sul sito Amazon Prime compaiono grandi pubblicità e sponsorizzazione per l’arrivo imminente del Prime Day 2023 – previsto per l’11 e 12 luglio – una 48 ore di promozioni no stop a cui però, potranno accedere solo gli abbonati Prime.

Staremo a vedere se la notizia dell’accusa esplicita contro le presunte "modalità oscure” farà desistere potenziali nuovi abbonati dalla tentazione di iscriversi per approfittare delle offerte esclusive.

AMAZON: "AFFERMAZIONI FALSE"

"Le affermazioni della FTC (Federal Trade Commission) sono false sia dal punto di vista dei fatti che dal punto di vista legale", così dall'ufficio stampa di Amazon. "La verità - continua - è che i clienti amano Prime, e il nostro servizio è progettato affinchè possa essere facile e chiaro sia iscriversi che cancellare l'iscrizione a Prime. Come avviene per tutti i nostri prodotti e servizi, ascoltiamo costantemente il feedback dei clienti e cerchiamo di migliorarne l'esperienza. Questo diventerà ancora più evidente durante lo svolgimento del caso. Ci preoccupa anche il fatto che la FTC abbia annunciato questa azione senza averci fornito alcun preavviso, mentre stavamo discutendo con personale della FTC per supportare la piena comprensione dei fatti, del contesto e delle questioni legali, e senza avere avuto l'opportunità di parlare con i Commissari stessi prima dell'avvio della causa. Sebbene l'assenza di questo tipo di coinvolgimento sia estremamente deludente, siamo fiduciosi di poter dimostrare la nostra posizione in tribunale".

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abbonamenti primeamazonantitrustfederal trade commissionjeff bezospratiche ingannevoli





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